Una puntata all’insegna della più schietta tradizione sanremese, un omaggio alla musica italiana che, però, non sempre è stata celebrata nel migliore dei modi: molte le cover le cui rivisitazioni sono apparse notevolmente discutibili. Proprio in tale atmosfera consona alla sacralità della liturgia canora, si sono inserite gaffe, papere, imprecisioni, interventi di altrettanta discutibile validità. E la dissacrazione si è lentamente intrufolata sul palcoscenico dell’Ariston.
Ha iniziato Carlo Conti con un piccolo peccato veniale: ha confuso il nome della vincitrice della seconda sfida tra le Nuove Proposte. Niente in confronto a quanto ancora sarebbe accaduto. Micidiali gli interventi di Arisa che, infortunata, è apparsa svanita, fuori dalla realtà, in preda ad un vero e proprio “straniamento” dovuto certamente alla sua sofferente situazione fisica.
{module Google richiamo interno} Insomma momenti di umorismo involontario e di ilarità inconsapevole che si sono materializzati anche nella esilarante presenza, a sorpresa, di Massimo Ferrero. Al punto che Conti ha dovuto più volte sottolineare ” è l’originale, non è l’imitazione di Crozza”.
Discutibili, invece, i due interventi comici di Luca e Paolo. Il primo voleva essere un omaggio agli artisti scomparsi nel corso degli anni, ma è stato realizzato in maniera inopportuna e con un alone di humour noir che metteva persino a disagio.
Dopo la mezzanotte, in orario non protetto, il duo è tornato con il racconto di una coppia gay che si prepara al matrimonio. In un linguaggio ingessato e privo di ogni spunto comico, si è voluto solo portare sul palcoscenico dell’Ariston la tematica del matrimonio e delle adozioni tra omosessuali. Ma già nella gestione Fazio- Littizzetto l’argomento era stato affrontato, forse anche in maniera più delicata.
Momento “impegnato” il collegamento con Samantha Cristoforetti dalla stazione spaziale. Però l’astronauta era già intervenuta sabato scorso nel talk show di Fabio Fazio Che fuori tempo che fa.
Sottotono anche Emma Marrone, mentre Rocio Munoiz Morales vuol far dimenticare di essere su quel palcoscenico per meriti non prettamente professionali. E sfodera una sicurezza inconsueta e quasi irritante.
Una menzione particolare, ma in negativo, va alla regia della kermesse canora: è stato particolarmente difficile notare le mise degli artisti in gara. Solo in alcuni momenti venivano inquadrate in maniera completa. Per lo più abbiamo notato primi piani o immagini a mezzo busto che non hanno reso un buon servigio agli stilisti degli abiti.