Un modo per avvicinare l’arte alla gente comune? Ci pensa Sky Arte HD che dal 3 marzo manda in onda un programma singolare e accattivante, dal titolo significativo “Potevo farlo anch’io”. Al timone il critico d’arte Francesco Bonami e Alessandro Cattelan. Due personaggi completamente differenti nell’economia del programma. Bonami, infatti rappresenta l’occhio dell’esperto, Cattelan, invece, è lo scettico: con questa doppia chiave di lettura analizzeranno le più controverse opere d’arte contemporanee, spiegandoci che dietro al taglio di una tela c’è una realtà artistica, non l’idea di un furbetto.
L’appuntamento con l’arte alla portata di tutti è ogni domenica alle 21:10. La nuova filosofia che ispira il programma è esplicitamente contenuta nel titolo stesso: quante volte di fronte ai ready-made di Marcel Duchamp o alle tele squarciate di Lucio Fontana abbiamo pensato che chiunque sarebbe in grado di realizzare simili “capolavori”? A sostegno di questa opinione, Alessandro Cattelan si metterà alla prova tentando di riprodurre alcune delle più famose e discusse creazioni dell’arte contemporanea, con l’intento di dimostrare che sì, “potevo farlo anch’io”!
Naturalmente, alla prova dei fatti sarà smentito dal suo compagno d’avventura, il quale non rinuncerà a stroncare i maldestri tentativi di imitazione del giovane conduttore con prove inconfutabili.
Prima di dar sfoggio al suo estro creativo Cattelan seguirà il noto critico in un percorso che li porterà a visitare le più importanti collezioni italiane d’arte del XX e XXI secolo. In ogni puntata saranno accompagnati da un protagonista del panorama artistico contemporaneo. I due dialogheranno liberamente e con ironia, esponendo ciascuno il proprio punto di vista. L’obiettivo finale è far comprendere ai meno esperti che l’arte non si improvvisa: per poter apprezzare le creazioni dei maestri contemporanei bisogna mettere da parte lo scetticismo e abbandonarsi alle emozioni.
Ma le offerte di Sky Arte HD non sono finite: a marzo andrà in onda anche Grand Tour-Viaggio nei luoghi del FAI: il fotografo Guido Taroni ci farà conoscere le meraviglie del Fondo Ambientale Italiano. Ad aprile invece sarà la volta de “L’arte non è Marte”, trasmissione dedicata ai più piccoli e di “De-Sign”, che segnalerà le novità provenienti dal Salone del mobile di Milano. La splendida cornice del teatro Palladium di Roma accoglierà le “Palladium Lectures” dello scrittore Alessandro Baricco, e sempre alla letteratura sarà dedicato “Book Show”, in cui si parlerà del potere evocativo della lettura. Un’altra novità sarà lo “Street Art Contest”, condotto dal rapper Frankie HI-NRG MC, nel quale quattro artisti metropolitani si sfideranno a colpi di Street Art.
Tutte queste nuove trasmissioni, commentano i responsabili di Sky, sono in linea con la consueta programmazione del canale tematico di Sky. E si inseriscono nel solco di successi quali “Fotografi” o “Il posto delle Fragole”, che spiegano l’arte al grande pubblico in maniera accessibile, intelligente e senza pedanteria.
Elisabetta Pauletti, ex programmista e regista Rai di trasmissioni tra cui Domenica in, racconta i grandi personaggi conosciuti, in una maniera intimista e differente dall’immagine pubblica a cui siamo abituati. Qui ci parla di Gianni Boncompagni che, tra l’altro, è stato anche regista di Domenica in
Le voci che circolavano sul conto di Gianni Boncompagni non erano certo incoraggianti per chi si apprestava a lavorare con lui. È vero che quasi tutte rientravano nella categoria dei “sentito dire”, dei pettegolezzi di corridoio, delle leggende create dai rotocalchi patinati. Ciononostante devo ammettere che in quelle prime settimane ho provato un certo disagio quando in redazione faceva la sua comparsa il Regista che, dicevano, avrebbe voluto guardarti dall’alto in basso, ma non lo poteva fare perché la sua statura non glielo permetteva.
Torna su LA7d “La mala educaXXXion”, il programma ideato da Chiara Salvo e Katiuscia Salerno e condotto da Elena Di Cioccio. Dieci le puntate previste per questa terza stagione, che andranno in onda da martedì 12 marzo alle 22:20 sul canale tematico del gruppo TI Media dedicato alle giovani donne. Come nelle passate edizioni, senza inibizioni e senza volgarità, ma con un pizzico di sana ironia, la Di Cioccio e i suoi ospiti andranno ad investigare le più intime passioni delle donne e degli uomini dei nostri tempi. E non mancheranno le novità.
Roberto Benigni torna da questa sera in tv. In prima serata leggerà la Divina Commedia, consentendo al pubblico nazional popolare del piccolo schermo, di fruire del gran capolavoro. E sarà la platea televisiva della seconda rete a poter seguire le lezioni dantesche. Si tratta dello spettacolo che il comico toscano Premio Oscar ha dedicato proprio alla Divina Commedia. Gli appuntamenti previsti sono dodici. L’attore e regista, come al solito leggerà alcuni canti della Commedia di Dante e li spiegherà secondo la sua maniera, semplice e comprensibile.
