Il titolo fa parte della rassegna “The State – Lo Stato del terrore”, che proseguirà con la miniserie The State ed i doc Children of Isis (Arte, 13 giugno, h. 21.15), Confessioni di un disertore (Arte, 20 giugno, h. 21.15), Children On the Frontline (Lilium, 27 giugno, h. 21.15), Face To Face With Isis (Sky Vision, 27 giugno, h. 22.00), Among the Believers (Wonder, 4 luglio, h. 21.15).
Insight TWI – The World Investigates è stata fondata nel 1991 dal reporter e veterano BBC Ron McCullagh. Società di produzione internazionale, Insight realizza prodotti giornalistici di grande impatto, in ambienti ad alto rischio, ma in totale sicurezza, per creare documentari e factual sulla più stringente attualità.
«Girls, Guns & Isis» è prodotto da Ron McCullagh e Jonathan Ossoff, con la regia di Almudena Garcia-Parrado. Volto del documentario, l’inviata 31enne Stacey Dooley.
Al centro del racconto, un battaglione Yazidi tutto al femminile, che lotta per vendicare i propri cari uccisi dall’Isis. Nel 2014, infatti, 50.000 Yazidi si sono allontanati dalle proprie terre, nel Nord dell’Iraq,per raggiungere il monte Sinjar: tentavano di sfuggire all’avanzata dell’Isis, ma – senza cibo e acqua- sono morti in migliaia e quelli rimasti sono stati massacrati o catturati. Più di 5.000 donne, invece, sono state catturate come schiave del sesso per gli uomini del Califfato e, nel 2016,circa 2.000 di loro erano ancora prigioniere.
A due anni dal genocidio, la reporter ha trascorso due settimane con un gruppo di giovani coraggiose, molto temute dai jihadisti perché sono convinti che se uccisi da una donna non potranno raggiungere il Valhalla («il paradiso dei jihadisti»).
La reporter inglese documenta la vita nel campo di addestramento, mentre alcune ragazze si preparano per unirsi al battaglione in prima linea e poi combattere. Nei loro racconti, i ricordi felici delle loro precedenti vite, il dolore inimmaginabile che hanno dovuto sopportare per mano dell’Isis e la sete di vendetta che le anima.
«Ci sono voluti un paio di giorni prima che le ragazze decidessero di accoglierci, poi è stato bello passare del tempo con loro», spiega la giornalista. «La cosa che più mi ha colpito è che sono sempre molto calme e gentili. La guerra non le ha indurite».
«Le persone sono ostili nei confronti di chi è in fuga dalla guerra ed entra nel suo Paese, ma il posto in cui nasciè solo una questione di fortuna», prosegue Stacey Dooley.
«Queste storie sono davvero orribili ed è incredibile che non se ne parli. E per farlo – conclude – è importante essere il più possibile sinceri e accurati».