Ha divorato la saga di Harry Potter, legge di notte con l’iPad che illumina le pagine poggiato sul petto, macina almeno un libro al mese secondo le “regole” del gruppo di lettura al quale partecipa a Bologna, sua città di residenza da quando si è sposata con Stefano Cassoli. Roberta Capua, la miss Italia del 1986 poi divenuta indossatrice e conduttrice di fortunate trasmissioni televisive (Unomattina, Buona Domenica, I fatti vostri, Sei un mito) è davvero una lettrice “forte”, come si definiscono le persone appassionate di libri.
A un recente seminario per l’aggiornamento professionale dei giornalisti dedicato alla cronaca nera in tv David Parenzo ha paragonato Simonetta Matone, presente all’incontro, a una delle maschere delle “rapprentazioni” di Porta a Porta. Maschere nel senso più alto, come nei classici greci: ovvero fissazione di un tipo umano.
Che il successo di un film sia molte volte determinato dalla sua colonna sonora non è cosa nuova. Lo dimostra tra l’altro la parabola del premio Oscar Ennio Morricone, le cui musiche hanno esaltato le pellicole di Sergio Leone. Quelle stesse colonne sonore hanno poi dimostrato di poter vivere di vita propria, slegate dalle immagini. Che poi un pentagramma scritto per un movie sia a sua volta opera sinfonica, da ascoltare in una sala da concerto lo ha dimostrato assai bene l’Orchestra di Santa Cecilia che ha appena presentato un programma davvero singolare: nella prima parte le suite di John Williams tratte dai cult movie di Spielberg “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, “E. T. l’extraterrestre” e dal fantasmagorico “Guerre stellari” di Georges Lucas; nella seconda parte la partitura che Sergei Prokof’ev compose per l’epico kolossal di Ejzenstein, “Aleksandr Nevskij”, uscito nel 1939.
Francesca Fialdini ha due pile di libri accanto al capezzale. “Una sul comodino di destra, l’altra su quello di sinistra”. Ci sono “Racconti di un pellegrino russo” di autore anonimo (“Me l’ha consigliato un amico”) e “Cinque lettere a uno studente” di Simone Weil; “Luoghi comuni” di Umberto Broccoli (“Vanno da Catullo a Lucio Battisti”, spiega), “I sogni di Andrea Camilleri”, “La parola contraria” di Erri De Luca, “Le visioni” di Anna Katharina Emmerick (“Dedicato alla vita della Vergine Maria”).
Rita Dalla Chiesa possiede le più originali e identitarie librerie che abbia sentito descrivere in questo mio tour attraverso le passioni letterarie dei volti della tv e della radio. I libri li sistema su grandi ceste ricolme di sassi di mare, “pietre vere –ci tiene a precisare –che sono state nell’acqua”. “Su queste ceste, dentro, ma accastatati anche sopra, i miei adorati volumi sul mare: storie, percorsi, fotografie. Mai potrei fare un trasloco…Con essi viaggio nei posti più sperduti del mondo e anticipo con la mente le vacanze che preferisco, quelle in barca a vela”.
Loreto, 13 maggio. Iginio Straffi, il “papà” delle Winx, triplica. Mentre è in corso la settima serie di “Winx Club” – le maghette della porta accanto che vantano cento milioni di spettatori al mese in 150 paesi e avranno una zona dedicata nel parco dei divertimenti di Shangai dopo che in Italia è già avvenuto a Valmontone – il 2016 assiste al lancio di altre due produzioni firmate dall’artista-disegnatore-imprenditore marchigiano. Una serie di animazione e una live.
Ventidue anni sulla cresta dell’onda a RadioRai2. Il recordman è Marco Presta, che con Antonello Dose scrive e interpreta dal 1995 ogni mattina “Il ruggito del coniglio”. Inevitabile chiedergli se tra le sue letture ci sia stato “Alice nel Paese delle meraviglie”.
Pippo Baudo è appena reduce da una serata trionfale. Ieri sera sul palco del Teatro Sistina di Roma ha condotto insieme con Lorella Cuccarini uno show benefico, a favore di “Un respiro per la vita”, progetto per la prevenzione del tumore ai polmoni. Con Superpippo ospiti capaci di entusiasmare la platea, da Al Bano alla coppia D’Alessio-Tatangelo, a Peppino di Capri, a Rita Dalla Chiesa. “Artisti con i quali ho stretto una felice amicizia, consolidata da anni di collaborazione in tv. Ma al Sistina siamo stati lontani dalle logiche televisive”.
Il rapporto di Pupi Avati con la letteratura è come quello di uno scapolo impenitente che alla fine, in età matura, si mette la fede al dito. Da indipendente e disincantato che era, diventa maniacale verso la tardiva conquista.
Si sono accesi alle 11 i riflettori sui David di Donatello, i Premi al cinema italiano, i nostri Oscar. E’ l’edizione numero 60 del prestigioso riconoscimento dell’Accademia del Cinema presieduta da sempre da Gian Luigi Rondi. E la ricorrenza tonda ha portato con sé una messe di novità, da leggersi anche in filigrana.