Si comincia. È Al Bano il primo ad entrare in scena, intonando “Nel sole”. Il gioco di luci installate all’interno dell’Arena di Verona, gremitissima, è molto suggestivo.
Ed ecco Romina Power, in un lungo abito bianco. A lei tocca “Acqua di mare”. La voce è tutt’altro che sicura e lascia a desiderare. Ma d’altronde non è cosa nuova. Sul finire del pezzo interviene anche Al Bano, con i suoi virtuosismi vocali. Menomale.
Al Bano e Romina, dopo aver cantato, si salutano tra loro e danno il benvenuto al pubblico in Arena e a casa. Scherzano e pare esserci una buona intesa fra loro. Ed ecco il primo duetto: “Sempre, sempre”. Poi “E fu subito amore”.
Seduti su una panchina portata sulla scena, i due ex coniugi intonano l’inedito del quale parlavano “Qualche stupido ti amo”, versione tradotta del celebre successo del 1967 scritto da Parks e cantato per la prima volta da Frank Sinatra insieme alla figlia Nancy.
A cantare, insieme ad Al Bano, il pezzo “È la mia vita”, c’è un coro formato da bambini e ragazzi. “Ogni volta che canto questa canzone ricordo sempre l’insistenza di un grande amico, che mi voleva a Sanremo. È Pippo Baudo“. Il conduttore siciliano c’era anche al debutto di Al Bano in tv, nel 1967, nella trasmissione “Settevoci”, ed in altri momenti importanti della sua carriera.
E sul palco arriva proprio Pippo Baudo, elegantissimo in smoking, che scherza con un suo tormentone: “Al Bano l’ho inventato io!” Baudo racconta alcuni aneddoti della vita di Al Bano. L’inizio da cameriere, poi il lavoro da metalmeccanico e l’arrivo nel mondo della musica con la firma del contratto con il Clan di Adriano Celentano. In seguito sale sul palco anche Romina e Baudo con fare ammiccante dice: “Certo che questi due insieme sono proprio belli, eh?!” Una chiacchierata dove emerge tanta nostalgia da parte di tutti.
Con la presentazione in pieno stile sanremese da parte di Pippo Baudo, i protagonisti della serata cantano “Ci sarà“, pezzo con il quale si aggiudicarono il Festival nel 1984. Continuano le stonature della Power. Al Bano si confida con Baudo: “Quello che mi ha avvicinato a Romina è stato il cinema, la musica e tante altre cose. È stata lei a farmi riavvicinare al Sud, perchè da lì ero voluto scappare.” E a tal proposito Carrisi canta “Amara terra mia”, successo di Domenico Modugno.
Ospite “familiare” per Romina. Arriva sul palco suo fratello Tyrone. Con sincerità dice: “L’America è bella, ma l’Italia lo è ancora di più!“. I due cantano insieme in inglese, con Tyrone che accompagna la sorella al pianoforte.
La réunion familiare non finisce qui. Arriva anche Yari Carrisi, il primo figlio di Al Bano e Romina. Cantano tutti insieme “La casa del sole”, con Pippo Baudo al pianoforte e Yari alla chitarra.
Secondo ospite della serata: Kabir Bedi, vestito come la Power, da indiano. I due lavorarono insieme in “Il ritorno di Sandokan”. La Power confessa: “Vedevo Sandokan non per la serie, ma per vedere lui! Ho sempre sognato di baciarlo“. E il sogno si realizza: sulle note di “Via col vento” i due si baciano scherzosamente. Gustoso il finale, con i due che ballano “Il ballo del qua qua”, noto successo di Romina.
Verona e la sua Arena vogliono dire musica lirica. Un genere di cui Al Bano è molto appassionato. Il cantante di Cellino San Marco propone al pubblico la sua versione di “Mattinata” di Ruggero Leoncavallo. Poi anche “Il mio concerto per te”, realizzato su musiche di Tchaikovsky. Chiusura con il “Nessun dorma”, famosissima aria della Turandot di Puccini.
