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Nella rigida comunità degli Amish, un gruppo religioso nato in Svizzera nel ‘500 e stabilitasi negli Stati Uniti d’America dal ‘700, una volta finita la scuola, per molti ragazzi e ragazze comincia il “Rumspringa”, il periodo in cui le famiglie allentano il controllo sui figli. I ragazzi si mischiano ai loro coetanei, possono uscire con compagni e compagne, viaggiare, andare a ballare in jeans, bere alcolici e sperimentare tutto lo stile di vita proprio dei loro coetanei non Amish. In tal modo la comunità vuole assicurarsi che la professione di fede che saranno chiamati a fare nel giro di qualche anno sia sincera e consapevole di ciò a cui rinunciano.
In quest’ottica, si svolge l’avventura di Iva, Matt, Lizzie, Betsy e Devon che, una volta conclusasi, li porterà ad affrontare l’interrogativo fondamentale della loro vita: scegliere di continuare a far parte della comunità d’origine oppure andar via. Nel frenetico contesto della metropoli vedremo crescere in loro nuove esigenze, sogni e paure, lontani ormai dalle regole della loro gente, dalla semplicità e purezza dettata dalla loro religione. La frattura è insanabile e il prezzo da pagare è il rischio di essere allontanati dal proprio gruppo, perdendo i legami con la famiglia e gli amici di un tempo.
La serie sotto molti aspetti è davvero sconvolgente. Vedremo come i ragazzi scopriranno, per la prima volta, l’aereo, il primo paio di jeans, l’elettricità, il telefono, l’ascensore e l’acqua corrente. Ma sono soltanto alcune delle novità incontrate dai quattro ragazzi in questo docu- reality che fotografa il loro adattamento all’interno di una cultura urbana e globalizzata, con le difficoltà e i paradossi che le sono propri, in totale opposizione rispetto alla rigorosa integrità della morale Amish. Baratteranno il mondo delle vecchie tradizioni con una nuova vita?
Real time non è nuova ad affrontare tematiche difficili e sconvolgenti: recentemente ha esordito la serie Matrimoni al buio in cui coppie si sposano senza che ciascuno dei partner abbia mai visto l’altro se non sull’altare.