La puntata di questa sera è iniziata con una scena tratta dallo sceneggiato televisivo Il giornalino di Gian Burrasca.
La lezione di Massimo Recalcati è cominciata con una critica all’esagerata disciplina della scuola di un tempo: “Non dovremmo avere nessun rimpianto riguardo questo tipo di scuola. Una maestra, quando andavo a scuola, ci disse che le nostre erano vite storte da raddrizzare”.
Dopo aver ascoltato parte della canzone Another brick in the wall dei Pink Floyd, Recalcati ha criticato anche la scuola moderna: “La scuola è un dispositivo, funziona in base a leggi anonime. E’ una routine che può consumare anche i migliori insegnanti”.
Recalcati: “La scuola non è il semplice prolungamento della famiglia, la seconda anima della scuola è l’anima della luce”.
E’ andata in onda una scena di Inferno e Paradiso di Roberto Benigni: l’attore toscano e Il canto dell’Ulisse.
Massimo Recalcati si è concentrato, quindi, sulla figura del maestro: “L’esperienza dell’apprendimento non è solo cognitivo. Un bravo maestro fa percepire la vibrazione del testo”.
Recalcati e il concetto di lezione: “Il maestro è un vero maestro quando fa dell’inciampo nel testo, il motivo della lezione. Quando una vera lezione finisce, gli studenti ne chiedono ancora”.
Massimo Recalcati e il compito del maestro: “E’ la vocazione del sapere del maestro che genera la vocazione del sapere dell’allievo. Il compito non è trasmettere il sapere ma quello di accendere il desiderio di sapere, portare il fuoco”.
E’ andata in onda un’intervista a Roberto Vecchioni: “Se non costruisci te stesso, l’uomo, non darai senso a nessuna professione. I ragazzi capiscono chi sei e quando dici cose vere, ti danno loro l’autorità, non te la puoi prendere”.
Massimo Recalcati: “Lo stile del maestro è indimenticabile. Il maestro “erotizza” il sapere. Il maestro trasforma i libri in corpi. L’allievo viene trasformato da recipiente ad amante”.
Recalcati e il “rischio della parola”: “Le vere lezioni passano per il rischio della parola, quando anche il maestro impara qualcosa”.
L’attrice Anna Bonaiuto ha letto qualche passo di Stoner di John Williams.
Il commento di Recalcati: “L’insegnante può lasciarsi non influenzare dal dispositivo, non condannarsi a carne trita. Può imparare dalla sua lezione”.
Massimo Recalcati e i miracoli di una lezione: “Il libro che diventa un corpo è il primo miracolo. La seconda metamorfosi è il corpo che diventa libro”.
Recalcati ha citato Pier Paolo Pasolini: “La scuola è il più grande vaccino per trattare quel desiderio di morte che a volte si impossessa dei nostri figli. Dove c’è cultura, c’è desiderio di vita”.
E’ andata in onda la scena della lezione di Roberto Benigni tratta dal film La tigre e la neve.
Massimo Recalcati ha cominciato a rispondere alle domande del pubblico presente in studio: “Il problema è quello di guadagnare il rispetto degli allievi”.
Recalcati e i rischi della scuola: “La nostra scuola corre un doppio rischio. Il primo rischio è quello che la scuola inizi a somigliare ad un’azienda, ad un’unità produttiva, assistere all'”aziendalizzazione” della scuola. Il secondo rischio riguarda l’attenzione degli allievi che rischia di abbassarsi. Sogno un consiglio di classe dove un ragazzo che va bene nelle materie umanistiche e che va male nelle materie scientifiche, possa prendere una sufficienza anche nelle materie nelle quali va male per non fargli odiare lo studio”.
Massimo Recalcati e le pratiche orientative nelle scuole: “C’è troppa psicologia nella scuola e lo dico io, uno psicologo. E’ giusto che gli psicologi lavorino nelle scuola ma a volte c’è il rischio che ogni disturbo dell’allievo venga medicalizzato e trasformato in una fobia. Un insegnante fa prevenzione quando spiega bene e accende il desiderio nell’allievo. L’orientamento rientra nella psicologia, non credo molto nei tecnicismi in generale. Il vero orientamento è il desiderio e non le aspettative delle famiglie”.
Recalcati: “Sono stato bocciato in seconda elementare e in seconda superiore, ho un curriculum di straordinari fallimenti”. Applausi.
Recalcati e i saluti finali: “Spero di rivedervi, chissà dove…”.
L’ultima puntata di Lessico Famigliare è terminata qui.