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Sei le grandi storie di liberazione proposte: Napoli, Roma, Firenze, Genova, Milano e Torino, ciascuna ha lottato fino allo stremo per cacciare l’oppressore. Ciascuna ha sacrificato sé stessa per ritrovare sé stessa. Ed è proprio attraverso queste città che il racconto del 25 aprile realizzato dalla tv di Stato attraverso moderne analisi storiografiche, repertori inediti, ricostruzioni avvincenti spiegate da grandi divulgatori.
Napoli – Le Quattro Giornate rappresentano per la storia della città partenopea uno straordinario momento di coraggio e di unità. Per quattro giorni, infatti, dal 28 settembre al 1° ottobre 1944 i napoletani imbracciarono le armi, eressero barricate, lanciarono bombe, tesero agguati, costringendo le truppe tedesche alla resa, alla fuga. Le azioni anti naziste avvennero in ogni quartiere della città: in particolar modo al Vomero, all’Arenella, a Capodimonte, a Ponticelli, i cittadini si dimostrarono uniti come mai prima contro il nemico. Straordinaria la solidarietà della popolazione con quel pugno di combattenti, che si moltiplicava in ogni punto della città. Napoli si è liberata da sola.
Roma – È il 4 giugno 1944 quando Roma, dopo un’occupazione nazifascista durata 9 mesi, viene liberata da truppe americane della V armata, comandate dal Generale Clark. Il “Regno del Sud” è finito. Il Re firma il decreto di luogotenenza a favore del principe Umberto, con il consenso del Comitato di Liberazione Nazionale e della Commissione Alleata di controllo. Per la Repubblica di Salò la caduta di Roma rappresenta un colpo mortale. Mussolini in un discorso radiofonico esorta la popolazione a combattere l’invasore americano, ma le sue parole caddero nel vuoto.
Genova – Il 24 aprile 1945 a mezzanotte, il Comitato di liberazione nazionale (Cnl) ligure delibera l’insurrezione-. Incominciano così le operazioni per cacciare l’invasore. A Genova si combatte in ogni dove, su più fronti. Dopo tre giorni di estenuanti combattimenti, il 26 aprile alle 9 del mattino l’annuncio: «Genova è libera». É il democristiano Paolo Emilio Taviani, esponente del Cln, a dare la notizia alla radio dell’avvenuta capitolazione tedesca. Solo una parte degli ufficiali nazisti, però, esegue l’ordine di ritirata. I sappisti genovesi, con l’aiuto delle brigate di montagna arrivate in forza in città, attaccano i tedeschi nella zona portuale. Genova, dopo ulteriori scontri, è finalmente di nuovo italiana a tutti gli effetti.
Torino – Alla sera del 24 aprile 1945 a Torino il CLNP e il Comando militare regionale del Piemonte diramano alle formazioni partigiane l’ordine dell’insurrezione. Iniziano quattro giorni di scontri: Torino è liberata il 28 aprile, dopo estenuanti battaglie. La resa delle formazioni tedesche e fasciste di stanza in Piemonte avviene definitivamente il 2 maggio.
Firenze – L’11 agosto 1944 il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale dà il segnale, con il suono della martinella, dell’insurrezione della città e dell’assunzione dei poteri civili e militari. “Firenze aveva dovuto inventare la guerra partigiana, la guerra di città, i Comitati di Liberazione come organi di governo. […] Firenze mostrava la strada della guerra popolare italiana, della rivoluzione popolare italiana. Non vi erano precedenti”, scrive un anno dopo Carlo Levi. Alle ore 8 dell’11 agosto la città fu evacuata dalle truppe tedesche e i membri del Comitato si insediavano in Palazzo Medici Riccardi unitamente al Comando militare…
Milano – La liberazione del capoluogo lombardo avviene proprio nella storica data del 25 aprile 1945, quando i partigiani riescono a porre definitivamente fine all’occupazione dei nazisti e dai fascisti. Pochi giorni dopo anche a Milano arrivano le truppe alleate. Quando a Milano inizia la resurrezione, Benito Mussolini si trovava ancora in città. Di fronte al precipitare degli eventi e al fallito tentativo di concordare col Comitato di liberazione nazionale una resa onorevole, il dittatore tenta la fuga, travestito da soldato tedesco e sotto la scorta delle SS, verso la Svizzera. Ma giunto nei pressi della frontiera, per via delle difficoltà di superare il confine, il gruppo si unisce a un distaccamento tedesco in ritirata. A Dongo Mussolini viene riconosciuto e catturato da un gruppo di partigiani. L’ultimo atto del fascismo, dunque, coincide con il suo tentativo di fuga prima e la fucilazione poi.
La memoria del 25 aprile 1945 non sempre è stata condivisa. Per restituirgli un significato unico, vale la pena ricordare da cosa è stato preceduto: vent’anni di dittatura segnati dalle guerre in Libia e in Etiopia, le leggi razziali, l’alleanza con la Germania nazista, l’occupazione nazista, le centinaia di migliaia di morti. Il 25 aprile rappresenta la fine di tutto questo, la liberazione dal nazifascismo grazie anche all’attività dei partigiani, uomini e donne, spesso giovanissimi, che hanno deciso di combattere contro un nemico più forte. Da quel giorno ha origine l’Italia democratica che garantisce da generazioni libertà a tutti.