Prima di proporvi la nostra intervista, vi ricordiamo che i Ros sono formati da Camilla, 21 anni, Kevin di 20 e Lorenzo di 23 anni. Vengono da Montepulciano.
Sui social è stato scritto: “sono un gruppo nettamente d’ispirazione punk, forse con la canzone dei Prozak, lo sono stati un po’ meno”. Credete che questo possa avervi penalizzato?
I Prozak ce li chiedevano da tanto e le cover sono un’occasione per mettersi in gioco apportando qualcosa di proprio. Con Manuel abbiamo deciso di approfittarne per la manche con l’orchestra dando un’interpretazione più particolare. All’interno dell’LP uscito venerdì 8 dicembre, è contenuta la versione elettrica. Per il resto, non crediamo che ci abbia penalizzato come scelta; certamente potevamo immaginare che sarebbe andata così essendo arrivati al ballottaggio con grandi teste di serie mai giunte prima a quella fase.
Vi rammarica essere usciti a un passo dalla finale?
Abbiamo vissuto il nostro percorso con positività perciò siamo usciti col sorriso, anche perché qui siamo cresciuti, sviluppando degli aspetti delle nostre sonorità che ancora non erano emersi nelle prime puntate.
Siete stati nominati degli “highlinder” di questa edizione. Quali aspetti credete che non siano stati colti dai telespettatori?
Portiamo avanti un tipo di musica che non è facilmente assimilabile al primo impatto, è più da performance con pubblico sotto il palco e contatto diretto. Le stesse distorsioni non riesci a sentirle nitidamente dallo schermo televisivo come quando, invece, hai l’amplificatore nel live. Quando arrivava il momento del ballottaggio, forse era il punto in cui riuscivamo a dare il meglio di noi e superarlo ci faceva sentire ancora più forti.
Qual è stata la vostra percezione dei giudici?
Ci ha rammaricato un po’ la decisione di Levante (che ha votato a sfavore), dato che ero l’ultima cantante donna e siamo vicini al suo mondo; ma l’abbiamo capita, con Samuel non era uno scontro ad armi pari.
Come avete affrontato le critiche?
In modo bipolare: da una parte abbiamo lavorato molto per tonalità più delicate; dall’altro anche con l’inedito abbiamo cercato di mantenere la natura più acida che ci appartiene.
Ci raccontate la nascita de i Ros?
Tutto è partito sei anni fa. Io ero solo chitarrista elettrica, mentre Kevin bassista, suonavamo con altri; tre anni fa abbiamo deciso di seguire una nostra strada. Mi piace molto esprimermi e ho cominciato a prendere lezioni di canto (racconta la frontgirl del gruppo). In seguito abbiamo provinato i batteristi della zona e così è arrivato Lorenzo.
Quale era la vostra immagine prima di X Factor e come è stata mutata dal programma?
Ci è sempre piaciuto puntare sull’immagine, ma senza esagerare. Ci vediamo un gruppo underground, il gioco era sui capelli fucsia e su ragazzi con look più seri. Con X Factor si è evoluta tanto perché parrucchieri e stilisti si sono sbizzarriti e a noi piace giocare. Senz’altro resterà sobria in futuro.
Avete sottolineato l’aspetto di sperimentazione nel corso del programma. Avete puntato subito a partecipare a X Factor?
Abbiamo fatto una bella gavetta tra festival, contest, palchi, locali, provando a farci sentire tramite vari canali. Non era però semplice farsi notare in un paesino come Montepulciano, dove magari ti chiedono di abbassare il volume. A un tratto volevamo dare una svolta e così ci siamo buttati nelle selezioni a X Factor.
Come avete vissuto il rapporto col vostro coach Manuel Agnelli?
Inizialmente ci intimoriva la sperimentazione, ma ci siamo fidati di lui; ci ha fatto capire che possiamo funzionare in altre sfaccettature senza mai perdere il nostro timbro. Ci piace complicarci la vita per cui ci ha stimolato nel metterci in discussione.
Concludiamo questa chiacchierata coi prossimi progetti…
Possiamo dire che il nostro percorso inizia da qui, avevamo già iniziato a preparare un disco che deve essere leggermente rielaborato. Sarà senz’altro presente ‘Rumore’, l’inedito, ma non potendo rivelare oltre, possiamo anticiparvi che ci saranno delle sorprese. Continueremo sempre a cantare in italiano. Da subito, invece, saremo all’opera per l’organizzazione del tour.