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Già dallo scorso 31 ottobre Conti aveva lasciato il quiz L’eredità nelle mani dell’amico fidato Fabrizio Frizzi. E da adesso si calerà solo nelle vesti del padrone di casa e direttore artistico della kermesse canora. Un compito al quale doveva essere chiamato da tempo ma che Giancarlo Leone, direttore di Rai1, ha formalizzato solo la scorsa primavera.
Con eleganza e stile, Conti non ha mai sollevato polemiche, ha sempre trovato una giustificazione per non essere stato chiamato alla gestione sanremese. “Ho troppo da fare” soleva dire. “Quando non mi vedrete più tanto spesso in tv, allora potrò dedicarmi a Sanremo” rispondeva a chi gli chiedeva i motivi del suo persistere in panchina.
Avrebbe potuto essere l’uomo di Sanremo già lo scorso anno. E certamente avrebbe fatto meglio della coppia Fazio- Littizzetto, almeno in termini di contenuti, di stile e di eleganza.
Conti è l’espressione più nobile della nazional-popolarità, intesa in termini gramsciani. Un personaggio senza fronzoli e orpelli linguistici, un novello Pippo Baudo, in grado di mettere a proprio agio ognuno degli ospiti e di farlo sentire importante. E’ un perfetto padrone di casa, semplice ma essenziale. Il pubblico lo considera affidabile, quasi alla stregua di un familiare o di un amico sulla cui sincerità è pronto a giurare. Ma è anche un professionista sicuro di sè e del suo percorso, in grado di far fronte a tutti i possibili inconvenienti della diretta senza mai drammatizzare o colpevolizzare.
I telespettatori ne hanno avuto conferma nel corso della puntata in cui Veronica Maya fu tradita dal vestito senza spalline che la lasciò a seno nudo nel corso della sua esibizione. Conti intervenne senza drammi. Nella passata edizione, ad un certo punto si bloccò l’ascensore che porta gli artisti sul palcoscenico. Panico in studio, ma lui riuscì, con un gioco di luci, a “ingannare” il pubblico che non si accorse di nulla.
Altra sua cifra vincente è il rispetto per i telespettatori. Nei suoi programmi è quasi impossibile trovare cadute di stile, linguaggio poco ortodosso o volgarità. Una garanzia per la prima serata televisiva e non solo.
Adesso Conti si prepara al suo Sanremo. Non è certo un’impresa facile. C’è da immaginare che ricalcherà lo stile dei festival baudiani ma con tutte le iniezioni di modernità necessarie per l’evolversi dei tempi. La riuscita dell’impresa dipende principalmente da un fattore: lo show deve mantenere la cifra stilistica del suo conduttore e non trasformarsi in una creatura che, per fare sterile spettacolo, abdica ad un passato di affidabilità e di eleganza.
Arrivederci a Sanremo 2015, allora. Un arrivederci che è stato salutato da 6.343.000 telespettatori, share 28,20%. Le cifre dell’ultima puntata di Tale e quale show.