Accolto favorevolmente dalla critica statunitense, il film documentario oltre a conquistare una nomination agli Oscar ha vinto il “People’s Choice Awards – Documentary” alla 41esima edizione del Toronto International Film Festival. Molti anche gli altri premi conquistati dal documentario che arriva in Italia in prima tv assoluta. Diretto da Raoul Peck, è basato su un libro incompiuto dello scrittore e attivista James Baldwin dal titolo “Remember this House“.
La trasposizione dalla letteratura al cinema è perfettamente aderente al testo. Baldwin è uno scrittore statunitense di colore. È stato personalmente vicino a Medgar Evers, Malcolm X e Martin Luther King. Dopo la loro morte ha avuto un momento di grave crisi perché credeva fermamente nel movimento per i diritti civili molto attivo negli anni 60. A seguito di una delusione, conseguenza del crollo di questi ideali, comincia a lavorare ad un libro in cui esprime tutta la sua disillusione per quel periodo storico. È un testo che fa emergere la sua rabbia e mostra anche come Baldwin rimane sempre un fautore della fratellanza tra popoli. Da questo testo viene tratto il film documentario che rappresenta un esame accurato e sorprendente della intricata e complicata questione razziale americana, ancora oggi non risolta nonostante l’elezione a Presidente degli Stati Uniti di Barack Obama.
Il regista Raoul Peck, aiutato anche dal prezioso materiale d’archivio di cui è venuto in possesso, ha riletto la faticosa storia dell’emancipazione nera americana facendo capire come purtroppo non sia ancora conclusa. Il racconto viene fatto in maniera emozionale ma non retorica. Il regista ricorre alle parole di James Baldwin che aveva conosciuto proprio le tre figure chiave morte tragicamente nel giro di cinque anni. Ci riferiamo a Medgar Evers assassinato il 12 giugno del 1963, a Malcolm X ucciso il 21 febbraio del 1965 e a Martin Luther King Jr che morì trucidato il 4 aprile del 1968.
Uno degli elementi più significativi di “I Am not your negro” è il quadro perfetto che emerge dell’America di ieri e di oggi. Un ritratto crudo e contraddittorio che rivela come gli Stati Uniti potenza mondiale non siano riusciti ancora ad affrancarsi dai pregiudizi sulla questione razziale.
In un momento in cui è ancora più difficile difendere l’eguaglianza di tutti i cittadini, il documentario vuole porsi come un punto di riferimento per tutti coloro che come Baldwin credono ancora nella fratellanza e nel raggiungimento della uguaglianza attraverso metodi non brutali e violenti.
Ci piace concludere con una frase dello stesso Baldwin: “il mondo non è bianco e non lo è mai stato. Bianco e solo il colore del potere“.