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Le immagini di una telecamera nascosta infatti, mostrano persone dell’Asp di Siracusa che timbrano e se ne vanno; pare che non solo alcuni timbrassero per i colleghi, ma che qualcuno abbia approfittato del tempo di lavoro per andare in piscina. In tempi di crisi, uno schiaffo ai tanti disoccupati e a chi è in cassintegrazione.
Si passa poi ai vigili di Roma, alla protesta con mezzi poco legittimi per cui ora non intendano procedere con la turnazione. Come al solito, durante la discussione vengono messe a confronto le posizioni di sindacalisti e ospiti che, naturalmente, stigmatizzano il comportamento poco consono di questi vigili.
Situazione molto simile si è verificata a Bari: la notte di Capodanno infatti, uno su quattro era assente tra i dipendenti Asl e gli autisti della linea pubblico di autobus. Il sindaco della città pugliese, Antonio Decaro, vorrebbe privatizzare l’azienda di trasporto pubblico per evitare che si ripetano simili episodi, in particolare sostiene sia necessario controllare gli assenti “seriali”, che mancano sempre nei giorni di festa. Come a Roma inoltre, anche a Bari alcuni hanno giustificato la propria assenza con una donazione di sangue di fine anno.
Il rappresentante del sindacato degli autisti si oppone alla privatizzazione, ma il giornalista Tommaso Cerno de L’Espresso chiosa con fermezza: si dona il sangue dall’1 gennaio al 31 dicembre, non viceversa.
Per i protagonisti infine, Beppe Fiorello e l’ex ct della nazionale Marcello Lippi
Innanzitutto Beppe Fiorello, che martedì debutta su Rai Fiction con L’angelo di Sarajevo, miniserie ispirata alla storia vera di Franco Di Mare. È lo stesso attore a raccontare la vicenda: inviato di guerra a Sarajevo infatti, il giornalista Rai ha adottato una bambina alloggiata in un orfanotrofio. L’edificio era appena stato bombardato.
Segue poi Marcello Lippi, direttore sportivo del Guangzhou Evergrand da tre anni: grazie a lui, la squadra cinese ha vinto la Champions League asiatica. Ma Lippi è stato anche l’allenatore con cui
Con lui, l’Italia vinse i mondiali del 2006.
Quando venne scelto come allevatore della Juventus, andò sulla tomba del padre per chiedergli scusa: fervente socialista, l’uomo era contro il potere da sempre, e ovviamente era contro gli Agnelli.
Infine, Giletti gli chiede del selfie di Francesco Totti: una “genialata” mediatica di un genio che continua a sfornare prodezze tecniche anche in campo, all’età di 39 anni. Per Cassano invece, in chiusura di puntata, il giudizio è meno clemente: uno a cui la natura ha dato la possibilità di compiere grandi gesta atletiche, ma non intenzionato a rendere le sue prestazioni costanti.