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Ma la famiglia di Pietro non lasciò la Puglia. Sarà Pietro, adolescente, a lasciarla per andare a conquistare il tetto del mondo frantumando nel 1979 il record mondiale sui 200 metri, rimasto in seguito imbattuto fino al 1996 e incredibilmente tuttora primato europeo. Non ci volle quindi un grande sforzo di fantasia per battezzare subito Freccia del Sud quel campione venuto dal tacco del Paese.
Sì, perché il giovane di cui stiamo parlando è l’immenso e compianto Mennea (scomparso nel marzo 2013), una leggenda dell‘atletica moderna e, ancor più, un uomo straordinario.
Rai Fiction ha deciso di raccontarne la vita e la carriera da romanzo in una miniserie (due puntate), attualmente in lavorazione, che Raiuno trasmetterà nel 2015.
Le riprese si svolgono nel Lazio, in particolare a Formia (dove Mennea si trasferì giovanissimo per allenarsi presso il centro di preparazione olimpica del Coni), e poi a Bari, Bisceglie e, ovviamente, Barletta.
Michele Riondino, pugliesissimo di Taranto, che abbiamo visto nel ruolo del giovane Montalbano, impersona Mennea. Alla regia, Ricky Tognazzi che, insieme con la moglie Simona Izzo e con Fabrizio Bettelli, ha scritto il soggetto. Luca Barbareschi partecipa nella doppia veste di produttore e di attore (recita la parte dell’allenatore Carlo Vittori), accanto agli altri interpreti principali Lunetta Savino, Gian Marco Tognazzi ed Elena Radonicich.
La fiction porrà l’accento non solo sui trionfi agonistici di Mennea, ma anche sulla sua vita privata e sul periodo successivo al ritiro dallo sport attivo (al termine delle Olimpiadi di Seul del 1988), punteggiata di altri e differenti traguardi: 4 lauree, l’elezione al Parlamento europeo, l’esperienza come docente universitario e come scrittore, l’esercizio della professione di avvocato e commercialista, la fondazione di una onlus che aiuta enti di ricerca e associazioni sportive, la battaglia di sensibilizzazione contro il doping, la passione per il calcio, la vana lotta al tumore che se lo è portato via a soli 61 anni.
In un Paese, il nostro, che troppo spesso e troppo in fretta dimentica chi ha dato tanto per coprire di orgoglio il nome dell’Italia, merita un applauso la scelta della Rai di onorare la figura di Pietro Mennea, un esempio grandezza sportiva e umana. Ha dimostrato al mondo che la forza di volontà e l’impegno possono a volte portare a risultati e successi inimmaginabili. Basti pensare che è stato l’unico duecentista della storia a qualificarsi per quattro finali olimpiche consecutive e che, come detto, il suo mitico tempo del lontano 1979 di 19 secondi e 72 centesimi rimane a oggi imbattuto a livello europeo.
Era veramente veloce come il vento. E forse troppo veloce è stata anche la sua presenza su questa terra. Avrebbe avuto ancora tanto da fare, da insegnare, da vedere.
Però, simbolicamente, Pietro Mennea corre ancora: Trenitalia ha voluto onorarne la memoria battezzando con il suo nome il primo esemplare del nuovissimo Frecciarossa 1000, il supertreno da 400 km/h, il più veloce di tutti.
Per vedere da vicino i luoghi, bellissimi, in cui Mennea ha fatto le sue prime corse da bambino e le location in cui Tognazzi sta girando, si può andare direttamente a Barletta (un buon indirizzo è l’Hotel dei Cavalieri, tel. 0883 571461), oppure fare base a Bari (per esempio presso il centralissimo Hotel Executive, tel. 080 5216810) e da lì andare magari poi anche alla scoperta di altre suggestive località dalla zona, come Polignano a Mare, Monopoli, Alberobello, Conversano, Noci, in cui sorgono splendide antiche masserie trasformate in resort di particolare atmosfera.