Anche la quarta serata, la più lunga, fino ad ora, è scivolata via tra spettacolo e canzoni nel più ampio rispetto della liturgia sanremese. Carlo Conti appare sempre più padrone del palcoscenico, signore “assoluto” di ogni fase della kermesse canora. Ha gestito la presenza degli ospiti alla sua maniera, mescolando lo stile di Tale e quale show a elementi del vecchio varietà rivisitato in funzione di un pubblico più giovane.
I momenti migliori da etichettare sotto la voce “umorismo involontario” sono stati quelli con protagonisti Arisa che si è definita “sotto anestetico” e il cosiddetto Viperetta, al secolo Massimo Ferrero il Presidente della Sampdoria. Decisamente declassati gli interventi di Luca e Paolo che avrebbero dovuto essere i comici ufficiali della terza serata di Sanremo 2015.
Nessuna sbavatura, lo stile “Carlo Conti” riconferma il richiamo all’antica tradizione sanremese anche nella seconda serata della kermesse canora. Rasserenato dai gratificanti risultati dell’Auditel, il padrone di casa ha gestito una serata all’insegna della musica e degli ospiti in maniera sobria ed elegante, senza scossoni emozionali. Probabilmente se un festival privo di polemiche e del contorno di gossip fosse stato condotto da un altro personaggio, il risultato sarebbe stato differente e meno positivo. Basta solo pensare all’edizione gestita da Giorgio Panariello nel 2006 che toccò il fondo dell’audience pur dando spazio a musica e comicità.
Il primo appuntamento con la 65esima edizione della kermesse canora ha evocato la tradizione del passato sanremese. Uno spettacolo dignitoso che però non ha raggiunto picchi di eccellenza. Sobria e leggera, scorrevole e senza “perturbazioni”, la prima serata del festival di Sanremo targato Carlo Conti, ha ricordato, per certi aspetti, le atmosfere baudiane. L’eleganza e lo stile di Carlo Conti non si mettono in discussione, la sua padronanza del palcoscenico è stata completa.
Rita Dalla Chiesa torna all’azienda di Cologno Monzese. Da domani mattina, fino alla conclusione della stagione, la conduttrice sarà presente all’interno di Mattina 5 con uno spazio tutto proprio nel quale si occuperà di vari argomenti. La Dalla Chiesa sarà presente nel contenitore mattutino di Canale 5 soltanto una volta a settimana. Ma è già un passo per il rientro nella tv commerciale della quale è stata, per decenni, un personaggio di punta.
Accomunati dal medesimo desiderio di “apparire” nel migliore dei modi e di fornire l’immagine più rappresentativa di sè. I signori del Palazzo e i personaggi del mondo dello spettacolo sono sempre estremamente attenti al mondo della comunicazione. Studiano con attenzione le proprie interviste e preparano gli interventi con metodica pignoleria.
Una volta c’erano gli intrighi di corte, non differenti da quelli che regnano oggi nei Palazzi del potere. Per saperne di più consiglio questo articolo
La fiction made in USA di intrighi politici ne offre fin troppi. Come questi, ad esempio.
La contaminazione tra politica e spettacolo è sempre stata una costante del piccolo schermo. Sui palazzi del potere hanno sempre imperversato la satira, la parodia, l’ironia tagliente, persino lo sberleffo di bassissima lega. Comici e imitatori hanno costruito, spesso, la propria carriera, trasformandosi in cloni, più o meno credibili, degli inquilini di Montecitorio e palazzo Madama. Mai, però era accaduto che la provocazione della satira si spingesse al punto da coinvolgere direttamente personaggi del mondo dello spettacolo come possibili candidati alla Presidenza della Repubblica.
Ha iniziato Claudio Sabelli Fioretti, conduttore del programma Un giorno da pecora, in onda su Rai2, a fingere di accettare la candidatura per il Quirinale. Il web, inoltre, ha utilizzato e strumentalizzato il personaggio più amorfo del mondo dello spettacolo televisivo: Giancarlo Magalli trasformandolo in un simbolo alternativo di una nuova Repubblica di cui avrebbe potuto essere il Presidente. Ma il gradino più basso è stato raggiunto con l’ennesima boutade. Questa volta a creare il caso è stata Radio Città Futura: l’emittente si è spinta addirittura a candidare un personaggio come Chef Rubio, il noto esponente televisivo dello street food, consacrato nel programma Unti e bisunti di stanza su DMax.
La dissacrazione satirica ha fatto intravedere, quindi, una Repubblica dell’unto e del bisunto che, finalmente, avrebbe avuto una solenne investitura con lo Chef più “campagnolo” d’Italia.
Tre episodi significativi di una tendenza preoccupante. E’ un dato di fatto che la politica non riesca più ad esprimere esponenti di valore e con qualità morali irreprensibili. Infatti si assiste ad un continuo degrado della credibilità all’insegna di litigi e finti dibattitti in nome “del bene del Paese”. Ecco allora venir fuori la proposta di individuare, ironicamente, un personaggio simbolo, capace di raggruppare tutti gli italiani sotto un’unica bandiera. E l’unico settore in cui poterlo trovare è il mondo della tv accomunato a quello della politica dai medesimi contenuti: ipocrisia, litigi e finti dibattiti.
L’appuntamento è per il 1 e l’8 febbraio quando, all’interno di Quelli che il calcio, Ubaldo Pantani esordirà nella parodia di Roberto Benigni. Saranno due “speciali” dal titolo “Benigni legge Sanremo” nei quali il “finto” comico toscano leggerà i testi delle canzoni in gara nella prossima edizione del Festival di Sanremo. E li commenterà alla sua maniera, in un mix di leggerezza e riflessioni singolari che uniscono la comicità di Benigni a quella del suo imitatore, Pantani. Sarà un modo per promuovere anche su Rai2 la kermesse canora in programma dal 10 al 14 febbraio.
Una bambina, Malina, unica vera, intensa protagonista. Un esserino di dieci mesi che, pur senza parlare, ma con la forza dei suoi infantili comportamenti, dei suoi sguardi e delle sue ingenuità, colpisce al cuore anche il più incallito telespettatore. E occupa tutta la scena, relegando in secondo piano il cast degli attori. Questa è la forza della miniserie L’angelo di Serajevo la cui prima puntata è andata in onda martedì 20 gennaio in prime time su Rai1.