Da circa quarant’anni il suo nome è conosciuto negli ambienti Rai, sia televisivi che radiofonici. Due trasmissioni a caso? Linea Verde, per la tv, da 24 anni e oggi collabora come consulente a Linea verde Orizzonti e Che lavoro fai?, per la radio, quest’ultima presente nei palinsesti fino a due anni fa dal 1998 e poi improvvisamente soppressa. Chi è il soggetto in questione di cui stiamo parlando? Aldo Tirone, direttore artistico di manifestazioni molto importanti nell’ambiente dello spettacolo (il mitico Cantagiro di Ezio Radaelli, Cantaeuropa, Festival del Reggae con Bob Marley), responsabile della formazione orchestrale del Festival di Sanremo, tra il 1988 ed il 1990, e autore di vari programmi radiofonici e televisivi.
Marina Pennafina, attrice di teatro, cinema e televisione, si è divisa sempre tra questi suoi impegni professionali. In particolare, per quanto riguarda la televisione, l’abbiamo vista in fiction di successo come Carabinieri, Don Matteo, Incantesimo, Ho sposato uno sbirro, Crimini e la più recente Rosso San Valentino. Recentemente è stata premiata al Troisi Festival nella categoria Popular Actor. Nella quinta serie de Un caso di coscienza con Sebastiano Somma e Marina Pennafina sarà protagonista della quarta puntata.
Ritorna per questa nuova stagione televisiva Rai agli inizi, il programma rivelazione dell’anno scorso: Tale e Quale Show.
Il ritorno è di quelli che meritano un’attenzione particolare. Non tanto per il personaggio molto amato dal pubblico, né per i suoi 80 anni magnificamente portati, ma perché nel febbraio 2010 fu allontanato con gran clamore da La prova del cuoco, allora condotta da Elisa Isoardi (la Clerici era in maternità) per aver citato ed approfondito un proverbio toscano che alludeva al consumo gastronomico del gatto.
Una giovanissima ragazza, ha appena compiuto 19 anni, ma già nella sua carriera Ilaria De Laurentiis annovera partecipazioni a fiction importanti: ha iniziato con un ruolo da co-protagonista nella serie tv La ladra con Veronica Pivetti, poi è stata protagonista in Don Matteo 8, e poi ha esordito in Un medico in famiglia 7 e in Distretto di polizia 10. Da stasera inizia su Raiuno la quinta serie de Un caso di coscienza con Sebastiano Somma e Ilaria De Laurentiis sarà protagonista di una delle sei puntate.
Il traffico illegale di rifiuti tossici, il razzismo verso gli immigrati dell’Est europeo, la violenza nelle carceri e le adozioni internazionali. Ecco solo alcuni dei problemi sociali di strettissima attualità nella quinta stagione di Un caso di coscienza, sei nuovi episodi in onda a partire da domenica 8 settembre, in prima serata su Raiuno.
A Morcone, in provincia di Benevento, dove si è svolta la 2° edizione del Troisi Festival, tra i vari premiati, il simpatico Maestro Gianni Mazza, famoso direttore d’orchestra Rai, che abbiamo visto, in oltre 30 anni di carriera, a fianco di personaggi come Renzo Arbore, Nanni Loi, Corrado e che ha firmato colonne sonore di trasmissioni storiche come, una per tutte, Quelli della notte. Prossimamente a fine settembre ritornerà in televisione nella trasmissione di Michele Guardì, su Raidue, Mezzogiorno in famiglia con Amadeus e tutti gli allegri compagni di avventura televisiva.
Il 30 agosto sono stati assegnati a Morcone, in provincia di Benevento, i Premi del Troisi Festival. Alla serata, condotta da Emanuela Tittocchia, hanno partecipato personaggi del mondo dello spettacolo, del giornalismo e della cultura.
Si è conclusa la seconda edizione del Troisi Festival, svoltasi dal 26 al 30 agosto. Sicuramente la serata più emozionante è stata l’ultima, con la presenza di molte celebrità teatrali, della cultura e della televisione.
