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All’esordio domenica 5 ottobre, la Domenica in di Paola Perego e Pino Insegno è riuscita, quasi immediatamente, a far rimpiangere le edizioni precedenti. Compresa la più recente di Mara Venier.
Innanzitutto il clima era di forzata allegria: bisogna far divertire a tutti i costi per far dimenticare le atmosfere cupe di tutti gli altri programmi. Questo l’imperativo categorico al quale hanno cercato di adeguarsi tutti i protagonisti.
Assolutamente incomprensibili i criteri che hanno guidato gli autori per la realizzazione del segmento dedicato al talent “Ancora volare” che ha raccolto giovani artisti non vincitori dei principali talent televisivi. Da The Voice ad Amici ad X Factor a Ti lascio una canzone, sul palcoscenico sono riemersi volti noti ai telespettatori. Ma l’abbinamento dei ragazzi alle vecchissime glorie musicali è apparso quanto meno strano, discutibile, senza alcun senso spettacolare.
{module Google richiamo interno} Difficile trovare un trait d’union tra Tony Dallara e la Giulia Capasso di The Voice, ad esempio. Ma ancor più incomprensibile appare il criterio con cui è stata costruita la giuria: dal ventunenne Mattia Marzi, esperto di musica ad una firma della musica come Marinella Venegoni fino a Marco Baldini.
Il tentativo di catturare l’attenzione giovanile è oramai una costante della programmazione di questo autunno: ma ancora una volta le intenzioni si infrangono contro la realizzazione di ogni progetto: non basta inserire qualche under trenta con dichiarate professionalità per credere di aver conquistato la new generation. Inoltre la disparità anagrafica tra i giovanissimi esponenti dei talent show e i Big con i quali devono fare coppia, è davvero insanabile, con tutto il rispetto per le vecchie glorie, naturalmente.
Inoltre si è camuffata la promozione cinematografica con l’operazione Nuovo Cinema Domenica in. E sono ricomparsi i “Fratelli unici” ovvero Argentero- Bova protagonisti della pellicola che stanno reclamizzando dappertutto.
Definire “amarcord” questa nuova edizione sarebbe un eufemismo. Dispiace, ma tutto è molto “old” e non nell’accezione migliore dell’aggettivo. Si sono riesumati persino i fotoromanzi con una delle interpreti del tempo “Katiuscia” venuta a raccontare la sua ascesa e il suo ritorno nell’oblio a causa di problemi di droga. Una sorta di caso umano sulla cui moltiplicazione, nel corso delle successive puntate, c’è da scommettere.
La corsa all’audience e la ricerca dei consensi si sono materializzate nella presenza di Milly Carlucci, che sabato sera, ha vinto la sua sfida personale dell’audience con Ballando con le stelle.
Infine: a volte Pino Insegno sembrava un cartone animato: forse ne ha doppiati troppi.