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Come già accaduto nella prima edizione, Augias spazia nel mondo della cultura abbracciando tutti i settori. Si occuperà di artisti che hanno lasciato impronte indelebili nelle rispettive discipline, come Mozart, Einstein, Michelangelo, Leopardi, Shakespeare, Fellini, solo per citare alcuni nomi.
Ma la novità di quest’anno è la presenza di un persaggio della nostra attualità. Tra questi troviamo Papa Francesco che rappresenta un “visionario” in fieri, propositivo, semplice nella propria opera di avvicinamento della Chiesa ai più deboli. Insomma un protagonista dei nostri tempi.
Ogni appuntamento inizia con “l’intervista impossobile”: Augias dialoga idealmente con un grande del passato, protagonista della puntata, ponendogli domande e chiedendogli opinioni.
{module Google richiamo interno}Subito dopo si costruisce il profilo storico, culturale, umano, professionale del “visionario” con l’aiuto di esperti in studio. Si cerca di proporre al pubblico un quadro completo del personaggio. E il conduttore ne inquadrerà la presenza nella sua epoca spiegando come abbia anticipato il futuro.
Intanto, puntata dopo puntata, vengono posti interrogativi e quesiti ai quali si darà, per quanto è possibile, una risposta. Ad esempio: “è vero che la musica può avere effetti curativi su alcune patologie, soprattutto la musica di Mozart?
Si cercherà di capire come dovrà essere la Chiesa auspicata da Papa Francesco e quanto valore hanno oggi i messaggi di pace e non violenza lanciati nel corso dei secoli da grandi pensatori. Ci sarà spazio anche per le arti dello spettacolo: può il teatro, ad esempio, migliorare la vita di ciascuno di noi?
Il professore Vittorino Andreoli, come psichiatra, traccerà un profilo psicologico del personaggio, mentre il sociologo Ilvo Diamanti realizzerà per il programma, un sondaggio per ogni puntata. Inoltre ci saranno ulteriori documenti e testimonianze e anche filmati.
“Conclude Corradi Augias: “Vogliamo presentare al pubblico della televisione dei personaggi che hanno dato un enorme contributo alla cultura con un’intuizione, cambiando le regole del gioco. Anche noi vorremmo cambiare de regole del piccolo gioco televisivo con un programma culturale che non tema di parlare di scienza, di filosofia, di teoria politica, di teologia. Argomenti raramente affrontati su questo mezzo. Una televisione che serva a qualcosa. Ammesso che l’operazione riesca”.
Qui l’edizione dello scorso anno.