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Rete 4 trasmette alle 21.25 circa di questa sera, venerdì 11 giugno 2021, Le storie di quarto grado, condotto da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero.
Il programma di informazione tratta in ogni puntata i più attuali casi di cronaca di rilevanza nazionale. Su tutti, quello della scomparsa e presunta morte di Saman Abbas, giovane di origini pakistane. Non si sa più nulla della ragazza dal 30 aprile scorso; tuttavia le indagini degli inquirenti hanno condotto alla conclusione che, probabilmente, Saman sia stata uccisa da suo zio, con la complicità dei genitori. Saman, infatti, era intenzionata a vivere il più lontano possibile dalla famiglia ultraconservatrice.
Poi, si torna a parlare di Denise Pipitone, alla luce delle ultime indagini e delle scoperte fatte nella casa che fu di Anna Corona, la principale indiziata, insieme a sua figlia Jessica, per la scomparsa di Denise da Mazara del Vallo nel 2004. In casa della donna la polizia ha individuato, infatti, una stanza con il soffitto ribassato.
Potete seguire Le storie di Quarto Grado anche in streaming sul sito ufficiale Mediaset.
Le storie di Quarto Grado 11 giugno, la diretta
Il programma apre sul caso di Saman, giovane pakistana che si ritiene sia stata uccisa dai familiari. E’ ripercorsa la vicenda dall’inizio, quando si pensava la ragazza fosse solo scomparsa, ad oggi, in seguito all’arresto di un cugino di Saman. Che potrebbe aver partecipato all’occultamento del suo cadavere. La famiglia di Saman desiderava che la giovane vivesse in modo estremamente conservatore. Le avevano persino organizzato un matrimonio combinato, che Saman, però, rifiuta.
Al che, Saman scappa e trova asilo in una comunità. Poi, torna a casa dai genitori per chiedere loro i documenti che le hanno sottratto. Poi, nessuno sa più niente di lei. Il fidanzato di Saman non riesce a contattarla sui social, nonostante suo padre, ora in Pakistan, affermi che Saman sia in Belgio. E dal Pakistan, i genitori hanno pubblicato, e poi cancellato, un video che riprendeva le immagini di un funerale senza bara.
Potrebbe trattarsi di un caso di Honor Killing, omicidio d’onore, che in Pakistan miete ancora oggi numerose vittime ogni anno. In studio sono presenti ospiti per commentare la vicenda. Fra cui la giornalista Karima Moual. “Bisogna puntare il dito sul contesto in cui quella famiglia vive, non sull’Islam in sè. Questi uomini vivono una cultura Islamica diversa, molto più misogina e patriarcale.” afferma.
“In queste famiglie l’onore è importantissimo. Non solo per la famiglia, ma per l’intera comunità.” continua.
Le storie di Quarto Grado 11 giugno, dove si trova il corpo?
Nonostante sia passato molto tempo, e la polizia abbia ricostruito gli ultimi movimenti di Saman e dei suoi parenti, il corpo della giovane ancora non si trova. Tutte le serre nei pressi di casa di Saman sono state setacciate di persona, con cani e droni; inoltre, la polizia ha sondato il terreno con un’apparecchiatura apposita che avrebbe dovuto rilevare la posizione del corpo. Un elettro-magnetometro, spiega la conduttrice Alessandra Viero.
Si pensa che i parenti di Saman, consci della telecamera di sicurezza che li riprendeva, abbiano messo in atto un depistaggio per impedire alla polizia di trovare Saman. Solo la testimonianza diretta di un cugino che ha partecipato al fatto potrebbe portare a un’individuazione univoca del luogo della sepoltura.
Subito dopo è trasmessa la registrazione della telefonata tra un giornalista de Il Resto del Carlino, e il padre di Saman. Il quale afferma che la figlia è in Belgio, e non ha con sè un numero di telefono, ma solo un account Instagram. Del quale, però, non condivide gli estremi. Intanto si sta predisponendo un mandato di arresto europeo per l’estradizione dei genitori di Saman in Pakistan.
Si approfondisce poi la figura dello Zio di Saman. Che, evidentemente, era una sorta di Capo-Clan, a cui affidarsi in situazioni ritenute delicate, come “il disonore” di Saman.
In studio, intanto, gli ospiti dibattono sulla possibilità di prevedere strumenti integrativi più stringenti per le famiglie di cultura radicale ed estremista. Per scoraggiare episodi simili e il formarsi di Clan Familiari come quello della famiglia di Saman.
