In occasione della conferenza stampa di presentazione, Flavio Insinna ha commentato non solo la sua partecipazione allo show, ma anche quanto avvenuto in estate. Lo ha fatto però senza rilasciare interviste singole, affinché nessuno stravolgesse il significato delle sue affermazioni. Il riferimento, pur non esplicitato, è quanto avvenuto dopo le registrazioni diffuse da Striscia la notizia, in cui il conduttore inveiva contro il suo gruppo di lavoro.
“Nella vita -ha dichiarato- chi non inciampa? Poi ci sono i leoni da tastiera, gli odiatori seriali, e chi ha il cervello: il senatore Manconi ha scritto un articolo sul gusto tutto italico di “lordare tutto”. “Se tu lavorassi bene, io non griderei”: perché, come già detto in conferenza, gli urli erano un modo per spronare a fare meglio per alzare gli ascolti. Infatti poi Affari Tuoi è stato chiuso proprio per gli ascolti insoddisfacenti.
“Prodigi -prosegue Insinna- è un ulteriore attestato di stima nei miei confronti. Ma nemmeno era uscita la notizia della conduzione, che subito tutti a chiedersi quanto mi davano: io lo faccio gratis. Questo da sempre, però fa notizia solo quando inciampi, allora ti dico tutte le volte che ho presentato gratis, anzi pagandoci le tasse sopra. Perché mi pagavano e li rigiravo a Telethon, ad esempio”. Quindi un aneddoto: “Abbiamo fatto uno scherzo con la mia agente, le ho detto: ‘Chiedigli quanto valgo per questa prima serata, come una trattativa vera’. L’hanno detto. E io: ‘Digli che lo mettano sul conto dell’Unicef’ “.
Ancora, riferito alle famose registrazioni fuori onda che hanno tenuto banco su Canale 5 e in rete: “Ho una lettera del Premio Borsellino che mi è arrivata proprio poche ore dopo quel casino. Il premio Paolo Borsellino: e scusate se è poco”. Però: “Come diceva il mito Corrado, questa storia non finisce qui”.
Impegnato al momento a teatro, prima che vada in onda la serata di Prodigi, una raccomandazione ai giornalisti sugli ascolti: “Siate più distesi. La mattina dopo, quando scrivete ‘vergogna, quello triplica quell’altro’ ricordatevi che quell’altro che viene triplicato, c’ha famiglia”.