E’ possibile contrastare il degrado di moralità che ha investito la Tv italiana? E’ possibile restituire alla programmazione televisiva una qualità che ne valorizzi i contenuti?
Politica e spettacolo. un binomio del quale non si può fare più a meno. I talk show del piccolo schermo sono diventati una vetrina per gli inquilini del Palazzo, salotti nei quali si consumano liti e discussioni sopra le righe, spesso accompagnate da insulti e turpiloquio. Un esempio è la puntata di fine agosto di Bersaglio mobile, condotta da Enrico Mentana su la 7, nella quale son volate parolacce da parte degli ospiti.
Si sta consolidando sempre più il trend del biopic nella fiction made in Italy. In quest’ottica è andata in onda su Raiuno, la miniserie Walter Chiari, fino all’ultima risata. Le due puntate raccontavano la vita professionale ed umana dell’attore Walter Chiari, morto nel 1991, il cui cognome vero era Annichiarico. Una esistenza contorta, fatta di alti e bassi, dominata dalla bravura dell’artista ma anche dalla sua incontenibile voglia di autodistruzione che lo ha portato fino ai bassifondi della droga e della malavita.
Ogni festival di Sanremo che si rispetti è sempre accompagnato da polemiche che durano tutta la settimana per sparire appena le ultime note delle canzonette si disperdono nell’aria. Succede sempre così, come conferma la storia ultra sessantennale della kermesse.
L’improvvisa scomparsa del cantautore bolognese Lucio Dalla ha lasciato interdetto il mondo della musica. Una grave perdita arrivata all’improvviso quando più si aveva bisogno della sua voce e dei suoi versi poetici. Abbiamo chiesto a Pupo, al secondo Enzo Ghinazzi un ricordo di Dalla del quale era amico da tanti anni. Questo è quanto ci ha detto:
Major e produttori statunitensi cominciano a guardare con interesse le fiction italiane. Un evento mai accaduto in passato che proietta la serialità made in Italy a livelli internazionali.
Da qualche tempo il genere reality show non ha più, sul pubblico, l’appeal che ne determinava il successo e i grandi numeri dell’Auditel. Quest’anno a crollare sotto i colpi della disaffezione è stato il pilastro per eccellenza del settore: Il Grande Fratello. Invece, L’isola dei famosi è riuscita a non naufragare, grazie ai due nuovi conduttori, ma avverte i segni della stanchezza.
Salvo Montalbano piace,sia da giovane che da uomo di mezza età. E‘ entrato nell’immaginario collettivo degli italiani che lo hanno seguito anche nell’interpretazione di Michele Riondino. Si chiama proprio Il giovane Montalbano, la fiction in sei puntate, in onda su Raiuno che ha esordito con un botto di circa otto milioni di spettatori e il 27,99% di share. Numeri altissimi che si discostano di poco dalle audience da capogiro della serie storica interpretata da Luca Zingaretti.
Bambini e adolescenti sono sempre più esposti alle insidie del piccolo schermo che ignora quasi completamente il Codice di autoregolamentazione per la protezione dei minori dinanzi alla tv. I generi che violano in maniera massiccia la normativa sono soprattutto film e telefilm seguiti da infotainment e informazione. Non fanno eccezione neppure i Tg nazionali e i programmi di approfondimento.
E come se non bastasse, è recente la segnalazione anche di cartoni animati che veicolano messaggi non idonei al pubblico infantile. Il primo riferimento è a South Park e The regular show, ma non sono gli unici. Inutile è stata la richiesta del comitato di autoregolamentazione di trasmetterli con il bollino rosso. Ciò che si è ottenuto è solo lo spostamento in seconda serata. Molti cartoons infatti, anche se destinati all’infanzia, trattano tematiche adatte ad un pubblico adulto.
Ma quali sono le emittenti che violano maggiormente il codice di autoregolamentazione televisiva per i minori?