Michele Placido è il quarto ospite della serata. L’attore e regista pugliese confida ad Al Bano che uno dei momenti più emozionanti della sua vita è stato quando ha calcato il palco di Sanremo insieme a lui. Placido si riferisce al Festival 2011, quando Al Bano presentò “Amanda è libera”, pezzo classificatosi terzo. È l’occasione per riproporla. Simpatico siparietto che coinvolge anche Romina Power: i tre si divertono a parlare in dialetto pugliese.
Romina Power ammette: “C’è stato un periodo in cui non volevo più sentire le nostre canzoni, poi pian piano ho cambiato idea!” Al Bano ribatte: “Stasera faremo un’abbuffata di quelle canzoni!” Ed ecco “Cara terra mia” e “Nostalgia canaglia”.
Ancora uno spazio alla lirica: Al Bano intona il “Va pensiero”. Ad accompagnarlo di nuovo il coro già visto in precedenza, quello dei bambini dell’Accademia lirica Veronese, arricchito però anche da quello degli alpini. Con Romina poi spazio a “Libertà”.
Momento di comicità con l’arrivo di Tullio Solenghi e Massimo Lopez. Romina Power rivela di aver sempre avuto una particolare simpatia per entrambi, perchè la facevano ridere molto. È lo spunto per un piccolo sketch, quello sui luoghi comuni. Solenghi esprime il desiderio di cantare un pezzo lirico, il Leporello del “Don Giovanni” di Mozart e se la cava davvero bene. Massimo Lopez, da showman esperto, canta “My way” di Frank Sinatra.
I tempi sono stretti ed infatti, dopo il duo Solenghi – Lopez, decisamente i più brillanti della serata ma salutati in fretta e furia, arrivano subito i Ricchi e Poveri. Naturalmente, si canta “Sara perchè ti amo”. Non c’è grande coordinazione tra i quattro, a volte sbagliano le parole, proprio per l’eccessiva fretta. Ed infatti lo si capisce dalle parole di Carrisi: “Purtroppo il tempo è carogna stasera, dovevamo cantare sette pezzi e a stento ne abbiamo fatto uno“. Il loro intervento sul palco è velocissimo.
E finalmente arriva il momento più atteso. Al Bano e Romina Power cantano “Felicità”, il brano più famoso della loro carriera musicale.
Il papà e la mamma vanno a riposarsi, sul palco sale Cristel Carrisi, che lancia un brano in inglese scritto dal fratello Yari, che prima di cantare esclama: “Più me la faccio con gli esseri umani, più vorrei essere un animale“. Un commento che francamente con la serata non ha alcun senso.
È proprio Yari a presentare l’ospite successivo, Umberto Tozzi. L’artista torinese canta il suo più grande successo: “Gloria”. Al Bano lo accoglie, svelando al pubblico la comune passione per la cucina, in particolar modo per le cozze. La scaletta si è resa più serrata ed il ritmo della trasmissione è aumentato, ma in maniera confusionaria.
In chiusura, Romina Power legge uno stralcio del libro dedicato a sua madre, ringraziandola per il dono più grande che le ha dato, l’amore per la vita. Al Bano, invece, traduce l’affetto nei confronti di sua madre in musica, cantando “Mamma” di Beniamino Gigli. Insieme poi cantano “Sharazan”, l’ultimo pezzo della serata.
Si chiude qui “Signore e signori Al Bano & Romina Power”. Uno spettacolo molto apprezzabile, con tanta bella musica ed ospiti prestigiosi. Aiutati da una scenografia naturale incantevole, è sembrato di assistere ad una grande festa non solo di una coppia artistica alla quale tanti italiani sono affezionati, ma più in generale a quella di tutta la musica leggera del nostro Paese. Peccato però per il finale, apparso decisamente raffazzonato. I tempi televisivi stretti non hanno coinciso con quelli di un concerto destinato ad un pubblico da teatro, dove sforare non è un problema e così lo show ne ha risentito soprattutto in termini strutturali, denotando una certa instabilità.