Nel ruolo del prefetto di ferro Raifiction ha voluto l’attore Vincent Peres, mentre nella parte della baronessa Chiaromonte c’è Gabriella Pession. Anna Foglietta interpreta la moglie del prefetto, Angelina. La storia sembra abbastanza aderente alla realtà, soprattutto per quanto riguarda la spietata lotta alla Cupola che Mori intraprese e la descrizione delle difficoltà incontrate, fino alla scoperta dei cosiddetti “colletti bianchi”, gli insospettabili,cioè, che erano a capo di tutta l’organizzazione
I richiami alla drammatica realtà della nostra storia più recente ci sono tutti. La fiction, sotto questo punto di vista, è emblematica e significativa. Mostra quanto sia stato arduo far rispettare la giustizia per il prefetto Mori che ha trovato sulla sua strada le medesime difficoltà di personaggi come Dalla Chiesa, Cassarà, Falcone e Borsellino. E soprattutto evidenza la solitudine del protagonista nella fase finale, quando arriva a scoprire i vertici della piramide mafiosa.
Tutto sommato la miniserie è un discreto prodotto. Peres nella parte di Mori è credibile, riesce a esprimere tutta la molteplice gamma di sentimenti che si agita nell’animo non solo del poliziotto ma anche dell’uomo e del marito. Analoga considerazione per la Foglietta che interpreta la moglie Angelina. Ambedue gli attori mostrano una espressività che scaturisce dalla credibile immedesimazione nei personaggi. Certo, qualche aggiunta sentimental-retorica è stata fatta dagli sceneggiatori, secondo una tradizione propria della faction made in Italy. E la scrittura in alcuni tratti, evidenzia la solita prevedibilità. Ma questo è uno dei pochi casi nei quali bisogna mirare al risultato, all’obiettivo da raggiungere. Che è quello di far conoscere anche al target televisivo più giovane la storia di Cesare Mori, di cui solo un pubblico più che adulto conserva il ricordo.
Tra i personaggi femminili,anche Gabriella Pession, nel ruolo della baronessa Chiaromonte,riesce a recitare con dignità. E gli altri attori di contorno fanno la loro parte senza troppe sbavature retoriche. Gli ambienti dell’epoca sono ricostruiti con una accuratezza maggiore del solito, e le scene girate in esterni appaiono meno artigianali. La sicilianità è utilizzata come elemento necessario, visto che la vicenda si svolge nell’isola, ma non è troppo accentuata e caricata.
Fin dall’inizio della prima puntata, con il brutale assassinio di uno degli uomini migliori di Cesare Mori, si capisce che c’è una buona dose di violenza nella sceneggiatura. Ma è quella violenza che ha brutalmente spezzato servitori dello Stato anche nella nostra storia più recente.
La platea di Rai1 ha accolto discretamente la fiction: Cesare Mori, il prefetto di ferro, ha conquistato infatti 3.929.mila spettatori con il 16,97% di share.
prefetto che voleva sconfiggere la mafia.