Che tipo di percezione ha avuto rivedendosi nelle puntate? Come si giudica?
Mi son visto piuttosto bene perché sembro un ragazzo molto educato e serio. Fa senz’altro un certo effetto rivedersi sul grande schermo e mi ha colpito come, nella prima puntata dei live, apparissi spaesato. Ci ha pensato Joe Bastianich a prendermi in giro [dice scherzando].
C’è qualcosa che, a posteriori, avrebbe mutato?
Senz’altro. Mi sarei dovuto far notare maggiormente dai giudici, sia sul piano culinario che caratteriale. Avrei dovuto osare di più con le ricette e con le frecciatine.
Perché pensa che quell’atteggiamento paghi?
Temo di esser stato un po’ anonimo. Sapevo di esser lì per imparare per cui, quando mi veniva detto qualcosa, preferivo incassare provando a far meglio la volta successiva; invece, probabilmente, sarebbe stato meglio dire anche la mia.
Quanto avrebbe mutato della prova che l’ha portata all’eliminazione?
Dettagli, ma ovviamente avrei sempre operato sul piano tecnico secondo i suggerimenti che hanno fornito i giudici.
Non era mai accaduto prima che si facesse provare il cibo ai cani, quanto l’ha spiazzata?
Devo ammettere tanto. Mi è sembrata una trovata televisiva.
Com’è nata la sua passione per la cucina?
Ho sempre avuto tantissima fame, pensando al cibo nei vari momenti della giornata. In più amo molto cucinare per gli altri, invitavo i miei amici anche quando frequentavo il liceo e adesso, che son studente fuori sede, sperimento ancora di più.
Quali sono, in questo ambito, i programmi televisivi che più l’hanno influenzata?
MasterChef in primis, lo guardo dalla prima edizione – ero in terza media. Aggiungerei ‘Cucina con Gordon’ e apprezzo molto il format di ‘Quattro ristoranti’.
Quali insegnamenti ne ha tratto?
Con Gordon ho imparato a usare il burro e anche a disossare un pollo, il che mi è servito proprio durante MasterChef.
Sul piano umano quanto ha influito quest’esperienza?
Ho imparato tantissimo e ho stretto dei legami profondi. Sul piano pratico ho appreso come cucinare il pesce avendo preparato solo ricette di mare da quando sono stato ammesso. Inoltre adesso ho compreso l’importanza degli ortaggi come ci ha insegnato chef Klugmann. Oggi non faccio più degli errori, che prima commettevo comunemente, alla prima mystery box avrei buttato una foglia di rapa, ad esempio, e, invece, lei mi consigliò come muovermi.
MasterChef l’ha stimolata, quindi, sul piano creativo?
Moltissimo, ha allargato i miei orizzonti anche sull’utilizzo degli ingredienti.
Qual è la sfida che più l’ha messa in crisi?
L’esterna a Bologna. Ho tagliato centocinquanta cipolle con Caterina e disossato nove chili di agnello, avevo tagli dappertutto.
Quanta corrispondenza c’è stata tra le aspettative che si era creato da spettatore e la vita all’interno del talent?
Non pensavo fosse così dura la vita dietro le telecamere. In tv una prova dura circa venti/venticinque minuti, noi trascorrevamo giornate intere. E’ impegnativo, sia fisicamente che mentalmente, cominciare la mattina presto e concludere in tarda serata, con ore in cui può capitare che non si faccia nulla e ti inquadrano stando fermo.
Stefano, quali sono le sue aspirazioni per il futuro?
Mi piacerebbe lavorare nel mondo dello spettacolo – nell’intrattenimento – così come in cucina. Dovrei laurearmi a settembre. Il resto sta a me.