“La danza mi ha aiutato a dar voce alle mie emozioni e a superare i miei limiti“: nella sigla Roberto Bolle guarda se stesso ballare dall’alto, riconoscendo come la danza sia stata la guida della sua vita. Marco D’Amore avrà un ruolo importante stasera: farà da raccordo tra i vari passaggi della trasmissione. Un compito non semplice e insolito per lui: siamo sicuri di sapere come se la caverà.
Il primo test per l’ormai ex Ciro di Marzio di Gomorra si profila con l’entrata in scena delle allieve dell’Accademia della Scala. Bolle crea una piccola coreografia, con dei movimenti che le ragazze devono riprodurre, per poi suggerire all’attore di fare altrettanto: ovviamente D’Amore fa quel che può, con dei movimenti del corpo semplici e che costruiscono una gag simpatica. “Amo la danza perché aiuta a conoscere la vita anche senza il bisogno delle parole“, dice D’Amore nel breve monologo che segue e che serve a fare da collegamento con la prossima esibizione.
Balletto sensuale ed elegante al tempo stesso quello che Roberto Bolle mette in scena con Melissa Hamilton, prima solista del Royal Ballet di Londra.
Muovendosi all’interno dello studio con l’ausilio di fotografie proiettate sulle pareti, Marco D’Amore parla del giovane Ahmad Joudah, un ballerino siriano perseguitato dall’Isis che è riuscito a scappare dal suo Paese rifugiandosi in Olanda per riuscire a realizzare il suo sogno. Bolle era il suo mito e stasera il sogno di ballare con lui si realizza, danzando sulle note di “Inshallah” di Sting che lo stesso cantante inglese intona. Un bel messaggio quello che Bolle ha voluto lanciare: la danza è anche strumento di salvezza dall’oppressione.
Ed ecco arrivare Pif. L’ex Iena prova a inventare un nuovo metodo per ballare, che chiama ironicamente “Tapis-roulant”. In pratica cammina su un tappeto rotante abbozzando dei movimenti sulle musiche di alcune tra i più noti balletti.
Lo show va avanti speditamente, con Marco D’Amore che prosegue nel suo ruolo di collante tra un segmento e l’altro. Stavolta l’attore “lancia” la performance di altri ballerini della Scala, che danzano meravigliosamente insieme a Roberto Bolle in una bellissima coreografia.
Musica decisamente diversa, più rockeggiante, quella su cui si sviluppa il balletto tra Roberto Bolle e Virginia Raffaele. La showgirl inizialmente è inquadrata mentre è seduta nel pubblico, poi si alza e si avvicina ad una porta tridimensionale che la porta all’interno del teatro La Scala. Lì comincia il brano che fa scoccare una vera e propria scintilla: la Raffaele effettua movimenti volutamente strani con il corpo, poi incontra Bolle, il quale la trasporta in tutto il teatro per ballare finendo la performance sul palcoscenico. Tutto poi termina lì dove era cominciato: la Raffaele riesce dalla porta 3D e si risiede nel pubblico.
Breve ma intensa la partecipazione di Miriam Leone: l’attrice siciliana prima assiste ad una coreografia che Bolle realizza insieme ad alcuni ballerini, per poi continuare con un monologo nel quale ricopre il metaforico ruolo della passione, quella che proprio i ballerini cercano di trasmettere con i loro armoniosi movimenti nello spazio. Seguono altri due balletti, inframezzati proprio dalla Leone che li introduce: uno di questi vede protagonista Bolle con Polina Semionova, prima ballerina presso il Teatro dell’Opera di Stato di Berlino.
Marco D’Amore introduce il prossimo ospite della serata, Tiziano Ferro: il cantante pontino intona “Il mestiere della vita”, ballata a pochi metri da lui da Roberto Bolle. I due, con l’ausilio di vecchie fotografie, spiegano come siano nate in loro l’amore rispettivamente per il canto e per il ballo, in quella che si profila come una reciproca confessione. Sul finire, Bolle e Ferro si scattano un selfie.
Si torna alla danza vera e propria con il balletto tra Roberto Bolle e Melissa Hamilton che mettono in scena la coreografia “Caravaggio”. Si resta davvero incantati nell’osservare la grazia di questa arte.
