Indice dei contenuti
Il Salvator Mundi, raffigurante Cristo benedicente con un globo di cristallo, è un’opera che incanta e divide il mondo dell’arte. Attribuita a Leonardo da Vinci, la sua storia è avvolta nel mistero, dalla riscoperta inaspettata alla vendita record che ha superato ogni aspettativa. Questo documentario si addentra nelle intricate pieghe della sua autenticità, del suo restauro controverso e del suo passaggio di mano tra collezionisti e istituzioni, sollevando interrogativi cruciali sul valore dell’arte nell’era contemporanea.
Il viaggio del Salvator Mundi inizia nell’oscurità, riemergendo nel 2005 in un’asta immobiliare negli Stati Uniti. Acquistato per una cifra irrisoria, il dipinto era in pessime condizioni, offuscato da strati di ridipintura e vernice. La sua potenziale attribuzione a un allievo di Leonardo era l’ipotesi iniziale, ma il successivo restauro, condotto da Dianne Dwyer Modestini, rivelò una qualità pittorica sorprendente, suggerendo la mano del maestro.
L’autenticità del dipinto è stata oggetto di un intenso dibattito tra gli studiosi. Alcuni, come Martin Kemp, eminente esperto di Leonardo, ne sostengono con forza la paternità. Basandosi su analisi stilistiche, pigmenti e la presenza di pentimenti (ripensamenti dell’artista visibili sotto la superficie pittorica). Altri, pur riconoscendone l’alta qualità, esprimono dubbi, citando differenze stilistiche con opere universalmente accettate di Leonardo e la mancanza di una provenienza ininterrotta e documentata. La controversia si è ulteriormente infiammata con la pubblicazione di studi che mettono in discussione alcuni aspetti del restauro e dell’interpretazione delle prove.
Salvator Mundi: restauro controverso e passaggi di proprietà
Il documentario esplora in dettaglio il processo di restauro, mostrando le delicate operazioni condotte per riportare alla luce i dettagli originali del dipinto. Vengono presentate interviste con Dianne Dwyer Modestini, che illustra le sfide incontrate e le scoperte fatte durante il lavoro. Le immagini ravvicinate rivelano la maestria di un pittore eccezionale, dalla morbidezza dell’incarnato alla resa quasi magica del globo di cristallo. Tuttavia, il documentario non elude le critiche mosse al restauro. Alcuni esperti che sollevano dubbi sull’eccessiva “pulizia” del dipinto e sulla potenziale alterazione di alcuni dettagli originali.
La narrazione si sposta poi sul rocambolesco passaggio di proprietà del Salvator Mundi. Dopo essere stato autenticato (con riserve da alcuni) ed esposto alla National Gallery di Londra nel 2011, il dipinto entrò nel circuito dei grandi collezionisti. Nel 2013 fu venduto al mercante d’arte svizzero Yves Bouvier, che a sua volta lo rivendette rapidamente al magnate russo Dmitry Rybolovlev per 127,5 milioni di dollari. Questa transazione diede il via a una lunga e aspra battaglia legale tra i due uomini.
Il record d’asta e le implicazioni sul mercato dell’arte
Il culmine della storia del Salvator Mundi si raggiunse nel novembre 2017, quando fu messo all’asta da Christie’s a New York. La campagna di marketing che precedette la vendita fu orchestrata con maestria, alimentando l’attesa e il desiderio di possedere un’opera così rara e misteriosa. Il risultato fu sbalorditivo: il dipinto fu aggiudicato per la cifra record di 450,3 milioni di dollari, diventando l’opera d’arte più costosa mai venduta all’asta.
L’acquirente rimase inizialmente anonimo, ma successivamente si rivelò essere il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, secondo quanto riportato da diverse fonti giornalistiche, anche se il museo del Louvre Abu Dhabi, dove si presumeva dovesse essere esposto, non ha mai confermato ufficialmente la proprietà.
Gli interrogativi sul ruolo del mercato
Il documentario solleva interrogativi profondi sul ruolo del mercato nell’attribuzione di valore all’arte. Un dipinto, la cui autenticità è ancora dibattuta, raggiunge cifre stratosferiche, spinte da un mix di desiderio di possesso, prestigio e speculazione finanziaria. Il mistero che circonda il Salvator Mundi non fa altro che aumentarne il fascino e, di conseguenza, il suo valore economico. Attraverso interviste con storici dell’arte, mercanti, restauratori e giornalisti, il documentario offre una visione poliedrica di questo enigmatico capolavoro. Si interroga sulla responsabilità degli esperti nell’autenticazione, sul ruolo delle istituzioni museali e sul confine labile tra il valore artistico intrinseco e il valore di mercato di un’opera d’arte.
Il Salvator Mundi rimane un’icona del nostro tempo, un simbolo della complessità del mondo dell’arte contemporanea, dove la storia, la bellezza e il denaro si intrecciano in un racconto affascinante e, per molti versi, ancora irrisolto. Il documentario non offre risposte definitive, ma invita lo spettatore a riflettere sul significato dell’arte, sull’importanza della sua autenticità e sul potere che un singolo dipinto può esercitare sull’immaginario collettivo e sul mercato globale. Il mistero Da Vinci continua, intrappolato per ora in un limbo tra l’ammirazione e il dubbio, proprio come il Cristo del dipinto sembra contemplare un mondo di incertezze attraverso la sua sfera di cristallo.