Finalmente una trasmissione dedicata interamente alla strage di donne, meglio nota come “Femminicidio“. Finalmente un’inchiesta precisa e dettagliata che ha attraversato tutta l’Italia, senza falsi sensazionalismi, ma col senso del rigore e della puntigliosa ricostruzione dei fatti. E’ stato possibile grazie alla puntata recente di Report. Riccado Iacona, domenica sera, ha mostrato la realtà nuda e cruda, il dramma che sta decimando donne giovanissime per mano di compagni, amanti, mariti, ex mariti, fidanzati, ex fidanzati. Un esercito di uomini armati ha letteralmente colpito al cuore donne indifese, colpevoli soltanto di non essersi ribellate in tempo utile per salvarsi la vita
Ogni volta che in tv si entra in regime di “par condicio”, il telespettatore ha la sensazione di sentirsi trattato come un incapace non più in grado di discernere la verità dall’apparenza. Soprattutto capisce di essere considerato una persona fragile psicologicamente, in balia di qualsiasi evento e di qualunque dichiarazione fatta dai politici intervenuti a parlare. Inizia così la lunga fila delle proibizioni che spesso rendono ridicolo un programma. L’esempio più eclatante è Striscia la notizia: gli inviati non possono andare a parlare con i politici chiamati in causa per ottenere spiegazioni su disastri, sprechi, insolvenze documentati dal tg satirico di Antonio Ricci. Quindi devono solo esporre il problema, senza che ci sia la possibilità, da parte degli spettatori, di sapere cosa è accaduto da chi il problema dovrebbe risolverlo.
Lenta, inarrestabile, prosegue la metamorfosi del reality show in un anno nel quale sono assenti dai palinsesti i due principali rappresentanti del settore: Il Grande Fratello per la tv commerciale e L’isola dei famosi per la tv pubblica. Per conquistare nuovi consensi, il genere è stato costretto a mutar pelle, abbandonando quella spettacolare per calarsi, persino, nella realtà quotidiana. Dal “reality universale”, nato con le prime edizioni del Big Brother con tutte le implicazioni sociologiche e televisive, si è arrivati al “reality particolare” attraverso una serie di continue metamorfosi. Nel senso che il reality non è più uno show a sè stante,ovvero uno spettacolo derivante dal diverso modo di interagire di un gruppo di concorrenti che vivono determinate situazioni. Ma si è suddiviso in un insieme di altri generi derivanti da un’unica matrice, con il coinvolgimento di persone comuni calate nelle più svariate realtà: dal mondo del business a quello gastronomico.
La necessità di risorgere dalle proprie ceneri per adeguarsi alla mutazione dei tempi, ha dato vita a varie derivazioni agganciate alla quotidianeità, alcune persino finalizzate ad affrontare la crisi economica. Il reality, insomma, si è “parcellizzato” ed ha cercato una propria utilità nella realtà sociale e nell’ambito familiare. In questo processo è stato aiutato dal proliferare dei canali digitali, in un’Italia oramai completamente digitalizzata dal punto di vista televisivo.
Sono, infatti, canali come Cielo e Real Time, a declinare il reality in maniera più empirica. Real Time, in particolare, nata solo nel 2010, è riuscita a ritagliarsi una propria identità, grazie a programmmi “factual” pensati per aiutare le famiglie a fare i conti con la crisi economica. Il factual, in effetti, è l’evoluzione nazional-popolare del reality di prima generazione. Come si legge nel dizionario: “il factual è un programma informativo basato su una sceneggiatura che ricostruisce, in forma più o meno romanzata, fatti realmente accaduti”. Proprio in questo senso è uno dei discendenti più moderni del vecchio reality show,
Eè stato soprattutto Real Time ad avvicinare alla “factual tv” la generazione under venti che un tempo si identificava esclusivamente nei modelli del Grande Fratello. La Iphone generation ha trasformato, in veri e propri cult, programmi del tipo “Ma come ti vesti” e “Shopping night” accreditandoli, nell’intera programmazione, come un punto di riferimento per le esigenze comuni. Ma la fisosofia della rete, attenta alla quotidianeità, ha conquistato anche altri target di pubblico con la molteplicità delle proprie offerte.
E’ iniziata la seconda edizione di “Gamerland- Videogames on tv“, programma televisivo sui videogiochi ideato, scritto e condotto da Dino Lanaro.Il programma sta andando in onda ogni giovedì su Italia 2 alle 23:10 e in replica ogni domenica alle 14:20. La seconda edizione nasce trainata dal successo della prima di cui conserva la filosofia: indagare a 360 gradi nel mondo dei videogiochi, attraverso servizi, reportage e notizie in anteprima.
La notizia subito ha incuriosito tv e mezzi di comunicazione a livello quasi planetario.Il musical Full Monty, nell’edizione italiana, firmata da Massimo Romeo Piparo e prodotta dalla PeepArrow Entertainment, ha come protagonisti due veri disoccupati che fanno parte del cast degli attori. Insomma, accanto agli interpreti professionisti Pietro Sermonti, Paolo Ruffini, Sergio Muniz, Gianni Fantoni, Paolo Calabresi e Jacopo Sarno, ci sono anche Simone Lagrasta e Marco Serafini, ovvero due disoccupati
Arriva questa sera su Rai1 la fiction Volare che racconta la vita personale e professionale di Domenico Modugno. Nel ruolo del cantautore pugliese c’è Beppe Fiorello. La miniserie, in due puntate, si conclude domani sera con la vittoria di Modugno al Festival di Sanremo del 1958, proprio con il motivo Volare. Abbiamo visto in anteprima la fiction e vi raccontiamo le nostre impressioni.