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Sabato 1° marzo prosegue l’edizione de Indovina chi viene a cena 2025. Quella in onda oggi, in particolare, è la seconda puntata, al via in prima serata su Rai 3.
Indovina chi viene a cena 1° marzo, focus sul mondo della moda
Al timone di Indovina chi viene a cena, sabato 1° marzo, c’è la giornalista Sabrina Giannini. La padrona di casa, per anni nella redazione di inviati di Report, realizza, insieme alla sua squadra, i servizi che arricchiscono ogni appuntamento. Al suo fianco, anche questa settimana, c’è il medico epidemiologo Franco Berrino, ospite fisso di tutte le puntate dell’edizione. Oltre che in televisione, è possibile seguire la trasmissione in diretta streaming ed on demand tramite Rai Play. Un focus, durante l’appuntamento odierno, è proposto sul mondo della moda.
I problemi legati all’industria del fashion
Indovina chi viene a cena, sabato 1° marzo, analizza le conseguenze negative dell’industria del fashion. In primis, vi sono delle ricadute sull’ambiente, essendo una delle industrie più inquinate del mondo. Inoltre, ha effetti negativi su una parte di popolazione più giovane e fragile.
D’altronde, la moda, da sempre, definisce criteri di bellezza a cui è necessario adeguarsi per non sentirsi esclusi dalla società. Giannini, a tal proposito, si reca all’interno dell’ospedale Bambino Gesù, dove incontra i bambini e gli adolescenti ricoverati nel centro di chirurgia pediatrica. I piccoli pazienti raccontano storie di grande sofferenza, legate molto spesso ad episodi di bullismo feroce.
Sabrina Giannini, durante la puntata di oggi del format, ricorda che chi non corrisponde ai canoni imposti dai brand della moda è escluso dal sistema. E questo meccanismo colpisce anche i fornitori delle materie prime e molti lavoratori, soprattutto quelli che cuciono le borse e confezionano gli abiti che poi noi tutti indossiamo quotidianamente.
Indovina chi viene a cena 1° marzo, l’effetto nefasto sugli animali
Ad Indovina chi viene a cena, visibile oggi su Rai 3, è ricordato come l’industria della moda, molto spesso, stritola anche chi sta alla base della catena produttiva, come gli animali. Essi, infatti, vengono uccisi perché la loro pelle e la loro pellicce servono per produrre costosi accessori. Inoltre, è ricordato come le certificazioni non siano sufficienti a garantire che un capo, comprato anche a caro prezzo, sia stato realizzato rispettando la dignità dei lavoratori, la tutela dell’ambiente e il benessere degli animali.
Per parlare di tali tematiche, le telecamere della trasmissione, oltre che in Italia, raggiungono il Bangladesh, il Sud Africa e il Perù.