Siamo nel giugno 2013. Silvia, 39 anni, fa la commercialista a Bologna; il padre è mancato da poco. Le amiche, non ricevendo alcuna risposta alle telefonate, ne denunciano la scomparsa: la donna sembra svanita nel nulla. Le indagini coinvolgono immediatamente il compagno Giulio, 34enne di origini sarde. Pochi giorni prima, Silvia aveva sporto denuncia nei confronti dell’uomo, perché aveva trovato una microspia nascosta in camera da letto.
La versione dell’uomo non convince gli inquirenti che proseguono con ritmi frenetici le ricerche, fino alla macabra scoperta: la donna è morta, il suo corpo viene ritrovato in posizione fetale, chiuso in un grosso sacco di plastica, all’interno di un congelatore per alimenti nella loro abitazione. L’uomo viene arrestato in Sardegna, mentre tenta di fuggire tra rovi e sterpaglie.
Per questo caso vengono celebrati i processi per tutti e tre i gradi di giudizio. La Cassazione, a inizio 2017, scrive l’ultima parola: Giulio viene condannato a 30 anni di carcere.
“Il terzo indizio”, programma di Videonews a cura di Siria Magri, ricostruisce i casi di cronaca ponendo massima attenzione agli atti giudiziari che, interpretati da attori professionisti, fungono da traccia della docufiction.
In ogni puntata, accurate ricostruzioni e interviste ai protagonisti permettono di ripercorrere e rivivere i contesti nei quali nascono quegli episodi di “nera” che hanno fortemente turbato la coscienza collettiva.
Contesti per lo più relazionali, familiari, quotidiani: per questo “Il terzo indizio” promuove la campagna di sensibilizzazione contro la violenza domestica, in particolare quella sulle donne.
Una mission fatta propria anche da Barbara De Rossi, impegnata da anni in un costante e appassionato lavoro in prima persona per aiutare concretamente vittime di stalking e abusi.