Marco Bocci è Solo. E mai titolo di fiction fu più appropriato. Solo con atteggiamenti già visti infinite volte nella fiction targata Mediaset. Solo a cercare di difendere la propria credibilità professionale compromessa dall’interpretazione di personaggi sbagliati. Si chiama proprio “Solo” la nuova serie in quattro puntate di cui la prima è andata in onda su Canale 5 mercoledì 9 novembre.
Il sabato pomeriggio di Rai1 e di Canale 5 è caratterizzato da due appuntamenti: Parliamone…sabato condotto da Paola Perego, proposta autunnale della prima rete di viale Mazzini di quest’anno e Verissimo appuntamento oramai collaudato giunto al decimo anno di vita con la conduzione di Silvia Toffanin. Il responso dell’Auditel è sempre stato a favore del salotto in rosa di Canale 5 con cifre abbastanza impietose per il talk show di Rai1.
Un’angoscia che attanaglia ogni fibra del corpo e non lascia adito a nessuna speranza. Un immobilismo totale della padrona di casa, Asia Argento, imprigionata in un ruolo e in un linguaggio che evocano atmosfere da tragedia greca senza averne il pathos. Cupa, inesorabile, la conduzione, fredda e senza alcun palpito di coinvolgimento. E’ cambiato Amore criminale, o meglio è stato stravolto. Era evidente nella prima puntata andata in onda venerdì 4 novembre, in prima serata su Rai3.
Attore, conduttore televisivo, doppiatore e regista Pino Insegno è stato uno dei componenti, negli anni 80, della “Premiata ditta“, un gruppo comico successivamente sciolto. È lungo il curriculum professionale di Insegno che è approdato nel 1996 a Mediaset partecipando a “Buona Domenica” e a molti altri programmi. I telespettatori lo ricordano come attore nella serie Lo zio d’America insieme a Christian De Sica. Dopo altri appuntamenti televisivi tra cui la conduzione di “Reazione a catena“, Insegno ha preso parte al programma Tale e Quale Show condotto da Carlo Conti. Inoltre è il doppiatore principale di tanti attori tra cui Will Ferrell ed ha prestato la voce a Viggo Mortensen nella “trilogia degli Anelli“. In questa intervista Insegno ci parla del rapporto con i libri e la letteratura.
Una morte annunciata da settimane. Uno scontro frontale che ha logorato inesorabilmente i Vip di Costantino della Gherardesca premiando, in termini di ascolto, le celebrities ( o presunte tali) di Ilary Blasi. Tutto il trash di cui gronda la prima edizione del Grande Fratello Vip si è abbattuto sulle inconsapevoli coppie viaggiatrici dell’adventure- reality di Rai2. E le ha affossate tutte, spegnendole, togliendo loro appeal e curiosità.
E’ tornato il Rischiatutto. Ma non è quello di Mike Bongiorno anche se contiene apparentemente i medesimi ingredienti. E non assomiglia neppure ai due speciali trasmessi lo scorso aprile su Rai1. Il Rischiatutto, andato in onda con la prima puntata il 27 ottobre su Rai3, per certi aspetti, ha mortificato tutte le aspettative.
Conduttore televisivo, autore, attualmente direttore artistico di Radio Rai, Carlo Conti è uno dei personaggi più amati dal pubblico di Rai1. Con all’attivo una serie di successi iniziati a Radio Firenze 2000 e continuati fino ad oggi con programmi quali “I migliori anni”, “Tale e Quale Show”, “L’eredità” e le due edizioni 2015/2016 del Festival di Sanremo, Conti vanta un curriculum ricchissimo che, tra l’altro, comprende anche “I Raccomandati“, “Miss Italia“, “50 Canzonissime“.
La terza stagione di Braccialetti Rossi non regge il confronto con le precedenti. E anche gli indici d’ascolto sono significativi di una tendenza del calo di interesse negli affezionati della serie.
Un Papa spietato, arrogante, intransigente, irritabile, vendicativo, dotato di una memoria prodigiosa. Caratteristiche che vengono da un passato di sofferenze vissute per la sua condizione di bambino abbandonato dai genitori in un orfanatrofio. Un contorno di cardinali, eminenze, religiosi tratteggiati con efficacia scenica: alcuni volti apparivano, a tratti, quasi mutuati dai più celebri dipinti di Goya.
Gli sceneggiatori hanno voluto usufruire della macchina del tempo andando avanti e indietro di venti anni nel racconto della storia de I Medici, la potente famiglia di banchieri fiorentini. Primo risultato deludente: una evidente difficoltà di comprensione nello svolgersi degli eventi per il normale telespettatore che può avere un attimo di distrazione e non accorgersi della scritta che avverte del salto temporale.