Nessuna meraviglia: la prima puntata serale di Amici 14 ha vinto trionfalmente contro l’esordio di Senza parole. Non c’è storia tra Canale 5, dove il talent show di Maria De Filippi ha conquistato 5.514.000 telespettatori per uno share del 25,78%. e Rai1 che ha assistito all’affondamento dello show Senza parole condotto da Antonella Clerici. Impietoso, l’Auditel ha assegnato alla rete leader di viale Mazzini solo 3.592.000 telespettatori, per uno share del 15,61%.
L’intenzione era sicuramente apprezzabile: raccontare storie di gente comune che vuole far arrivare ai propri cari un messaggio di affetto o di ringraziamento. O magari comunicare un sentimento gioioso e scherzoso. Ma non trova le parole giuste e allora si rivolge ad un programma televisivo.
Una storia di caduta e di riscatto, di morte e di resurrezione civile: così è stato etichettato il tv movie Una casa nel cuore andato in onda lunedì 6 aprile in prima serata su Rai 1. Una vicenda tratta dal libro Condominio Occidentale che contiene tutti gli ingredienti per colpire al cuore i telespettatori.
Fragili, indifesi psicologicamente, vittime dello strapotere della tv. Pronti ad assorbire, dal piccolo schermo, tutto l’orrore che inonda i palinsesti ad ogni ora del giorno. Un orrore di cui i telespettatori più giovani non hanno piena consapevolezza perché, spesso, non riescono a elaborarne il significato. E allora, con altrettanto orrore si assiste a quanto è accaduto a Piove di Sacco, una cittadina in provincia di Padova. Nella scuola media locale, cinque ragazzini mettono in scena una decapitazione stile Isis. Con tutti i particolari raccapriccianti che hanno visto nei filmati, mandati impunemente in onda senza alcun rispetto per i telespettatori, da quasi tutte le emittenti televisive. La notizia, passata quasi inosservata, è di una gravità estrema: è la prova acclarata di quanto possa essere diseducativa e deleteria l’influenza sulla fragile psiche degli adolescenti di immagini terribili che andrebbero censurate.
Cinque ragazzini si sono bardati come i guerriglieri allestendo una finta decapitazione e, dopo aver ripreso il tutto, hanno messo in rete il filmato. L’orrore si è trasformato in un gioco perverso anche perchè i ragazzini avevano in mano un coltello vero e affilato. Dove erano i loro genitori quando nei Tg venivano trasmessi quei filmati? Ma soprattutto, sapevano i genitori che quelle immagini circolavano anche su Internet senza nessun filtro? Sapevano che, mentre sul piccolo schermo, la visione era interrotta poco prima della sconvolgente esecuzione, sul web tutto veniva mostrato nei minimi particolari? Chiunque poteva assistere alla ferocia incontenibile degli sgozzatori.
La visione reiterativa di simili barbarie ha generato in ragazzini di scuola media, l’identificazione e il desiderio di ripetere quanto avevano visto. In una perversa spirale di emulazione della violenza, così frequente nei giovanissimi, si è consumato un atto terribile da non sottovalutare. Sono questi i danni procurati dalla tv, da Internet e da tutti i mezzi mediatici quando non sono utilizzati in modo corretto e rispettoso per il pubblico. Sono le conseguenze aberranti di una perversione che continua a viaggiare tra social network, You tube e nuovi media comunicativi.
Gli ascoltatori lo conoscono come il conduttore, assieme a Antonello Dose, del programma cult di Radio 2 Il ruggito del coniglio. Marco Presta, invece, spazia con la sua incisiva forza umoristica e satirica in più settori: letteratura, teatro, tv. Sul piccolo schermo di Tv2000, emittente diretta da Paolo Ruffini, ha condotto per sei settimane, il programma La classe. Oggi, lunedì 30 marzo, va in onda l’ultimo appuntamento. Abbiamo incontrato il poliedrico artista che si racconta e fa il punto su alcune tematiche, tra cui la satira oggi.
E’ andata in onda su Rai 1 la fiction Pietro Mennea La freccia del Sud ci cui vi proponiamo la recensione. Pietro Mennea- la freccia del Sud, la recensione Una rappresentazione molto oleografica, standardizzata nei classici e scontati canoni della fiction made in Italy. Una storia all’insegna dei consueti ingredienti da soap opera: il bravo […]
Inizia con Marco Baldini, personaggio molto noto e discusso, La macchina della verità, il nuovo programma condotto da Monica Leofreddi che ha preso il posto, da oggi, di “Dolci dopo il Tiggì” su Rai1. Già dalle prime immagini si nota il ricorso ai consueti ingredienti strappa- audience: il racconto, da parte del protagonista di puntata, degli errori commessi con toni compunti, sommessi, la presenza della persona che ha “mandato a chiamare” l’inquisito di turno che gli siede di fronte, le domande vere e proprie della conduttrice con le risposte e infine il responso finale.
Si è tenuta oggi la conferenza stampa di presentazione della miniserie Mennea- la freccia del Sud che andrà in onda su Rai1 domenica 29 e lunedì 30 marzo. Come vi avevamo documentato, il fratello dell’atleta, avvocato Vincenzo Mennea, aveva espresso riserve sulla rappresentazione della famiglia proposta dalla miniserie. Oggi, Il produttore Luca Barbareschi, ha rivelato di aver ottenuto, per la realizzazione della fiction, la liberatoria della moglie Manuela e della fondazione intestata a Pietro Mennea. Inoltre ha sottolineato che l’atleta scomparso a marzo del 2013 non aveva rapporti con i fratelli. A queste affermazioni risponde l’avvocato Mennea.
Perché Rai 1 continua a inseguire le storie inventate, infarcite di misteri, segreti, ingredienti da soap opera, invece di raccontare la realtà e creare idee originali per la fiction? Perché ridursi a rincorrere la concorrenza su temi commerciali, graditi ad un pubblico amante di telenovelas? La dama velata di cui è andata in onda la prima puntata, martedì 17 marzo, è l’ulteriore conferma di un trend che non rende onore a Raifiction.
Coccolati, vezzeggiati, rincorsi dai mass media, idolatrati da coetanei e da una nutritissima fascia giovanile,i protagonisti di Braccialetti rossi sono divenuti un vero e proprio fenomeno cross- mediale. I social network esplodono di ammirazione, i luoghi dove i giovani sono invitati vengono letteralmente presi d’assalto da folle di fan in delirio.