Le storie di Quarto Grado 11 giugno, il caso di Denise Pipitone
In seguito al polverone mediatico degli ultimi mesi sul caso di Denise Pipitone, scomparsa nel 2004 da Mazara del Vallo, le indagini sono state riaperte. Anna Corona, l’allora principale indiziata per la scomparsa della piccola Denise, torna ad essere indagata. Così come la sua abitazione dell’epoca, nella quale i Carabinieri hanno riscontrato modifiche particolari. Tra cui, l’abbassamento di alcuni solai, per ricavare spazi nascosti il cui uso è ancora avvolto dal mistero.
In questo periodo, ai Carabinieri giungono centinaia di segnalazioni e testimonianze. Molte delle quali scritte da mitomani, ma in virtù delle quali non si esclude nessuna pista.
La testimonianza di un investigatore: Enrico Marinaro
Espedito Marinaro, un investigatore privato, è ospite questa sera in studio a Le storie di Quarto Grado. E’ stato uno dei pochi a seguire la cosiddetta “pista delle sensitive”. Infatti, alcune sensitive, nel 2004, avevano fornito dettagli specifici riguardo la possibile ubicazione di Denise Pipitone. “Ho avuto contatti con due sensitivi. Prima con un certo Miro, il quale aveva a disposizione un dispositivo particolare, un’antenna. Il quale individuò la posizione della sorella di Pietro Pulizzi, il papà di Denise.” racconta Marinaro.
Marinaro ha inoltre contribuito alle indagini in altre occasioni. “Frazitta mi disse che un benefattore aveva messo 100.000 Euro di premio a chiunque aiutasse a trovare la bambina. Un pregiudicato che conoscevo mi disse di avere notizie importanti, ma poi mi diede buca.” racconta.
Dopo un’interruzione pubblicitaria è trasmessa la testimonianza di Mariana; una giovane che avrebbe identificato la donna di origini Rom presente nel video girato a Milano nel 2004. Si chiamerebbe Florina, e sua figlia, presumibilmente adottiva, somiglierebbe, secondo Mariana, a Denise.
La guardia giurata che ha girato il famoso video a Milano è ospite questa sera, e afferma di non credere a Mariana.
Un nuovo testimone, l’impronta sulla Ford Fiesta
Segue l’intervista a un nuovo testimone che potrebbe avere dettagli ulteriori sulla scomparsa di Denise. E’ a quest’uomo, di origini Rom, che Piero Pulizzi, il padre di Denise, si rivolse nei giorni successivi alla scomparsa della figlia.
Quindi, l’investigatore privato Espedito Marinaro afferma che: “la donna nel video con Denise non sta storpiando il nome della bambina. Le sta dicendo, in un dialetto Rom, di scappare. Danas significa -scappa-“.
Poi, è raccontata la storia del ritrovamento, all’epoca della scomparsa, di un’impronta che sarebbe potuta appartenere a Denise su un’autovettura Ford Fiesta. La stessa Ford Fiesta, forse, che alcuni testimoni affermano di aver visto nelle vicinanze della casa di Denise un anno prima della scomparsa della bambina. La pista, tuttavia, non fu seguita. Luigi Simonetto, perito della procura, ha sempre affermato, e ribadisce oggi, che “quell’auto andava analizzata attentamente“.
La morte di Yara: rifiutate le richieste dei legali di Bossetti
Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio, avrebbe denunciato i magistrati di Bergamo, che si sono occupati del suo caso, per depistaggio. Ai legali di Bossetti sono recentemente state rifiutate nuove analisi di elementi probatori che, all’epoca dei fatti, non sarebbero stati analizzati adeguatamente.
Il direttore Vittorio Feltri da sempre sostiene che Massimo Bossetti potrebbe non essere colpevole. “Se la corte è sicura della propria tesi non ha nulla da temere, perchè rifiuta di accogliere le richieste del povero Bossetti?”.
“Il sistema giudiziario ha commesso errori in passato, come accaduto con Tortora. E la scarcerazione di Tortora avvenne in seguito a un riesame delle prove, ora negato a Bossetti” continua.
Bossetti ha anche scritto una lettera, nella quale afferma: “Non mi sento considerato. Sono stato ignorato e calpestato. Mi hanno negato la possibilità di difesa. Vorrei che qualcuno mi spiegasse come posso difendermi se non ne ho gli strumenti. Voglio solo il riesame dei dati scientifici. […] mi è stato tolto tutto. Ad oggi sono scaraventato da una parte all’altra. E’ come se fossi sull’orlo di un precipizio. Non intendo desistere dal mio intento: sono innocente, voglio il riesame di un semplice esame scientifico.”.
“Siete tutti fidanzati della Magistratura. Anche le prove scientifiche possono essere sbagliate. Ripetere un esame è doveroso” continua ad asserire Feltri.