Apre la conferenza Monica Maggioni, presidente Rai: “Quella di Pippo Fava è una storia epica, straordinaria. Ringrazio tutta la produzione e gli attori per il lavoro che hanno svolto. È bello vedere come il linguaggio del cinema abbia saputo restituire la complessità della storia di Fava”.
Claudio Fava è uno degli autori del libro da cui è stato tratto il film ed è sceneggiatore dell’opera: “Credo che questo film abbia messo finalmente da parte la dimensione dell’eroismo, restituendo a Pippo Fava ciò che gli spettava: la vita, fatta di sentimenti come quelle di ognuno di noi. Qui i mafiosi non si vedono, nonostante si sappia la loro esistenza”.
Interviene Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, presente in sala per questa particolare occasione: “Il film è veramente bello, fatto con molta cura, con attori bravi e credibili. Pippo Fava è mostrato come tutti se lo sono immaginato: emerge la figura di un uomo ottimista, divorato dalla passione del giornalista, ma che ‘grida nel deserto’. Lui ha saputo rivolgersi ai giovani rendendoli protagonisti. Dal film emerge con forza la sua etica professionale, la sua capacità di sottolineare come il giornalismo possa essere un punto di forza della democrazia. Fava era un uomo verticale, che cercava di vivere e non di sopravvivere. Questo film graffierà le coscienze”. Nel corso del suo intervento, il sacerdote riflette sullo situazione attuale delle mafie nel nostro Paese.
Paola Lucisano è tra i produttori della pellicola: “Questo film è frutto di un grandissimo lavoro durato quattro anni, di cui devo ringraziare tutti coloro che vi hanno partecipato. Il progetto è passato da due puntate a un film tv. Sono fiera di aver dato a quest’opera un’impronta cinematografica. Daniele Vicari, il regista, sapeva tutto di Pippo Fava: era il suo mito. Incontrarlo è stato fondamentale”.
Fabrizio Zappi (Rai Fiction): “Questo film rappresenta un punto molto alto della produzione di Rai Fiction. C’è una continuità con una delle ultime nostre produzioni, quella dedicata a Rocco Chinnici: come nel film con Castellitto si era ricostruita la storia sulla base del rapporto padre-figlia, qui c’è un ipotetico passaggio di testimone tra un genitore e un figlio, un passaggio di esperienze e di principi. Il ritmo del film è molto incalzante e c’è una compenetrazione di diversi linguaggi è molto ben riuscita. Chi ci ha lavorato lo ha fatto con un impegno commovente. Pippo Fava era un uomo estremamente generoso perché amava la vita”.
Prende la parola Daniele Vicari, regista del film: “Esiste un’etica del giornalismo, ma anche quella del cineasta: non possiamo sprecare i soldi pubblici buttando i talenti dalla finestra. È grazie a tutte le persone che hanno partecipato a questo lavoro se Prima della notte ha ritmo. Abbiamo cercato di riprodurre l’energia che c’era tra gli attori e di tradurla sul set: al regista spetta il compito di ‘rubare’ questa energia e portarla nel film. È una pellicola molto rock, grazie anche ad una particolare scelta delle musiche”.
Pippo Fava è interpretato da Fabrizio Gifuni: “L’incontro con Daniele Vicari lo inseguivamo vicendevolmente da anni. C’era la voglia di tornare a fare tv, cosa che ritengo importantissima. Il fatto di non averne fatta tanta deriva dal grande rispetto che ho nei confronti del linguaggio del piccolo schermo. C’è un personaggio che ogni attore vorrebbe incontrare, come mi è accaduto in questo caso. Fava era un uomo atipico, originale, anomalo nel panorama italiano. Questo è un film che parla anche di teatro, un altro elemento che mi ha coinvolto molto. Lavorare sul set con gli attori che fanno parte di questo cast è stato semplicissimo, a partire da Lorenza Indovina che conosco da molto tempo, fino a tutti gli altri”.
Come e con Claudio Fava, Michele Gambino ha scritto il libro omonimo da cui è stato tratto il film, di cui è anche sceneggiatore: “Fava aveva un grandissimo amore per la propria terra, con una grande passione civile. Ho vissuto una buona parte della vita di essere all’altezza di quello che era il mio direttore: non ci sono riuscito, perché dopo la sua morte abbiamo perso la sua vitalità e la sua parte più bella, in quanto avevamo l’urgenza della denuncia e di combattere affinché la sua memoria non venisse infangata. Con questo libro abbiamo provato a recuperare questo aspetto di Giuseppe, raccontando altri aspetti della sua persona. Questo film restituisce integralmente la sua figura”.
Dario Aita è Claudio Fava: “Per me è stata una grande sfida interpretarlo. Il fatto di dover vestire i panni di un personaggio realmente vissuto e con una storia vera alle spalle mi ha spaventato non poco. Con Fava ci siamo incontrati solo alla fine delle riprese. Credo sia stato più facile per me costruire la mia interpretazione di Claudio attraverso ciò che lui ha scritto e non tramite la sua persona fisica. Ho cercato di raccontare il conflitto generazionale, il rapporto non semplice tra lui e il papà e l’eredità che Pippo ha lasciato a Claudio”.
Tra gli sceneggiatori c’è Monica Zapelli: “La cosa straordinaria di Fava è stata quella di essere stato un giovane e un adulto allo stesso tempo, che sente di dover trasmettere con amore qualcosa ai giovani che lo circondano”.
Spazio alle domande. “Il problema che abbiamo oggi come cittadini è comprendere il mondo che ci circonda. Per chi, come i giornalisti, prova a raccontarlo, questo problema può diventare gigantesco. Quando mi è stato chiesto di dirigere questo film, ho sentito il desiderio di parlare di futuro: secondo me la mafia vince su di noi se gli diamo l’ultima parola. Lasciare l’ultima parola a chi ha potere è un errore capitale: per questo tutti hanno il preciso dovere di dar retta a Pippo Fava. Non vale la pena vivere la vita se non si lotta”, sostiene Daniele Vicari.
Il regista poi parla dei luoghi dove sono state effettuate le riprese: “Ringrazio la città di Catania, che ci ha ospitato in maniera calda e forte. È anche vero che qualcuno, durante le riprese, ha minacciato gli attuali siciliani. Il percorso fatto dal film è un po’diverso dalla ricostruzione storica. Ho cercato di fare un film dove si potesse mescolare il passato con il presente”.
La conferenza stampa termina qui.