Questo nuovo appuntamento si aggiunge alla consueta puntata del venerdì con una scelta editoriale che punta a rafforzare l’informazione anche nel giorno festivo, sui principali casi di cronaca nera che hanno catturato l’attenzione dei mass media. In questo modo il programma approda anche nella fascia che precede la prima serata del giorno festivo.
Si tratta di un nuovo spazio informativo, con approfondimenti sulle notizie di cronaca della settimana ed una riflessione sugli sviluppi possibili.
La conduzione è affidata a Gianluigi Nuzzi, che avrà ospiti in studio ed in collegamento con i quali discutere e approfondire gli argomenti trattati nella puntata domenicale. Nella serata del venerdì, accanto a Nuzzi, c’è Elena Tambini.
Nel primo appuntamento dell’edizione domenica, in onda il 19 febbraio, il focus è sul giallo di Avetrana (Taranto).
A oltre sei anni dal delitto della giovanissima Sarah Scazzi, infatti, è attesa per lunedì 20 febbraio la sentenza della Cassazione, chiamata a scrivere la parola “fine” su un caso che ha scosso e diviso l’opinione pubblica.
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Come i telespettatori ricordano la piccola Sarah Scazzi sparì un giorno di fine agosto del 2010 e di lei non vennero trovate tracce. Fino a quando, successivamente, lo zio della ragazzina, Michele, non fece ritrovare il corpo della nipote.
In particolare, l’omicidio era avvenuto il 26 agosto 2010 ad Avetrana (vicino a Taranto, in Puglia). La vicenda ha avuto un grande rilievo mediatico in Italia, culminato nell’annuncio del ritrovamento del cadavere della vittima in diretta sul programma Rai Chi l’ha visto?
Quella sera, opsite di Federica Sciarelli in collegamento, era proprio la madre di Sarah.
Per il delitto sono stati condannati in primo grado e poi in appello all’ergastolo dalla Corte d’assise di Taranto, la cugina Sabrina Misseri e la zia Cosima Serrano con le accuse di concorso in omicidio volontario premeditato aggravato,Invece, Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima, è stato condannato a otto anni di reclusione per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove (il furto del cellulare di Sarah).
Sono stati inoltre condannati in primo grado a sei anni di reclusione per concorso in occultamento di cadavere con Michele Misseri anche suo fratello Carmine Misseri (pena ridotta a cinque anni e undici mesi in appello) e suo nipote Cosimo Cosma, deceduto il 7 aprile 2014 per un tumore.