L’appuntamento è per questa sera alle 21:15.
Federica Sciarelli torna sul delitto di Specchia, il piccolo centro in provincia di Lecce dove la sedicenne Noemi è stata trovata morta dopo la confessione del fidanzato che aveva indicato agli inquirenti il luogo dove era sepolto il corpo.
“Chi l’ha visto?” si è occupato di questa drammatica vicenda fin dai primi giorni in cui si è cominciato ad avere dei sospetti sull’ex fidanzato.
Ricordiamo inoltre la discutibile intervista mandata in onda proprio dalla striscia quotidiana del programma dedicato agli scomparsi. La giornalista intervistava i genitori dell’assassino ed ha consentito che i due, soprattutto il padre, gettassero fango sulla ragazzina cercando addirittura di giustificare il gesto del figlio. Infatti secondo loro Noemi voleva spingere il fidanzato ad uccidere lui e la moglie. L’intervista è stata ripresa anche da altri contenitori di cronaca nera senza alcun rispetto per la memoria della povera vittima.
Fortunatamente ci ha pensato il GIP (Giudice per le Indagini Preliminari) a dare una descrizione sulla ferocia con cui era avvenuto il delitto e sulla personalità malata del diciassettenne.
Per quanto riguarda invece la misteriosa scomparsa di Emanuela Orlandi, dopo 34 anni di depistaggi, viene alla luce un altro documento. Si tratta di un dossier nel quale sono trascritte tutte le spese sostenute dal Vaticano dal 1983, anno in cui la ragazza scomparsa, fino al 1997. Il documento chiama in causa le gerarchie ecclesiastiche per quanto riguarda la fine della ragazza che, quando è sparita, aveva solo 15 anni.
Adesso si stanno facendo le dovute verifiche per certificare l’autenticità di questi documenti in base ai quali, sembra accreditata l’ipotesi che la ragazza possa essere morta poi nel 1997. Perché è proprio a quell’anno che si ferma la nota spese. Dunque un nuovo inquietante mistero che potrebbe avvalorare l’ipotesi secondo cui “i corvi” siano ritornati in Vaticano. Da sottolineare che i documenti contenuti nel dossier non contengono timbri ufficiali e quindi non c’è nessun riscontro che si possa trattare di un documento originale. Sembra che il dossier sia stato compilato da un sacerdote morto poi nel 2013. Molti esperti tendono a considerarlo un clamoroso falso.
Intanto la famiglia di Emanuela Orlandi chiede di nuovo alla Segreteria di Stato di fare finalmente luce sulla vicenda, una richiesta che dura da 34 anni. I legali della famiglia sono gli avvocati Annamaria Bernardini De Pace e Laura Sgrò che insistono per avere accesso a tutti i documenti e chiedono anche di poter incontrare il segretario di Stato Pietro Parolin.
I telespettatori possono interagire con il programma rivolgendosi al numero 06 8262 oppure al numero di WhatsApp 345 313 1987.