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Abbiamo incontrato l’attore che racconta la sua esperienza sul set e svela lati inediti della sua personalità.
E il suo ritorno in tv. In questi ultimi anni se n’è rimasto ben nascosto in teatro…
Si, mi sono dedicato alla mia più grande passione, il teatro, dove credo che morirò.
Come mai aveva abbandonato il piccolo schermo?
Non mi divertiva più fare televisione; era diventata più una condanna che un piacere. Ho sempre tentato di mettere del mio in quel che facevo, ma se a volte è assai gradito, altre volte viene preso come una minaccia alla sicurezza altrui. Non volevo più soffrire, e così me ne sono andato.
Quali motivi l’hanno convinta a ritornare?
È stata un’idea recente. Ho visto, ultimamente, molti prodotti validi in tv soprattutto su Sky: prodotti diversi, non solo fiction, ma vero cinema. Ritengo, infatti, i due episodi de I delitti del BarLume, due grandi film. Così mi è tornato il desiderio di riconfrontarmi con la tv. Per una singolare coincidenza, appena mi si è affacciato il desiderio di tornare sul piccolo schermo, ho ricevuto la telefonata per un provino. Non potevo certo rifiutare. Chi sono io per rinunciare alle occasioni che mi vengono offerte?
E così ecco arrivare Emo.
Izialmente non dovevo interpretare Emo. Ho fatto il provino per una parte da guest star di una puntata. Mi ero preparato alla perfezione, avevo studiato moltissimo. Evidentemente sono piaciuto così tanto a Roan Johnson che ha cambiato il provino in corsa e io mi sono trovato a fare Emo, personaggio che mi è stato cucito addosso.
Chi è Emo?
Emo è il suocero di Massimo; è un rissoso, ama lo scherzo e la burla. Ha un passato non molto definito. È molto sanguigno – da cui il suo nome, Emo, appunto – è anarchico, caciarone.
Ritrova qualcosa di sé nel suo personaggio?
In lui mi ci ritrovo perchè è tosca.no come me, è tutto sangue, vitale per certe presunte cattiverie, nella sua visione ludica della vita con un substrato di solitudine.
Ma anche Emo non ha una precisa identità
Nessuno sa bene davvero chi sia Emo, se non che è l’ex suocero di Massimo. Si sa però che diventa il punto di riferimento degli anziani, perché li ‘rinsangua’.
Quali aspetti le sono maggiormente piaciuti di questa nuova avventura professionale?
Ho apprezzato che mi hanno fatto fare l’allenatore sul set, dove abbiamo formato una piccola compagnia teatrale. La mia professionalità e serenità sono state utili alla causa grazie a Roan, che è stato subito molto chiaro con me: ‘Alessandro, sarai un allenatore in campo’. Ma attenzione: io non mi sono mai permesso di invadere il campo di nessuno, di criticare o fare l’arrogante.
Come hanno preso gli altri attori il suo ingresso nella fiction?
All’inizio c’è stata una certa soggezione. Forse perchè spesso sono considerato un orso, uno che, persino, se la tira. Invece, sono soltanto riservato e timido, per questo do una simile impressione. Pensi che ci sono state volte in cui non ho fatto cinema non per mia volontà, ma perché produttori e registi temevano non avessi accettato e così rinunciavano a farmi proposte. E pensare che io proprio non sono così. Anzi, non rinuncio alle possibilità che mi vengono offerte, ripeto. Leonardo Pieraccioni, che è un mio grande amico, un giorno mi ha proposto una parte di 40 secondi in un suo film. Ho subito accettato e mi sono divertito tantissimo. Almeno ho avuto la possibilità di stare con lui sul set e lavorare insieme.
Che c’è nel futuro professionale di Alessandro Benvenuti?
Ho una prima teatrale il 2 luglio al Festival ’11 lune’ di Peccioli, in provincia di Pisa. Lo spettacolo si intitola ‘Chi è in scena’ e per ora mi concentro su questo.
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E la tv?
Siamo pronti per la terza stagione…Ma io non vi ho detto nulla…
Ma lo ha annunciato già Nils Hartmann (direttore produzioni originali Sky, ndr), non si preoccupi...
Meno male (ride)…
Qui la prima serie andata in onda nel 2014.