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Parlare di religione in prima serata su Rai 1 non era facile, eppure Roberto Benigni c’è riuscito in maniera esemplare. E non è solo questione di audience. Con “I dieci comandamenti”, trasmissione andata in onda lunedì 15 e martedì 16 dicembre, il regista toscano ha saputo spiegare a modo suo il contenuto del decalogo divino, mostrandone anche lo stretto legame con l’attualità dei nostri giorni.
Nel decalogo dettato da Dio a Mosé sul Sinai, il richiamo alla famiglia è molto forte. Anche Benigni è riuscito, con il suo stile inconfondibile, a evidenziarne il ruolo cruciale, in particolar modo in due occasioni. La prima quando ha affrontato il contenuto del quarto comandamento, “Onora il padre e la madre”. A tal proposito ha affermato con chiarezza: “Onorando il padre e la madre si onora la vita”. Un’espressione che dimostra come il rispetto e l’amore per chi ha generato la famiglia sia un valore basilare per l’esistenza di ognuno di noi.
Anche a proposito del sesto comandamento, “Non commettere adulterio”, il regista ha voluto ribadire con forza come attraverso questo precetto i concetti di matrimonio, coppia e famiglia possano uscirne maggiormente rinforzati, perché tutelati dalla legge divina, in grado di proteggere l’amore e la fedeltà, sentimenti alla base di un nucleo familiare. Due piccoli nei: la digressione comica sulle sue disavventure giovanili con il sesso che, seppur divertente, ha un po’ stonato con l’atmosfera della serata e alcune licenze interpretative un po’ troppo libere su alcuni precetti del decalogo divino.
Resta comunque innegabile che l’aver portato all’attenzione del grande pubblico di una rete generalista contenuti così impegnativi signica davvero fare una televisione di qualità, capace di veicolare valori profondi e significativi, di questi tempi una merce rara.
Una famiglia piuttosto disastrata è al centro delle storie di “Mom”, telefilm di cui Italia 1 sta trasmettendo la prima stagione. La protagonista è Christy, madre separata con due figli e che di professione fa la cameriera in un ristorante. Se il suo passato, fatto di dipendenza da droga e alcol, è burrascoso, il suo presente non è di certo migliore. La sua è una vita scombinata: segue poco i figli a causa del lavoro, è sempre irrequieta, come se le mancasse sempre qualcosa.
Sulla base di queste premesse, anche gli argomenti proposti e il modo in cui sono affrontati assumono una piega molto particolare. L’affettività, ad esempio, è trattata in maniera superficiale: la protagonista ha un rapporto clandestino con il suo datore di lavoro e spesso finisce a letto con partner appena conosciuti; la figlia Violet segue le orme della madre, rimanendo incinta a 16 anni, considerando il sesso come un semplice gioco. L’immagine della donna dipinta dal telefilm, dunque, rende poco onore all’intera categoria femminile.
I rapporti tra i membri della famiglia non sono quasi mai all’insegna della serenità, specialmente tra la protagonista e la madre, divise da vecchi rancori. E’ giusto che un prodotto televisivo di questo genere sia legato alla realtà, nella quale all’interno dei nuclei familiari ci sono anche incomprensioni, frizioni e liti. Tuttavia, la tendenza ad estremizzare i conflitti risulta eccessiva, così come lo è il cinismo che impronta in larghi tratti i dialoghi tra i personaggi.
Decisamente un po’ troppo per un telefilm che vuole far sorridere ma allo stesso tempo provare a suscitare qualche riflessione nel telespettatore.