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Netflix propone il film dal titolo Non sei sola la battaglia contro il Branco. Si tratta di una pellicola di genere documentario con atmosfere drammatiche.
La produzione è della Spagna. L’anno di realizzazione è il 2023 e la durata è di un’ora e 42 minuti.
Regia e protagonisti del film Non sei sola la battaglia contro il Branco
La regia è di Almudena Carracedo e Robert Bahar. Protagoniste principali sono donne che hanno subito violenza. A raccontare le storie nel docu-film Netflix le due attrici spagnole Natalia de Molina e Carolina Yuste.
Dove si sono svolte le riprese?
Il film è stato girato interamente in Spagna, la location principale è Pamplona ma ci sono anche zone limitrofe nel territorio della Navarra.
La produzione è della Netflix in collaborazione con Noodles Production e Fasten Films.
Il film è conosciuto a livello internazionale con il titolo You Are Not Alone: Fighting the Wolf Pack.
Trama del film Non sei sola la battaglia contro il Branco in onda su Netflix
Il film realizza una avvincente e incisiva analisi del caso di violenza sessuale che ha scatenato in Spagna il movimento #metoo che successivamente si è fatto sentire in tutta l’America Latina.
Si parte dalla violenza sessuale subita da una donna nel 2016. Durante la tradizionale corsa dei tori della festa di San Firmino in Spagna, una donna ha subito una terribile violenza fisica da parte dei cinque uomini che si definiscono “Il Branco“.
Accanto all’agghiacciante stupro del 2016, ne vengono raccontati altri due che gettano una luce ancora più terribile sugli stupri che le donne subiscono ogni giorno spesso anche silenziosamente.
Il documentario in oggetto è stato prodotto in segreto ed è raccontato attraverso le parole delle giovani stuprate superstiti. La narrazione con le voci fuori campo è affidata a due attrici spagnole, Natalia de Molina e Carolina Yuste.
Vi sono comprese anche testimonianze inedite di altre persone coinvolte negli eventi. Attraverso questa storia il #metoo in Spagna è arrivato ad unire insieme un milione di donne e di ragazze che sono scese in strada gridando come slogan “Sorella, io sì ti credo“.
Naturalmente il movimento si è amplificato per fortuna anche sui social media, raggiungendo un numero anche maggiore di persone. Infine il documentario mostra come il movimento abbia cambiato radicalmente la società di un paese che deve contrastare la violenza sessuale.