Ma non ci hanno fatto mancare neppure “Via col vento” e adesso è in replica anche la lunga serie “Una grande famiglia”, su Rai1, in attesa del sequel e addirittura del prequel che arriveranno entrambi nella stagione autunnale. Per non parlare di alcune serie considerate portatrici di valori positivi come “Ho sposato uno sbirro” che imperversa nella mattinata di Rai1. E si pone come una sorta di contraltare laico di “Don Matteo”.
Repliche anche a Mediaset che non si salva certo, proponendo il Music Summer Festival e Studio 5 di Alfonso Signorini. Sia per i filmati di Signorini che per la nostalgia da Festivalbar, l’effetto amarcord, apprezzato dal pubblico generalista, fa da padrone in entrambi i casi.
A proposito dell’estate targata Mediaset carente di nuove e interessanti proposte, Italia Uno sta mandando in onda Mankind, programma -almeno nelle intenzioni- di divulgazione scientifica. Molti non sanno, però, che è andato in onda su History Channel ed è stato riadattato da Italia Uno, che ha inserito alla conduzione Nicolai Lilin, autore di Educazione Siberiana, il romanzo da cui è stato tratto il film di Gabriele Salvatores.
Mankind ha la pretesa di ripercorre la storia dell’evoluzione dell’umanità ma, a giudicare dalla prima puntata, sembrano presenti le atmosfere inquietanti di Mistero.
Insomma,niente di nuovo sul fronte televisivo generalista, ma questa ripetizione di contenuti, se è parzialmente giustificabile in una tv commerciale come Mediaset, lo è meno in Rai, azienda di servizio pubblico.
Certo qualche maldestro tentativo di sperimentazione è in atto. Ci ha provato Rai2 con una puntata zero di “Il mattino dopo”, con la conduzione di Jane Alexander. Ma le tracce d’audience racimolate (poco più del 3% di share) hanno fatto subito desistere i responsabili di rete da una riproposizione del programma nei palinsesti autunnali. Restano da sperimentare altre tre trasmissioni, Legend, Il verificatore, Facciamo pace, ma se le premesse sono queste, i risultati non si prospettano positivi.
Intanto l’estate televisiva, alle repliche stagionali,che arrivano fisse come le tasse da pagare, affianca una marea di prime e seconde serate dedicate ai premi più vari che si tengono su e giù per l’Italia, nelle più belle città della penisola. E sono proprio le città che divengono spettacolari palcoscenici naturali e compensano la pochezza dei contenuti con vedute e immagini mozzafiato. Finora ci hanno proposto, tra gli altri, il Premio giornalistico Biagio Agnes (22 giugno), il Premio giornalistico internazionale Mario Luchetta (10 luglio), i Nastri d’argento (13 luglio). Ma non siamo ancora nel pieno della stagione calda, la quantità di altri appuntamenti di questo tipo è destinata ad aumentare. Con l’aggravente che, in questi appuntamenti, la conduzione è quasi sempre affidata a personaggi di secondo piano che o hanno la gestione dell’intera serata, oppure affiancano i volti noti delle reti, in una sorta di apprendistato molto poco convincente.
Lasciate ogni speranza, o voi che vi sintonizzate.