A maggio 2014 la notizia che la Fico si sarebbe cimentata con il mondo delle sette note aveva spiazzato tutti e da subito era stata accolta con molto sarcasmo e malignità da parte del web. Eppure il primo singolo, intitolato Rush, era partito con il “botto” totalizzando più di un milione di visualizzazioni su YouTube. L’interesse però è scemato ben presto, e la carriera da cantante non è mai decollata.
In autunno Raffaella Fico è persino entrata nel cast del programma del venerdì sera di Rai1 campione d’ascolti Tale e quale show. Per dieci settimane l’ex gieffina ha cantato e ballato impersonando alcuni grandi nomi del calibro di Shakira e Gianna Nannini. L’esperienza televisiva sarebbe dovuta servire a mettere a tacere i pregiudizi del pubblico nei suoi confronti e a darle credibilità artistica. I telespettatori però non le hanno accordato fiducia e il progetto Rush – The Album, pubblicato a ottobre, è andato incontro all’insuccesso commerciale.
Una sorte ancora peggiore è toccata al concerto che Raffaella avrebbe dovuto tenere al Teatro della Luna di Assago (Milano) il 17 dicembre: il giorno prima lo staff ha comunicato l’annullamento dello show perchè i biglietti venduti erano troppo al di sotto delle aspettative.
Le ragioni di questo flop sono da ricercare nel passato della ragazza: partita da un reality come il Grande fratello e protagonista, in seguito, delle riviste di gossip per la sua relazione con il calciatore Mario Balotelli, per troppo tempo ha dato un’immagine controversa e superficiale di sè che il pubblico non è riuscito ad accantonare quando Raffaella Fico si è riproposta nelle vesti di cantante.
Un pregiudizio tutto italiano (l’accoppiata gossip e musica all’estero fa vendere milioni di copie) che ha messo i bastoni tra le ruote al progetto discografico, costruito e prodotto in maniera più che dignitosa e che non ha altra pretesa se non quella di rientrare nel filone pop/urban internazionale che strizza l’occhio a popstar come Rihanna, molto ascoltate presso i più giovani. Niente che faccia gridare al capolavoro, naturalmente, ma che qualitativamente parlando non sfigura accanto a prodotti che ci vengono imposti dall’estero attraverso le radio e internet.
A nulla dunque sembra essere valso il tentativo della Fico di scrollarsi di dosso l’immagine di prezzemolina della tv senza arte nè parte che collezionava ospitate in contenitori trash come Pomeriggio 5 e Domenica Live. Ciò che ha avuto la meglio è stata l’impressione, da parte del pubblico, di una velleità artistica, di un capriccio da soubrette reso possibile dalla relazione sentimentale con Gianluca Tozzi, figlio di Umberto e produttore discografico.
Se davvero, dopo anni di andirivieni dai salotti televisivi, la musica è la strada che d’ora in poi Raffaella Fico vuole perseguire, starà a lei continuare a dedicarvisi con impegno e dimostrare che non si è trattato di un esperimento del tutto improvvisato messo in piedi per assicurarsi qualche mese di lavoro.