In occasione della sua nomina a senatrice a vita, la Segre ha commentato: “Ci sono parecchie cose che potrò raccontare in Senato e spero che ci siano orecchie per sentire”. E poi: “Io non ho mai fatto politica nella mia vita e non credo che a 87 anni potrei dare un contributo al di là di quelli che sono i miei valori e le esperienze di una vita passata attraverso l’espulsione dalla scuola, l’arresto quando avevo 13 anni, la prigionia, l’essere stata operaia schiava, una ‘clandestina’ che chiedeva asilo e non l’ha avuto”.
A chi le chiedeva quali saranno i primi atti che farà ha risposto: “Non voglio fare anticipazioni politiche, perché non sono ancora entrata in Senato. Però, essendo una persona dalla mentalità molto aperta, penso che mi comporterò da tale anche quando sarò operativa”.
A Che tempo che fa la neo senatrice parlerà della sua vita, reduce dell’Olocausto, racconta come sia riuscita a sopravvivere ai campi di concentramento nazisti e ne testimonia tutti gli orrori.
La Segre racconta che fu arrestata all’età di tredici anni. Dopo sei giorni in carcere a Varese, fu trasferita a Como e poi a Milano, dove fu detenuta per quaranta giorni.
Il 30 gennaio 1944 ne fu disposto il trasferimento al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Fu separata dal padre, che non rivide mai più e che sarebbe morto il successivo 27 aprile. Anche i nonni paterni, deportati ad Auschwitz, furono uccisi al loro arrivo, il 30 giugno.
Alla fine di gennaio del 1945, dopo l’evacuazione del campo, affrontò la marcia della morte verso la Germania.
Venne liberata dall’Armata Rossa il primo maggio 1945 dal campo di Malchow. Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati al Campo di concentramento di Auschwitz, Liliana Segre fu tra i venticinque sopravvissuti.