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La Callipar iprosegue-: “eppure alle donne non manca certo la sensibilità soprattutto verso il mondo dell’infanzia con il quale hanno un contatto privilegiato sia che esse siano madri o meno. In Italia purtroppo la donna non è aiutata e deve farsi carico non solo del lavoro ma anche della gestione e dell’andamento della famiglia. Questa ‘fatica’ porta spesso ad un’auto-esclusione favorita anche da una strisciante (ma neppure troppo) mentalità maschilista. Collaboriamo, aiutiamoci!”.
La Presidente Rai Anna Maria Tarantola, intervenendo al dibattito, ha ribadito la volontà ad incrementare la partecipazione femminile “sia come azienda, aumentando la presenza di donne in ruoli produttivi chiave, sia come editore, valorizzando la presenza di donne esperte nelle varie trasmissioni e puntando ad un’immagine femminile non stereotipata, reale e fedele all’universo della donna di oggi”.
Un impegno che è anche un auspicio non solo per arrivare ad un’uguaglianza di genere ma per la consapevolezza che inserire “più donne nel mondo del lavoro comporta aumento del Pil, più salute e migliore educazione per i bambini, maggiore sicurezza per le famiglie, meno povertà” ha aggiunto, oltre a rappresentare un fattore positivo “in termini di giustizia e di sviluppo economico e sociale e di crescita del benessere per tutti” soprattutto per i ragazzi che sono i maggiori fruitori del prodotto.
“Una maggiore presenza di donne – ribadisce infatti la Presidente Tarantola – come costruttrici di contenuti nell’industria dell’animazione è importante per veicolare messaggi positivi per l’adulto di domani”. E tornando sul mondo dell’animazione, la Presidente ha ribadito che “i contenuti dei cartoni animati possono proporre in modo semplice e concreto storie che trasmettono i valori dell’uguaglianza, pur nella diversità di genere, del rispetto reciproco, della condivisione”, citando come esempi alcune coproduzioni Rai Fiction.
Tra queste “ la serie animata “Lulù Brum Brum” ha per protagonista una vivace tartarughina che rompe dichiaratamente ogni stereotipo e che si muove veloce come il vento, ma si sofferma quando occorre per cogliere e gestire le componenti emotive del gruppo. Questa caratteristica tipicamente femminile riesce a liberare un’energia positiva, a tracciare un percorso di crescita più rispettoso delle singole personalità. Anche nella serie per piccolissimi “Mofy”, la protagonista è custode della crescita emotiva e la sperimenta in prima persona facendo per così dire da “avatar emotivo” per i piccoli spettatori. Il suo aspetto di tenero batuffolo di cotone veicola ogni tipo di tematica e argomento e aiuta a riconoscere e gestire anche conflitti e paure.
Un’ultima menzione per “Topo Tip”, modernissima e coinvolgente serie in 3D, attenta ad una rappresentazione della famiglia rispettosa dell’equilibrio di genere, scritta da un’autrice, Valentina Mazzola, che ha ben misurato rigore, fantasia e divertimento a beneficio di un prodotto che si sta affermando anche fuori del nostro Paese”. E poi, dice sorridendo “ queste serie piacciono tanto alle mie nipotine”.
Potenzialità e difficoltà ma soprattutto capacità di superare gli ostacoli, sembrano essere le caratteristiche del lavoro ‘al femminile’ anche nell’ambito dell’animazione. Con una grande fiducia nel futuro che Tarantola non manca di ribadire “Credo che le donne possano contribuire in modo rilevante all’arricchimento di temi, modalità narrative e modelli produttivi che si traducono in una spinta a superare l’ancora persistente squilibrio di genere. Anche le autrici, sceneggiatrici, scenografe, registe, animatrici, disegnatrici, produttrici, distributrici, del mondo dell’animazione, incontrano difficoltà nel loro lavoro, perché su di loro ancora grava gran parte del lavoro di cura e per una strisciante discriminazione implicita. Ma con il loro lavoro possono contribuire a modificare la cultura, a combattere stereotipi e pregiudizi. Una bella responsabilità, ma anche una bella soddisfazione. Non dimentichiamo che il lavoro delle donne costituisce una importante risorsa culturale per la costruzione di identità, memoria e appartenenza sociale”.