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All’incontro, moderato dal giornalista Giampiero Gramaglia, sono intervenuti esperti del settore e i vertici di Infocivica: il Presidente Massimo de Angelis, i vicepresidenti Gianni Bellisario e Andrea Melodia e il Segretario generale Bruno Somalvico. A conclusione dei lavori si è tenuta anche una tavola rotonda sui temi affrontati, coordinata da Carlo Rognoni con il contributo, tra gli altri, dei Senatori Alberto Airola e Raffaele Ranucci.
Nel corso del convegno, i rappresentanti di Infocivica, associazione che da sempre ha tra i suoi obiettivi il rinnovamento del servizio radiotelevisivo, hanno presentato un documento programmatico contenente delle proposte che vogliono dare un nuovo volto alla Rai, alla luce dei profondi cambiamenti imposti dalla rete e della tecnologia.
Nel 2016 è prevista la proroga della concessione statale a Viale Mazzini come concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo. Un rinnovo che non deve esaurirsi in una semplice prosecuzione del rapporto tra le parti, ma che, secondo le idee dell’associazione, deve essere per la Rai l’inizio di una rivoluzione culturale in grado di proiettarla con forza nel mondo del web e di trasformarla in un’azienda basata davvero sulla crossmedialità.
Una vera e propria “rottamazione”, insomma: da fornitrice di trasmissioni, l’obiettivo è diventare una Media Company, che assorba le attuali funzioni della Rai declinandole in un’ottica di interattività. La sfida più difficile, ma necessaria, per rafforzare il ruolo di Viale Mazzini come prima azienda culturale italiana, sta nel diventare il centro nevralgico di tutti i fili della comunicazione nazionale. Questo porterà ad allargare il suo raggio di azione, coinvolgendo un’utenza sempre più ampia ed attiva, che potrà vedere nella sua offerta, soprattutto sul web, uno spazio in cui leggersi e riconoscersi.
Data questa nuova prospettiva, i rappresentanti di Infocivica hanno esortato le forze politiche a garantire costituzionalmente a tutti l’opportunità di usufruire della rete. Secondo l’opinione dell’associazione, come i diritti alla salute e all’istruzione vengono garantiti all’interno della Carta costituzionale, così deve essere anche per l’accesso al web. In questo senso, l’invito è ad aggiornare l’articolo 21, relativo alla libertà di manifestazione del pensiero.
L’accesso universale alla rete, inoltre, dovrà inoltre comportare una gestione pubblica, o in collaborazione con i privati, della banda larga, fondamentale per un’adeguata fruizione di Internet. Allo stesso tempo, il servizio pubblico dovrà creare un sistema di trasporto di dati informatici, occupandosi del controllo e della gestione, compiti particolarmente delicati visto l’allargamento progressivo degli utenti della rete negli ultimi anni. Per fare questo, però, dicono da Infocivica, “occorre un grande atto di responsabilità della politica”.