Riondino interpreta Giovanni Bovara il nuovo ispettore ai Mulini che è arrivato a Montelusa. Anticipa l’attore: Bovara pur avendo radici siciliane è vissuto sempre a Genova ed ha naturalmente assimilato tutta la mentalità della gente del Nord. Quando torna a Montelusa per il suo nuovo incarico, si ritrova in tutto e per tutto un vero e proprio uomo del Nord e fin da subito fatica a comprendere il vero sistema di potere, ovvero il potere della mafia, che detta legge sull’isola. Finirà vittima delle trame del potentissimo boss della mafia di Montelusa e dell’intera Sicilia Don Cocò Afflitto. Per riuscire a salvare la propria vita dovrà tornare a pensare con l’ottica siciliana e adottare le medesime dinamiche dei suoi nemici.
Poi Riondino continua. Il romanzo di Camilleri è un vero e proprio film sulla connivenza che legava i governanti e i gendarmi all’epoca. Racconta anche di una Italia spaccata in due sia dal punto di vista politico che linguistico. Ed infatti i dialetti sono l’ingrediente principale di tutto il romanzo. Mi vedrete all’inizio parlare in genovese stretto, e a metà del film mi sentirete parlare in siciliano strettissimo.
Sempre Riondino conclude: Cerco di usare nel mio personaggio una sapiente miscela di ironia e sarcasmo, io so quanto è importante la comunicazione e alla base del mio personaggio e della storia raccontata c’è proprio l’ambiguità.
Per sapere quanto ci ha detto ancora Riondino, soprattutto sui suoi progetti futuri, vi rimandiamo alla nostra intervista.