L’inaugurazione stasera alle 19,30 col “Don Giovanni” di Wolfang Amasdeus Mozart, sarà perciò seguita da Rai Cultura, che sul canale culturale per eccellenza, Rai5, realizzerà una diretta televisiva. Anticipiamo che sullo stesso canale il 16 luglio alle 20,15 Rai5 trasmetterà un film documentario sulla 60° edizione del Festival dei Due Mondi, col percorso dell’intera stagione, gli artisti, gli eventi, i racconti degli interpreti, e le parole del direttore artistico Giorgio Ferrara. L’opera fra poco in scena, il dramma giocoso in due atti “Il dissoluto pentito ovvero Don Giovanni”, fu composto da Mozart nel 1787 e rappresentato a Praga con enorme successo (con successo minore a Vienna nel 1788, dove l’ambiente musicale imputava a Mozart certa difficoltà nella scelta dei soggetti).
Il capolavoro del salisburghese, che partiva dall’opera comica italiana e si iscriveva nella tradizione del singspiel tedesco-austriaco, in realtà cela una finalità morale ed una forte vena religiosa, mediata dalla fede massonica di Mozart. Infatti la vicenda del dissoluto Don Giovanni, inpenitente tombeur de femmes, si svolge in breve tempo e termina con un evento sovrumano, per cui il dissoluto viene precipitato nell’inferno, da una creatura appartenente all’altro mondo. Il poco amato Don Giovanni (Dinitris Tiliakos) col fido ma preoccupato servitore Leporello (Andrea Concetti), cerca di sedurre la nobile Donna Anna (Anna Lucia Cersaroni) entrandole in casa, ma scontrandosi col Commendatore (Antonio Di Matteo) padre della fanciulla il quale – nel duello che segue – viene ucciso da Don Giovanni. Il fidanzato di Donna Anna, Don Ottavio (Brian Michael Moore), giura di vendicarla. Intanto il dissoluto incontra Donna Elvira (Davinia Rodriguez), già sedotta da lui e che lo insegue: egli la dirotta alle spiegazioni di Leporello, che le legge il catalogo degli amori di Don Giovanni, nella celebre aria: “Madamina, il catalogo è questo”.
Passa il corteo nuziale del contadino Masetto (Daniel Giulianini) e Zerlina (Arianna Verdittelli), sulla quale si appuntano ora gli occhi di Don Giovanni, che inizia a corteggiarla: qui nasce un’altra delle più belle arie di questo duo e di tutta l’opera, “Là ci darem la mano”. Intanto il povrero Leporello, pur obbedendo al suo padrone, riesce a sventarne gli intenti su Zernina. Sempre con lui, poi Don Giovanni entra nel Cimitero, e dinanzi alla tomba del Commendatore irride alla sua anima, sfidando la statua a venire a cena da lui, mentre Leporello già trema al pensiero. La scena cambia: nel suo castello, Don Giovanni si appresta a godere di una succulenta cena, indifferente al dolore di Donna Elvira che, entrata, ancora lo supplica: ma bussano alla porta. L’orchestra muta tonalità, subentrano i timbri sinistri del corno, del timpano, del fagotto.
Leporello non ha coraggio di aprire: apre allora Don Giovanni. Entra la statua del Commendatore, che si rivolge al libertino (che “Non l’avrei giammai creduto!” dice), invitandolo a pentirsi. Terribili e gelide scale dell’Orchestra percorrono lo spazio scenico: Don Govanni si oppone tre volte, sfidando il comando divino. Con spaventoso fragore, l’inferno si spalanca dinanzi a Don Giovanni. inghiottendolo. La regìa dell’opera è del direttore artistico e regista Giorgio Ferrrara, l’Orchestrra Giovanile Cherubini sarà diretta dal bravissimo James Conlon, scene e costumi sono di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. Avvisiamo che in questi giorni sta girando per Roma e Lazio il gratuito “Don Giovanni opera-camion”, creato in pillole dal Teatro dell’Opera, per introdurre nelle piazze alla lirica il mondo popolare: due universi che cercano giustamente di incontrarsi.
Ci sarà una replica del Don Giovanni a Spoleto?
A causa della forte pioggia non ho potuto assistere al finale.
Grazie infinite.