Partita nel 2009, la manifestazione è giunta alla quinta edizione; in giuria medici, chirurghi estetici, giornalisti e personaggi dello spettacolo che valuteranno le concorrenti vestite prima in abito da sera, poi in costume.
L’ideatore è Elio Pari, già fondatore di Miss Over, la kermesse che premia donne che abbiano superato i 25 anni, generalmente limite d’età dei tradizionali concorsi di bellezza.
A leggere il comunicato degli organizzatori, l’intento è nobile: porre fine allo stereotipo di chi si vergogna di ammettere il “ritocchino” per esaltare l’opera dei nostri chirurghi e la sicurezza ritrovata delle loro opere viventi.
Ma a corredo della lodevole impresa avviata da Elio Pari, c’è una locandina che, in tempi in cui si discute molto di violenze di genere e femminicidio, qualche perplessità la suscita. L’immagine mostra infatti una donna in accappatoio bianco (o forse vestaglia) inquadrata dal collo in giù: lo stomaco è in parte scoperto, la mano sinistra poggiata sul basso ventre e la destra impugna una sega da falegname, a simboleggiare il taglio della pancia in più. Un po’ cruenta, più assimilabile alla locandina di un film horror.
Tornando al concorso, oltre al titolo assoluto di Miss Chirurgia Estetica Italia 2013, le partecipanti si contenderanno titoli i cui nomi rendono la varietà di questo mondo. Eccoli: Miss Siliconata, Maggiorata chirurgicamente, Lifting generale viso, Botulino, Blefaroplastica, Otoplastica, Rinoplastica, Plastica lipofilling, Mastoplastica additiva, Profiloplastica, Peeling chimico e, last but not least, rullo di tamburi, Vaginoplastica. E perdonateci se il pensiero corre al momento ginecologico a cui quest’ultima fascia presta il fianco nell’immaginazione femminile.
Di chirurgia estetica la tv ne parla talmente tanto che spesso i conduttori dei vari contenitori sembrano essere davvero convinti che sia diffusa tra la gente comune. Mentre invece al massimo le donne che non devono comparire sotto i riflettori si concedono qualche lampada, la ceretta e le unghie multistrato col gel.
In passato abbiamo già visto alcune delle miss di Elio Pari in diverse trasmissioni televisive: Porta a Porta, Storie Vere, La Vita in diretta, Chiambretti Night. Il concorso ha ottenuto un’attenzione tale da diventare un film-documentario prodotto da RAI-Cinema che sarà presentato alla serata della finalissima.
C’è quindi da aspettarsi che anche le prossime miss rifatte approdino sul piccolo schermo, magari con la medesima pompa magna che ha caratterizzato altri concorsi di bellezza. A parte il fatto che sull’argomento, c’è già stato un proliferare di trasmissioni: basti pensare solo a quelle di Italia1 come “Bisturi” dalla strana coppia Platinette- Irene Pivetti, Plastik- ultrabellezza, con Elena Santarelli, e Nip-Tuck, serie statunitense che seguiva le vicende private e professionali di due chirurghi estetici alle prese con pazienti non solo Vip. Senza contare i servizi realizzati in tutti i contenitori generalisti. Pomeriggio 5 ha persino seguito la starlette Francesca Cipriani (La Pupa e il secchione) nell’operazione di rimodellamento del seno.
Detto questo, vien da chiedersi come la nostra tv possa esibire gente che partecipa ad un concorso in cui figura la categoria Vaginoplastica e poi trasmettere pubblicità progresso contro l’infibulazione. Ma la domanda fondamentale da cui non ci si può esimere è un’altra. E cioè: quale effetto possono avere queste donne sul pubblico? In particolare sulle adolescenti.
Parlare ripetutamente di operazioni, ritocchi, iniezioni di botulino, liposuzioni rende loro l’argomento vicino, toccabile con mano. Una liposuzione per esempio, ad un’adolescente cicciottella non sembrerà più tanto irragiungibile, ma una pratica comune a cui accedere con semplicità, potrebbe magari essere il regalo desiderato per i 18 anni.
Far passare il messaggio che la sicurezza si ritrovi attraverso la chirurgia estetica può essere letale per una ragazza che attraversa le classiche crisi d’identità tipiche dell’età: quella ragazza non capirà che la normalità è proprio quella del suo corpo, non quella dei modelli irraggiungibili proposti dai media che tanto la fanno sentire a disagio. La conseguenza è che si crea è un cortocircuito in cui prima i media creano miti di plastica nel vero senso del termine, poi suggeriscono anche una soluzione: c’è la chirurgia, sappiatelo. «Guardate quelle donne sedute comodamente nei salotti televisivi: anche loro, come voi erano complessate, adesso invece sono felici e appagate», è questo quello che lo schermo sembra suggerire.
Attenzione a lastricare la strada per la felicità di tavoli operatori: prima o poi qualcuna potrebbe realizzare che il “ritocchino” non basta per suggellare la riappacificazione con se stessa.