Giuseppe Garibaldi detto Peppino – spiega Bisio sulle vicende occorse al suo personaggio -, bibliotecario disoccupato vittima dei tagli alla cultura e pescatore di trote per diletto a Sauze di Cesana, frazione alpina del Sestriere, si ritrova per una serie di eventi incredibili e per un errore assurdo e irrimediabile ad essere eletto Presidente della Repubblica: per diventarlo non occorre infatti essere deputato o senatore ma aver compiuto 50 anni, essere incensurato ed essere cittadino italiano.
Peppino è una persona semplice, umile e totalmente digiuno di pratica istituzionale: appena viene accompagnato a Roma in tutta fretta, ancora in tenuta da pescatore, si accorgono tutti che evidentemente la scelta è caduta su di lui per un equivoco e gli chiedono di pronunciare un discorso di rinuncia all’incarico. Ma lui finirà col… rinunciare alla rinuncia, restando al suo posto di massima carica dello Stato. E fin da subito si ritroverà in contrasto col vice segretario generale del Quirinale, Janis. Una giovane donna affascinante e severa che simboleggia il rigore e il rispetto dell’etichetta e che nell’imporgli il protocollo finirà col risvegliare sentimenti inaspettati”. A dare il volto a Janis, figlia di due hippie, è un’altra regina del piccolo schermo: Kasia Smutniak, che di recente abbiamo visto in “Volare-La grande storia di Domenico Modugno”, diretta da Riccardo Milani, che firma anche questa pellicola. “Kasia – afferma il regista – è una bellezza potente che ‘mastica la commedia’ come se ci fosse cresciuta da sempre, conoscevo i suoi potenziali perché l’avevo già diretta recentemente nella fiction Rai su Domenico Modugno dove aveva il ruolo di Franca Gandolfi, la moglie del protagonista interpretato da Beppe Fiorello”, anche lui nel cast di “Benvenuto Presidente!”, nel ruolo di uno dei tre politici di punta in Parlamento.
“Nel farlo non mi sono ispirato a nessun politico”, afferma l’attore siciliano che come colleghi “iene” si ritrova altri due protagonisti del piccolo schermo: Cesare Bocci, che su tutti i ruoli è diventato famoso nei panni di Mimì Augello de “Il Commissario Montalbano”, e Massimo Popolizio, ora in tv nella serie “Il clan dei camorristi”, in onda su Canale5. Nel film i tre rappresentano – senza distinzione tra destra e sinistra – la politica peggiore, quella che asseconda l’Italia peggiore, quella della corruzione, della clientela e del profitto a qualsiasi costo. Ma il film “non cavalca l’onda dell’antipolitica, i diffusi sentimenti di protesta qualunquista per cui ‘tanto sono tutti uguali’, oppure ‘è tutto un magna magna’”, precisa Bisio, a cui fa eco Milani: “Quando sento parlare di ‘ventata di legalità’ sono contento, quando ascolto slogan del tipo ‘tutti a casa’ mi sembra sbagliato – afferma il regista -. Il marcio non è in politica, dentro il Parlamento, ma è fuori, nelle abitudini del quotidiano”.
Nel film non mancano i servizi deviati, impersonati dal Signor Fausto, un nostalgico degli anni Settanta, di cui si sente dire da sceneggiatura – firmata da Fabio Bonifacci, da un’idea di Nicola Giuliano della Indigo Film che ha prodotto il film con Rai Cinema – che “nessuno più di lui ha fatto tanto male al suo Paese”: ad interpretarlo Gianni Cavina che l’anno scorso abbiamo visto su Rai1 nella fiction “Una grande famiglia”, diretta da Milani, nei panni del capofamiglia Ernesto. Una serie che ospitava anche Piera Degli Esposti (la nonna alternativa di “Tutti pazzi per amore”, anche questa una fiction diretta per due stagioni da Milani), che in “Benvenuto Presidente!” è la mamma di Janis. “Con Milani sto vivendo un’altra giovinezza – scherza l’attrice bolognese -, qui mi ha fatto fumare le canne”. E non mancano altri volti familiari alla platea televisiva. C’è Remo Girone, che il grande pubblico ha conosciuto nel ruolo del cattivo Tano Cariddi della “Piovra”: in questo film è Morelli, l’esperto di comunicazione del Quirinale. Veste i panni del Generale Cavallo un beniamino dei fan della soap “Un posto al sole”, il portiere Raffaele Giordano, al secolo Patrizio Rispo. Ha già lavorato con Milani in tv nelle miniserie “Le omicidi” e “Rebecca, la prima moglie” l’attore Omero Antonutti: in “Benvenuto Presidente!” il segretario generale del Quirinale, un uomo integerrimo, attento all’etichetta, che finirà per entrare ed uscire dall’ospedale perché il suo cuore non resiste alla uscite non convenzionali del nuovo presidente. A completare il cast Michele Alhaique, attore classe 1979, che il 18 e il 19 marzo vedremo su Rai1 tra i protagonisti della miniserie “K2 – La montagna degli Italiani”.
A rivendicare in “Benvenuto Presidente!” il ruolo del cinema come “potere forte” è un cameo di Pupi Avati e Lina Wertmuller… in realtà anche loro cari alla tv. Il primo sta preparando per Rai1 la miniserie in sei puntate “Un matrimonio”, la seconda ha girato tanti film tv, affacciandosi al piccolo schermo con la serie “Il Giornalino di Gian Burrasca”.