Si comincia con un ingresso in grande stile, con la voce fuori campo che introduce i due conduttori con i toni trionfalistici da giudici di X Factor. Il senso del programma, spiegano i due giornalisti, sta nel discorso di Mattarella trasmesso prima del loro ingresso: portare gli italiani al voto.
La scena è subito di Loquenzi, a cui viene affidato un monologo che parte da “Spelacchio” e arriva all’immondizia: tra i tanti problemi di Roma, spazzatura su tutti, i media si sono occupati solo del triste albero di Natale. L’editoriale viene inframmezzato da immagini, stralci di servizi televisivi, ospitate dei politici in tv: la vicenda spazzatura romana viene ripercorsa a ritmo incalzante, non senza sottolineare che noi cittadini siamo bravi ad auto assolverci dalle nostre responsabilità in merito.
Nella trattazione ci si appella anche a un punto di vista terzo, che esuli dagli interessi politici: quello di Alessandro Marangoni. L’economista ricorda l’esempio positivo delle gestione di Napoli, dove si è aumentata la raccolta differenziata e contemporaneamente è partito l’inceneritore di Acerra. Fino a pochi anni fa infatti, se si parlava di emergenza rifiuti, veniva subito in mente la città partenopea.
Viene poi volto lo sguardo all’estero: Vienna, Copenaghen, capitali in cui i rifiuti vengono convertiti in energia.
Arriva a questo punto Annalisa Bruchi, con cui si ironizza sulla fine di “Spelacchio”. Breve filmato con i politici raggiunti al “vertice di Arcore” e in studio è tempo di ospiti: già seduti ai loro posti, Silvio Berlusconi e Virman Cusenza. Prima del confronto però, pubblicità.
La Bruchi, protagonista di questo momento, chiarisce subito le regole: ogni ospite può contare su delle carte da calare, quali filmati o la presenza di un altro colpo di Stato. Berlusconi ha dalla sua un servizio low profile: i 5 “colpi di Stato” che hanno massacrato la democrazia negli ultimi 25 anni. Al rientro in studio, sottolinea sia un miracolo che, nonostante tutto, lui possa essere lì.
La Bruchi fa notare che non c’erano carri armanti, Cusenza che il termine usato è quantomeno improprio.
Com’è nel suo stile, Berlusconi straborda elencando i meriti del suo operato, le imprese politiche, le manovre per far cadere il suo governo. Dall’altra parte, colui chiamato a fargli da contraddittorio, nel 2018 gli si rivolge chiamandolo “presidente”.
Il monologo di Berlusconi, più che dagli interlocutori, viene interrotto dal servizio di Alessia Ballanti: dal 2012 sono più di 76mila le azienda fallite in Italia. Si ritorna quindi alla discussione in studio: l’argomento centrale è la flat tax.
Prossimo tema, lo ius soli. Lo introduce un apposito servizio, in cui un ragazzo con cittadinanza somala, ma residente in Italia da 25 anni, spiega le difficoltà dovute al dover rinnovare il permesso di soggiorno ogni anno, tessera sanitaria, contratti di lavoro.
Allo ius soli viene collegata l’immigrazione e la delinquenza, attraverso la testimonianza di un uomo che ha sorpreso un ladro in casa, di nazionalità albanese, e gli ha sparato.
Collegamento ora da Norcia, dove la terra continua a tremare. Nicola Alemanno, il sindaco, racconta di aver dato il via a una struttura di aggregazione per i cittadini: un posto dove rifugiarsi in caso di una nuova scossa. Per farlo, ha fatto ricorso all’emergenza: una mossa che gli è costata l’iscrizione nel registro degli indagati. Dal canto suo, il sindaco spiega che in altro modo i tempi sarebbero stati lunghissimi: tra poco inizierà a nevicare, la temperatura è proibitiva, prendere decisioni era necessario per dare alle persone la “possibilità di vivere tranquille”.
Dopo il break pubblicitario, ecco il momento “disturbatore”. Roberto Gervaso, seduto su un trono, dice di essere stato molestato quando aveva 40 anni. Prosegue: “Le molestie di un uomo impotente alle donne sono eroiche e vanno elogiate”. E poi: “Un molestatore e una molestatrice non sono la stessa cosa, attenzione. Però al di là delle battute, è una vergogna che donne disposte a tutto all’inizio della carriera dopo 20 anni si ricordano in questo modo di chi le ha beneficate”.
Senza alcun nesso logico, di colpo, si passa dall’intervento controcorrente (o supposto tale) a un filmato immersivo che documenta le operazioni anti ‘ndrangheta dei carabinieri in Calabria. si tratta di un’anteprima de Lo squadrone, che verrà trasmesso come serie da febbraio su Rai 2.
Siamo giunti all’ultima parte della puntata: Giancarlo Loquenzi intervista Pierferdinando Casini.”Ho accettato -dichiara l’ospite- l’ incarico di Presidente Commissione Banche per spirito di servizio e penso che ci siano dei risultati, anche in termini dei consigli che daremo al legislatore, come la necessità di specializzare la magistratura nel perseguire reati finanziari”. Su domanda diretta di Loquenzi, Casini sostiene che la Boschi non debba dimettersi.
Politicamente, ritiene pessima la demagogia di Salvini: “5 Stelle o Salvini sono pericolosi, e votare Berlusconi significa votare Salvini”.
Nessuna previsione per il futuro governo, ma apprezzamento per l’operato di Renzi e Gentiloni.
La puntata si conclude qui, senza sforare rispetto all’orario previsto.