Roberto Bolle e Marco D’Amore stavolta ballano “l’uno contro l’altro”, immaginando un duello tra fazioni opposte. Rivediamo per un attimo l’atteggiamento tipico di Ciro di Marzio di Gomorra quando il ballerino chiede all’attore come interpreterebbe il ruolo di un cattivo in uno scenario di ballo.
Geppi Cucciari fa il suo ingresso in studio dopo un altro balletto, stavolta in solitaria, di Roberto Bolle. Si lamenta ironicamente perché Marco D’Amore non l’ha introdotta per poi prendere in giro l’etoile piemontese, svelando secondo lei ciò che Bolle non ha mai fatto in vita sua perché troppo impegnato a ballare. Poi, lo intervista per chiedergli dettagli della sua vita, ad esempio cosa mangia, qual è la sua giornata tipo, i sogni che vuole realizzare. Alle sue risposte fanno il paio i commenti ironici della comica, nel suo tipico stile incalzante. Per finire, un breve ballo sulle note di “Reality”.
Il montaggio serrato dello show ci conduce al prossimo ospite, Fabri Fibra. Il rapper introduce il balletto tra Bolle e Lil Buck, giovane ballerino americano che prima di spopolare danzava in strada. Un curriculum nettamente diverso, dunque, da quello dell’etoile italiana. Eppure, la danza riesce a far avvicinare anche due mondi all’apparenza opposti.
La serietà della danza viene piegata un po’ alle esigenze di intrattenimento con un balletto estrapolato dal Don Chisciotte, che vede protagonisti Bolle e Nicoletta Manni, prima ballerina alla Scala di Milano. Mentre loro danzano sul palco, Miriam Leone e Pif fanno da “traduttori” dei loro movimenti, cercando di spiegarne il significato. Numero divertente. Lil Buch ritorna di lì a poco sul palcoscenico per ballare “La morte del cigno”.
C’è spazio per la musica di Fabri Fibra: il rapper, dopo aver introdotto il balletto tra Bolle e Lil Buch, stavolta ha il palco per sè per cantare “Money for dope 2017”.
Roberto Bolle stavolta balla con l’etoile francese Leonore Baulac la coreografia de “Lo schiaccianoci” rivisitata dal grande Rudolf Nureyev. Il ballerino russo, intorno al 1990, notò l’allora giovane Roberto Bolle proponendogli anche un ruolo importante in un’opera che stava preparando, progetto che poi naufragò. Nureyev però ci aveva visto bene, data la carriera straordinaria di Bolle. L’ultimo balletto vede Roberto Bolle danzare insieme alle ragazze della scuola di ballo dell’Accademia della Scala.
Termina qui Roberto Bolle – Danza con me. Un prodotto davvero eccellente, con un Roberto Bolle che ha saputo mettere al centro dello show non tanto se stesso, quanto la suprema arte della danza. Una scelta non facile, ma che ha mostrato di essere fondata soprattutto per la qualità del programma: guardandolo, anche chi non è esperto o almeno competente non ha potuto non restare affascinato dalla bellezza delle esibizioni messe in scena.
Televisivamente lo show ha retto anche per la bravura di Marco D’Amore, che ha superato l’esame dimostrando di saper gestire un ruolo inedito per lui: l’attore napoletano questa sera è stato narratore, conduttore, collante fra un blocco e l’altro e talvolta “spalla” di Bolle. Ciò dimostra la crescita costante di un professionista che “Gomorra” ha contribuito a lanciare, e che adesso vuole dimostrare di essere non soltanto il Ciro Di Marzio che tanti conoscono.
Molto positiva anche la gestione degli ospiti: la loro presenza non è stata subordinata a fini promozionali, ma ognuno ha portato qualcosa di originale allo show, in base alle proprie pecurialità. Spicca su tutti la performance di Virginia Raffaele che ha confermato le sue qualità di ballerina, grazie alla quale ha contribuito a confezionare un numero divertente e non semplice da eseguire. Un plauso anche alla regia e al montaggio: non era semplice seguire i movimenti di Bolle e dei tanti ballerini che si sono alternati sul palco, ma si è riuscito a farlo con inquadrature capaci di colpire il telespettatore e non stordirlo. Infine, il montaggio, piuttosto intenso, ha dato il ritmo giusto alla trasmissione che non ha perso di intensità neanche per un minuto.