Si può parlare di scienza in modo scherzoso? Grazie a “La papera non fa l’eco” il tentativo riesce. Il format, in onda su Rai 2, ha debuttato lo scorso 17 novembre. La conduzione affidata a Max Giusti e la presenza in studio di un pubblico giovane fa già capire le intenzioni della rete, che con questo programma ha l’obiettivo di avvicinare i ragazzi al mondo scientifico con la massima semplicità.
Si potrebbe definire la trasmissione come una divertente sagra del bizzarro, nella quale, attraverso singolari esperimenti, vengono svelate tante curiosità sulla scienza. Facendo partecipare anche i bambini in alcune prove, anche i più piccoli possono sentirsi coinvolti appieno nella scoperta dei segreti che la natura custodisce. La freschezza del programma e il modo brioso in cui gli argomenti vengono proposti sono anche determinati dalla presenza di Max Giusti, padrone di casa affabile e che con grande autoironia si rende protagonista di alcune strambe prove insieme agli ospiti in studio.
In questo modo, si crea un miscela vincente tra due componenti: l’intrattenimento e la divulgazione. Questo assortimento costituisce senza dubbio la strategia migliore per conquistare la fetta di pubblico più giovane ed attirarla verso i misteri e il fascino della scienza. Allo stesso tempo “La papera non fa l’eco” rappresenta una valida offerta per il pubblico familiare a casa che concepisce la televisione come uno strumento adeguato per svagarsi e allo stesso tempo per aumentare il proprio bagaglio di conoscenze.
Un programma molto particolare quanto a contenuti proposti e soprattutto a conduzione è “Adam Kadmon – rivelazioni”, protagonista della prima serata domenicale di Italia 1. Il volto (mascherato) della trasmissione è Adam Kadmon, personaggio fantomatico, la cui identità non è mai stata appurata finora. L’uomo si presenta con il volto coperto dal naso fino alla bocca per nascondere la sua fisionomia.
“Prendete pure quanto vi ho riferito al pari di una fiaba, del resto io mi limito a raccontarvi teorie di complottismo”: si può riassumere così la linea del format, nel corso del quale vengono prevalentemente mandati in onda servizi il cui intento è ricondurre alcuni avvenimenti della storia contemporanea e passata ad eventi architettati da forze oscure e occulte.
Se da un lato però la volontà del conduttore è di mettere in guardia il telespettatore inducendolo a farsi un’idea personale di quanto vede, dall’altra il linguaggio e il tono perentorio utilizzati mirano a convincere senza mezzi termini il pubblico da casa a ritenere vero tutto ciò che viene affermato.
Di conseguenza, più che far riflettere, il programma genera una certa confusione nell’animo di chi lo guarda. Incertezze che possono aumentare ancor di più in un telespettatore giovane, anche interessato a saperne di più sui misteri della storia, ma che in questo modo può con grande facilità farsi un’opinione distorta dei fatti di cui si parla, alla cui definizione può contribuire anche un certo catastrofismo che fuoriesce dalle ricostruzioni effettuate.