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La società del Boss in incognito ha la sede operativa a Fiano Romano e nasce nel 2008 dalla trentennale esperienza della sua famiglia, Riesce a imporsi rapidamente come punto di riferimento per le principali aziende di elettrodomestici ed elettronica di consumo nell’area del Centro-Sud.
Specializzata nel settore degli elettrodomestici, vanta un fatturato di 9 milioni di euro l’anno, gestisce due magazzini (per un totale di 14 mila metri quadri coperti) ed ha oltre 200 dipendenti. Servendosi di 10 furgoni, 40 motrici e 30 bilici, effettua, ogni giorno, 3.000 spedizioni.
Angelo Rinaldi è fermamente convinto che l’essere umano è al centro della produttività: “Bisogna investire molto sulla tecnologia, ma soprattutto sulla formazione, perché la differenza la fanno, come sempre, gli uomini con la loro capacità di affrontare e risolvere anche le situazioni più imprevedibili”.
Rinaldi ha scelto di partecipare al docu- reality come Boss in incognito per scoprire, all’interno della sua azienda, punti di forza e situazioni critiche da migliorare. La settimana di lavoro nelle varie sedi della sua azienda lo porterà a fare il camionista, il facchino, il magazziniere e a conoscere più a fondo le storie dei suoi dipendenti che ritiene essere l’anello portante della sua società.
Infatti uno dei punti cardine della trasmissione è il rapporto che si viene a creare tra il manager in incognito e le persone che lavorano con lui. Tutto ciò consente al dirigente di conoscere più da vicino i propri dipendenti
I manager di queste dieci puntate in onda sono professionisti che provengono da realtà imprenditoriali di grande rilievo. Abbiamo già visto nelle puntate andate in onda che ci sono stati imprenditori della ristorazione, della moda, dei trasporti fino all’industria dolciaria, solo per citarne alcuni. Oltre alla novità di apparire in televisione in un ruolo così singolare, c’è il desiderio di spingersi nei meandri delle proprie aziende perr scoprire da vicino situzione delle quali mai avrebbero saputo le reali condizioni.
La parte più simpatica del docu reality è la metamorfosi finalizzata a creare un’identità immaginaria e fingere – per giustificare la troupe televisiva al seguito – di stare girando un documentario sul mondo del lavoro.