L’invasione della cronaca nera nei palinsesti tv ha trovato spazio anche su panorama.it
Televisione: Tutti i colori della cronaca nera
Anche nello sport la nera, spesso è padrona assoluta.
Da Pistoruis a OJ Simpson, sangue e sport
Questo è il parere di Aldo Grasso sulla troppa cronaca nera in tv
La 53esima edizione del Premio Regia Televisiva ha chiuso i battenti consegnando a Rai1 il tradizionale pieno d’ascolti: 4.643.000 spettatori e il 18,56% di share. Come sempre, nella lunga diretta-registrata, (lo show non è andato in onda lo scorso 13 marzo, a causa dell’elezione del Pontefice) sono state premiate le migliori dieci trasmissioni dell’anno, assegnati i riconoscimenti ai personaggi maschili e femminili, incoronata la miglior trasmissione secondo il televoto, smistati i premi speciali e straordinari. Ma, da alcuni anni, la manifestazione sta evidenziando una situazione televisiva particolare sulla quale bisogna necessariamente riflettere: il piccolo schermo non ha più alcuna vitalità, i programmi in circolazione sono sempre gli stessi, regna la paura, da parte degli autori e dei responsabili di rete, di cambiare registro per il timore di perdere ascolti.
Dal 26 marzo, è arrivata in tutte le edicole, i negozi di dischi e i digital store, Striscia la compllation 2013, raccolta di tutte le musiche originali che hanno accompagnato gli stacchetti sul famoso bancone di Striscia la notizia, Tg satirico di Canale 5 ideato da Antonio Ricci.
Stephen Amell prende il volo e da Arrow vola a Hollywood. L’attore, sexy protagonista della nuova serie Arrow, è stato infatti contattato per girare la versione cinematografica del best seller letterario dell’ultimo anno “Cinquanta sfumature di grigio”. Arrow è la serie statunitense che ha esordito due settimane fa su Italia 1 in prima visione per l’Italia, ed è divenuta già una serie “cult”. Veleggia, infatti, sui 3 milioni e mezzo di spettatori ed è la serie tv più vista del 2013 dopo due soli appuntamenti.
Elisabetta Pauletti, ex programmista e regista Rai di trasmissioni tra cui Domenica in, racconta i grandi personaggi conosciuti, in una maniera intimista e differente dall’immagine pubblica a cui siamo abituati. Qui ci parla di Marisa Laurito la cui conduzione di Domenica in le apparve all’epoca “una ventata di euforica simpatia”.
Made in Sud, il fortunato show comico di Rai2 in onda il giovedì sera alle 24 dopo The Voice of Italy, raddoppia la sua presenza in video nella settimana successiva alla Pasqua. Il programma condotto da Gigi e Ross, Fatima Trotta e Elisabetta Gregoraci, sarà in onda, in un’edizione speciale, lunedì primo aprile alle 23 sulla stessa rete, naturalmente.
“La tv? E’ nata con la missione di educare, informare, istruire, avvicinare la cultura al pubblico”. Parole di Ettore Bernabei, potentissimo direttore generale della Rai negli anni ’60. Intento nobile che la corsa all’Auditel ha svuotato di ogni significato. Al punto da trasformare i palinsesti televisivi in un palcoscenico dell’orrore perennemente allestito, grazie alla cronaca nera che, prima in maniera silenziosa, poi con modalità sempre più invasive, ha fatto leva sulla macabra curiosità insita nell’inconscio individuale. Su questi presupposti si basa la metamorfosi, in atto da anni, dei programmi televisivi dominati da un unico elemento caratterizzante: la cronaca nera che presto, ha rotto gli argini settimanali, invadendo anche le trasmissioni domenicali.
La “blood Sunday” divenuta consuetudine, ha mandato in pensione intrattenimento e varietà. Ci si appassiona al genere dark più che alle gambe delle ballerine, si sceglie la spettacolarizzazione del delitto e non le grazie delle classiche pin-up. Psicologi e critici, da tempo, stanno cercando di trovare una possibile spiegazione al fenomeno. Alcuni ipotizzano persino un inconsapevole legame con il mondo favolisitico dell’infanzia, e con la rappresentazione della morte violenta. Streghe, orchi, entità malvage, protagonisti negativi, nel racconto fiabesco, vengono puniti quasi sempre con la morte. Teste mozzate, coltelli infilati nella pancia (il lupo cattivo di Cappuccetto Rosso) lasciano il segno nell’inconscio del futuro telespettatore che rivedrà analoghe scene di morte, nelle ricostruzioni dei veri fatti di sangue proposti in tv. Con una differenza fondamentale: in tv non c’è nulla di immaginario e a morire, sono persone reali.
L’esperimento è concluso. Questa sera, su Canale 5, va in onda la puntata finale della serie “Il Clan dei camorristi”, prodotta dalla Taodue di Pietro Valsecchi con la regia di Alessandro Angelini e Alexis Sweet. Protagonisti Stefano Accorsi, tornato in tv dopo circa dieci anni, e Giuseppe Zeno. A poche ore dalla resa dei conti, il bilancio della fiction è inevitabile.
Dunque, ci siamo: questa sera va in onda la terza puntata di “The voice of Italy”, i talent show di Rai2 che, finora ha conquistato il gradimento del pubblico. Continuano le Audizioni al buio, dallo studio 2000 del Centro di Produzione Tv Rai di via Mecenate a Milano, e i quattro coach Raffaella Carrà, Riccardo Cocciante, Noemi e Piero Pelù seduti di spalle, con lo sguardo solo verso il pubblico, continueranno la ricerca delle Voci per arricchire la propria squadra.
Per una intera settimana in tv non si è parlato d’altro che dell’elezione di Papa Francesco al soglio pontificio. 24 ore su 24 dai Tg ai talk show,ogni programma ha cavalcato l’onda lunga dell’immediata simpatia suscitata dal nuovo Pontefice. Improvvisamente sono spariti il gossip, la cronaca e l’attualità. L’informazione è stata coniugata a senso unico.