Se c’è un personaggio che oggi si rimpiange della bella tv di una volta è Jocelyn. Perché mai un regista come Michele Guardì è sopravvissuto e continua a sopravvivere all’usura del tempo catodico, mentre un genio poliedrico come Jocelyn non viene valorizzato? Attualmente è impiegato soltanto come regista di “Reazione a catena”, il gioco a premi condotto da Pino Insegno su Rai1. Ricordiamo la chicca da lui ideata proprio una ventina d’anni fa, Il Grande Gioco dell’Oca, dove c’era un assoluto coinvolgimento circa la visione di quel programma ed il tutto era sintetizzato in una parola che oggi ha perduto il proprio senso più autentico: intrattenimento.
Le trasmissioni di Jocelyn avevano lo stesso sapore del gioco da tavolo fra amici e forse proprio lui è stato uno dei primi a saper allestire dei meccanismi ludici ben strutturati ed alquanto originali. Così, venerdì 11 giugno, in prima serata, in diretta su Raidue, con la conduzione di Gigi Sabani, Simona Tagli e Jo Squillo, prendeva il via Il grande gioco dell’oca, questa divertente trasmissione alla sua prima edizione, ideata e diretta per l’appunto su Jocelyn, da lui stesso firmata con Amato Pennasilico, Pietro Gorini, Nicola De Feo. Sottotitolo Stasera mi butto 1993. In questo caso i protagonisti, però, non erano giovani comici ed imitatori, ma quattro concorrenti pronti a sfidarsi in una gara ispirata al classico gioco da tavolo.
Lo studio rappresentava una sorta di Disney in miniatura, con una scenografia che riproduceva un enorme tabellone composto da 63 caselle che si snodavano per circa 2 chilometri negli studi di Cinecittà. A turno, lanciando dei dadi virtuali azionati con un telecomando puntato verso una telecamera, i concorrenti avanzavano dal numero di caselle pari alla somma ottenuta. Ogni punto aumentava il montepremi del concorrente di 100.000 lire (ancora c’erano le lire, beate lire). Se si raggiungevano le speciali caselle Oca il punteggio veniva raddoppiato.
Ad un certo numero di caselle del tabellone era associata una prova da affrontare od una penitenza da subire. Si trattava di prove spettacolari, alcune volte realizzate appositamente per la diretta, in altre fisse in ogni puntata. Nella casella associata alla Lotta nel fango, il concorrente doveva entrare in una vasca piena di fango e scontrarsi con due lottatrici. Nel Tunnel dei serpenti bisognava attraversare un cunicolo con tanti rettili, con il compito di recuperare tra tutte le chiavi nascoste quella che avrebbe aperto l’uscita del tunnel. Nella Prigione, al contrario, il concorrente doveva recuperare la chiave legata al corpo della muscolosa guardiana Simona Pini. Tra le caselle che più incutevano paura e terrore c’era quella de Il Barbiere di Siviglia, nella quale il malcapitato concorrente doveva sedersi su una sedia da barbiere e rispondere a tre domande. Se sbagliava le risposte, il barbiere tagliava o rasava a zero i capelli del povero concorrente. Nella sfortunata casella del Gambero, ahimè, con una carrucola si ritornava al punto di partenza. Il concorrente che si rifiutava di affrontare prove o penitenze previste, perdeva tutto il denaro vinto fino ad allora. A fine puntata chi raggiungeva l’ultima casella per primo, diventava il vincitore e si aggiudicava l’intero montepremi.
La prima edizione de Il Grande Gioco dell’Oca andò in onda fino al 3 ottobre 1993, dopo 17 puntate ed ottenne un ottimo successo specialmente tra il pubblico dei più giovani.
Nel 1994 venne realizzata una seconda edizione del programma che iniziò domenica 10 aprile (ma dopo la prima puntata ritornò alla collocazione classica del venerdì sempre in prima serata su Raidue), alla cui guida venne riconfermato Gigi Sabani, affiancato questa volta da una giovanissima Alessia Marcuzzi, Paola Saluzzi e dal piccolo Adriano Pantaleo, reduce dal successo della fiction Amico mio, andata in onda nel 1993 ed ambientata in un ospedale pediatrico con protagonista Massimo Dapporto, nel ruolo del Prof. Paolo Magri. Con nuove prove e momenti di spettacolo, Il Grande Gioco dell’Oca continuò ad avere grossi ascolti ed un buono share, ma all’improvviso dopo 25 puntate, per via di alcune denunce mosse da diverse associazioni ambientaliste che contestavano maltrattamenti di animali durante le prove, il programma il 25 settembre 1994 chiuse definitivamente ed anticipatamente la sua avventura televisiva.