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Giovedì 23 marzo, dalle ore 21:25 su Nove, è prevista la messa in onda del primo appuntamento con Faking It-Bugie o verità?. Lo show è stato anticipato, a settembre, da una puntata pilota, che ha ottenuto buoni ascolti (con una share del 2%). In questa intervista, il conduttore Pino Rinaldi (inviato storico di Chi l’ha visto?) presenta al pubblico la trasmissione.
Intervista Pino Rinaldi, il ruolo dei profiler
Il 23 marzo debutta su Nove Faking It-Bugie o verità?. Ci presenta il programma?
Faking It (che in italiano può essere tradotto con smascheramento) è un format internazionale che Discovery ha realizzato per il nostro paese. In totale abbiamo prodotto 4 puntate, alle quali si aggiunge quella già trasmessa a settembre. Mi auguro che il programma possa avere un seguito. Oltre che conduttore, sono anche la voce narrante: metto insieme gli elementi delle storie e introduco le figure coinvolte nelle vicende.
Oltre a lei, in Faking It-Bugie o verità? sono protagonisti tre profiler.
Sì e con loro proponiamo dei focus su alcuni criminali del nostro paese. I professionisti realizzano un’analisi comportamentale, incentrandosi sul modo con il quale i protagonisti dei casi reagiscono alle domande degli inquirenti. I profiler si concentrano su vari aspetti inerenti il linguaggio, come la modulazione della voce o il movimento delle labbra. Con tale fatto, d’altronde, ci scontriamo quotidianamente: spesso parliamo con degli interlocutori senza sapere se questi mentono.
La prima puntata è dedicata al delitto di Avetrana
Come selezionate le storie da affrontare in Faking It-Bugie o verità?
Dopo molte riunioni abbiamo scelto le quattro vicende di cui parlare. Selezioniamo le storie sulla base del materiale di cui siamo in possesso. Trovare i filmati e tutti gli altri prodotti non è stato un lavoro facile.
Nella prima puntata trattate la storia del delitto di Avetrana.
Tra tutte è senza dubbio la vicenda sulla quale avevamo la maggior quantità di materiale. La storia affonda le radici ad Avetrana, piccolo paese in provincia di Taranto. Sarah Scazzi, appena quindicenne, esce di casa per andare al mare e scompare nel nulla. Un mese dopo è ritrovata morta in un pozzo. Secondo la legge la colpevole è la cugina Sabrina Misseri, che ha agito con la complicità della zia Cosima Serrano. Nel giallo è insito un paradosso. Le due condannate, dal carcere, continuano a dirsi innocenti. Michele Misseri, zio della vittima, per la giustizia è innocente anche se grida a tutti la propria colpevolezza. Con i profiler cercheremo di capire chi di loro sta mentendo.
Nel secondo appuntamento di Faking It-Bugie o verità?, invece, si parla di Matteo Cagnoni.
Questa è la storia di un matrimonio in apparenza perfetto: Cagnoni, noto dermatologo fiorentino, e la moglie Giulia Ballestri si dividono tra i figli e i salotti borghesi. In realtà, Ballestri vive in una prigione dorata: il 18 settembre 2016 il suo corpo privo di vita è ritrovato nella disabitata Villa degli Spiriti, di proprietà della famiglia del marito. Gli inquirenti hanno impiegato pochissimo tempo a capire che ad ucciderla è stato proprio lui: troppi errori lo inchiodano. Dietro questo femminicidio c’è ancora una volta un sentimento di possesso mascherato da amore.
Intervista Pino Rinaldi, le storie delle altre puntate
Il terzo episodio è incentrato sulla morte di Dine Reatti.
Era un artigiano con una vita tranquilla che nella notte tra il 7 e l’8 giugno 2012 è brutalmente ucciso fuori dalla sua abitazione. Per la morte è condannata a 21 anni e 2 mesi la moglie Sonia Bracciale, che continua a dirsi innocente. È proprio lei a soccorrere il marito quella notte e a chiamare l’ambulanza. Con questo caso scopriremo come la colpevolezza possa nascondersi anche dietro a chi, come Sonia, sembra avere un alibi di ferro.
Il ciclo di puntate di Faking It-Bugie o verità? si conclude con le morti di Trifone Ragone e Teresa Costanza.
Nel 2017, nel parcheggio di una palestra di Pordenone, sono trovati i corpi di Trifone Ragone e Teresa Costanza, fidanzati da un anno. Le indagini non sono semplici e per sei mesi gli inquirenti vagano nel buio. Giosuè Ruotolo, amico ed ex coinquilino di Trifone, è arrestato per il duplice omicidio. Ancora oggi si dice innocente e il movente è poco chiaro. Con un profilo anonimo molestava sui social Teresa, il fidanzato lo avrebbe scoperto e minacciato. Giosuè, così, li uccide per difendere la reputazione e carriera. Può, solo una chat, giustificare un atto così violento? Con i nostri esperti tentiamo di capire ciò che si cela realmente dietro al caso.