E’ stato difficile seguire le varie evoluzioni di Michele Saviani nel corso degli anni?
Michele, per come è strutturata la sua personalità, è uno dei personaggi più rigenerabili di Un posto al sole.Vive, nel suo contesto vicende umane e professionali profondamente legate alla realtà Ha problemi sentimentali e come padre, cerca di seguire la figlia adolescente che gli dà molte preoccupazioni per i suoi fidanzatini, ragazzi non sempre degni di fiducia.
Lei è un genitore in ansia anche nella vita reale?
Ho una figlia di soli 13 mesi, Ada, arrivata in età matura quando la consapevolezza della paternità è maggiore. Lei è il coronamento di un desiderio e adesso riempie tutta la mia vita, 24 ore su 24. Riscopro me stesso attraverso i suoi gesti, i suoi sorrisi.
Ci sono aspetti che condivide con Michele Saviani?
Fin dal primo giorno, nella soap opera, Michele si è distinto per i suoi principi, il suo lavoro, il rispetto per l’amicizia.E’ senza dubbio un personaggio positivo e non me la sento di contestargli una qualche mancanza di elasticità perchè è presente in molti di noi in determinati momenti della nostra esistenza.
Quali motivi l’hanno convinta a restare nella soap per tanti anni?
Innanzitutto io non parlerei di soap. Un posto al sole è un vero “real- drama”, ancorato all’evoluzione dei tempi, della società. dei costumi, del modo di vivere. Questo è stato possibile grazie ad un team di sceneggiatori che fa affrontare ai protagonisti i problemi della vita reale. Ed è il segreto della longevità del prodotto. Risultato: i personaggi non sono mai uguali, si evolvono, vivono nella finzione scenica, una vita vera nella quale è possibile riconoscersi.
Vuol dire che le situazioni rappresentate forniscono anche motivo di riflessione?
E’ questo il nostro obiettivo: far riflettere ma soprattutto far discutere senza mai avere la presunzione di prendere posizioni o di esprimere giudizi.
Come altri suoi colleghi di UPAS, anche lei ha partecipato come guest star a una puntata di Don Matteo?
E’ accaduto nella quarta serie: ero il protagonista di una puntata. Ho ritrovato, tra gli attori, Edoardo Sylos Labini il cui personaggio, in Un posto al sole, aveva messo incinta mia moglie Silvia. Una singolare coincidenza, sul set di UPAS eravamo rivali, in Don Matteo, vivevamo una situazione del tutto differente.
Qual è l’aspetto che maggiormente l’ha colpita della città di Napoli, sede di Un posto al sole?
Innanzitutto sono certo che, in nessun’altra città,la serie avrebbe potuto avere una tale longevità. Napoli ci considera parte integrante del proprio habitat e partecipa con intensità anche emotiva alle vicende raccontate giorno per giorno. Quando, ad esempio, Michele Saviani ha tradito la moglie Silvia, la gente mi fermava per informarsi e chiedermi i motivi.
Perchè, a suo parere, i napoletani amano tanto Un posto al sole?
Sono consapevoli che attraverso la serie, stiamo scrivendo la storia della tv moderna, grazie anche al Centro di produzione di Napoli, grande risorsa della Rai.E poi a Napoli accadono eventi impensabili in un’altra città.
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Da Pupi Avati a Garrone, lei ha lavorato con i più grandi registi italiani. Ha ancora un obiettivo professionale da raggiungere?
Innanzitutto resto sempre ancorato alla realtà e non mi ritengo mai arrivato. Però, per mettere ulteriormente alla prova la mia capacità recitativa, vorrei l’interpretare un personaggio cattivo, bieco, malvagio. Vorrei calarmi, insomma, in un ruolo discutibile.
Tornerà anche sui palcoscenici teatrali?
Solo per interpretare personaggi e spettacoli di spessore, gratificanti per la professionalità di un attore.
Programmi preferiti in tv?
Apprezzo le serie di grande respiro internazionale come ad esempio House of card e Boardwalk Empire.
Pratica sport per mantenersi in forma?
Mi sono sempre allenato perchè consapevole che l’unico capitale di cui dispongo è il mio fisico. In quest’ottica sono molto attento ad una corretta e salutare alimentazione.
Le sue letture preferite?
I classici e i saggi in generale.