Prendendo spunto da un filmato delle Teche Rai che ricorda un fatto di cronaca avvenuto a Torino negli anni ’60, Recalcati introduce il tema della puntata parlando di uno dei ruoli materni, che è quello di “primo soccorritore”: le mani diventano il primo volto della madre.
Il volto materno può essere quello che permette al bambino di incontrare il volto del mondo, nel bene e nel male. Quello di Recalcati è un monologo-lezione a tutti gli effetti, nel quale cita studiosi e letterati: seguirlo non è semplice, vista la complessità dei temi trattati che richiede anche una adeguata preparazione da parte dell’ascoltatore. In studio un pubblico prevalentemente giovane. Lo scrittore continua a parlare paragonando il concetto di madre a quello di “cura”.
Recalcati parla della madre per eccellenza: la Madonna. Da un lato è rappresentante della gioia della maternità, dall’altra la sua è una vita già separata da colui che porta in grembo, essendo Gesù il figlio di Dio. “In fondo, ogni madre non fa l’esperienza di crescere un figlio che non è proprio, che poi la abbandonerà pian piano che crescerà?“, riflette paragonando l’esperienza della Madonna con quella della maternità di ogni donna.
Riflessione che continua a essere complicata da capire e interpretare: il programma si preannuncia indigesto, anche perché gli spazi di parlato dello psicanalista sono lunghissimi. La lettura ad opera dell’attrice Anna Bonaiuto della parabola di Re Salomone spezza relativamente il ritmo.
Attraverso la lettura del passo biblico, Recalcati spiega che spesso ci sono due tipologie di madri: una possessiva che preferisce tenere il figlio tutto per sé, l’altra che invece capisce che prima o poi bisogna lasciarlo andare. Poi, parla delle “patologie” della maternità: ad esempio la madre-coccodrillo che “soffoca” la sua creatura in nome del suo egoismo.
Diventare madri può significare, per alcune donne, anche un impedimento alla realizzazione personale: in tal senso Recalcati manda uno spezzone (molto breve) di un film per esemplificare il concetto: ecco una sequenza di Sinfonia d’autunno di Bergman. “La maternità è sana quando l’essere madre non cancella l’essere donna“, dice a proposito del rischio che diventare genitrice possa far rischiare alla donna di perdere la propria femminilità. “I nostri figli hanno bisogno dell’assenza e della presenza della madre“, conclude.
Come previsto dal format della trasmissione, un personaggio noto si esprime sul tema affrontato. Ecco Carla Signoris, moglie di Maurizio Crozza, divenuta mamma all’età di 39 anni. L’attrice parla del rapporto che ha creato con i suoi figli e al contempo del legame con sua madre e dei valori che le ha lasciato in eredità. Il filmato purtroppo è ancora una volta molto breve: peccato, perché le sue dichiarazioni erano interessanti e finalmente capaci di accendere un po’ il programma, finora basato principalmente sulla lezione di Recalcati.
A conferma del fatto che lo studio televisivo abbia sostanzialmente il ruolo di aula universitaria, arrivano le domande da parte del pubblico . Un’idea che non guasta perché dà spazio ad altre voci e crea un minimo di movimento, anche se dall’altro lato enfatizza il ruolo professorale di Recalcati.
Domande non semplici a cui dare una risposta e che non contribuiscono molto a rendere chiaro e fruibile a tutti il dibattito su un argomento che potenzialmente è davvero molto stimolante.
Termina qui la prima puntata. La prossima andrà in onda lunedì 14 maggio e sarà dedicata all’analisi della figura del padre.
Al termine del debutto del nuovo programma di Rai 3, una cosa sembra chiara: di “famigliare”, esso ha solo il titolo. È senza dubbio da apprezzare la volontà dell’emittente di confezionare un format che vuole riflettere sulle figure che caratterizzano la famiglia e la società con un approccio di ampio respiro: psicanalisi, filosofia, religione, letteratura, tv sono i territori battuti da Recalcati.
Lo scrittore è preparatissimo sull’argomento, ma lo evidenzia (involontariamente o meno) a dismisura: la sua non è tanto una trasmissione televisiva, ma una lezione universitaria destinata in potenza ad un bacino molto ampio di persone. E proprio perché i telespettatori possono essere centinaia di migliaia (difficilmente milioni, data la tarda ora), bisognerebbe utilizzare un linguaggio e un approccio meno accademico per evitare di rendere indigesti e poco accessibili i contenuti offerti.
Temi interessanti che possono incontrare la curiosità anche di un pubblico non coltissimo, che però può essere facilmente mandato in confusione dalle complicate (e lunghe) analisi del conduttore, poco supportate dalle fugaci parentesi filmiche/televisive. A queste dovrebbe essere dato più spazio: un’alternanza più intensa tra immagini e monologo di Recalcati renderebbe il tutto già più semplice da assimilare.
Le domande del pubblico (ovviamente preparate con netto anticipo), infine, sono una buona arma per sviscerare i temi di puntata, ma lo sarebbero ancor di più se venissero non relegate al termine della trasmissione, quando l’attenzione del telespettatore fisiologicamente cala dopo aver ascoltato i lunghi interventi di chi conduce.
Trovo la trasmissione e gli argomenti interessantissimi pazienza se il pubblico delle prime serate Rai non può capirlo non ci sono solo i nazional popolari invece dovrebbero esserci programmi più colti perché gli spettatori non sono tutti stupidi grazie
Salve Suzana….Sarebbe bello far continuare il programma su RAI TRE in seconda serata. Bello come si trattano alcuni argomenti e la semplicità per alcuni concetti così difficili. Grazie